LANZOLONE-ONE-ONE - L'UOMO CHE HA DOVUTO DIMETTERSI DALLA PRESIDENZA DI ACEA ERA NEL CUORE DEL SISTEMA PENTASTELLATO - DALLA MONTAGNA DI CARTE DELL'INCHIESTA SALTA FUORI, TRA UNA CATERVA DI OMISSIS, ANCHE UNA TELEFONATA IN CUI LANZALONE SI VANTA DI AVER TROVATO UNA SOLUZIONE AL PROBLEMA DEL PAGAMENTO DELLA PIATTAFORMA ROUSSEAU, VERO CUORE DEL SISTEMA DEL M5S, DA PARTE DEI DEPUTATI GRILLINI

-

Condividi questo articolo


LANZALONE E RAGGI LANZALONE E RAGGI

Francesco Bonazzi per la Verità

 

Non sarà facile scaricare Luca Lanzalone, l' uomo che sussurrava le nomine ai 5 stelle dopo essere entrato nel giro di Luigi Bisignani, attraverso l' immobiliarista di «Stadio capitale» Luca Parnasi. I vertici del Movimento, da Luigi Di Maio e Davide Casaleggio in giù, dopo gli arresti hanno cercato di appioppare l' errore politico di puntare sull' avvocato genovese alla sindaca Virginia Raggi.

LANZALONE LANZALONE

 

Ma la prima cittadina di Roma non ci sta a prendersi tutto il fango e ha detto ai magistrati che l' ingaggio del rampante Lanzalone le è stato suggerito da Adriano Bonafede, avvocato toscano un tempo in buoni rapporti con il Pd e oggi niente meno che ministro della Giustizia, e da Riccardo Fraccaro, che ha preso il posto di Maria Elena Boschi ai Rapporti con il Parlamento.

 

Peccato che dalla montagna di carte dell' inchiesta romana salti fuori, tra una caterva di omissis, anche una telefonata in cui Lanzalone si vanta di aver trovato una soluzione al problema del pagamento della piattaforma Rousseau da parte dei deputati grillini.

parnasi giorgetti lanzalone parnasi giorgetti lanzalone

Insomma, l' uomo che ha dovuto frettolosamente dimettersi dalla presidenza di Acea era nel cuore del sistema pentastellato.

 

Il 9 marzo scorso, il primo mercoledì dopo la semivittoria di domenica 4 marzo, Beppe Grillo e Davide Casaleggio scendono a Roma insieme ai vertici della piattaforma Rousseau per catechizzare i nuovi deputati.

 

L' incontro, blindatissimo per la consueta fobia nei confronti della carta stampata, ha come scopo quello di illustrare le potenzialità rivoluzionarie della piattaforma, che consente anche un dialogo diretto con gli elettori. Un sistema che ha attirato e attira l' interesse di molti leader politici all' estero, per come permette di disintermediare i classici meccanismi novecenteschi di formazione del consenso, dalle televisioni in giù, utilizzando al meglio le potenzialità della Rete.

 

LANZALONE E LUIGI DI MAIO LANZALONE E LUIGI DI MAIO

E come aveva rivelato Il Foglio del 31 gennaio scorso, «l' articolo 6 del regolamento obbliga tutti i nuovi eletti in Parlamento a versare una tassa mensile da 300 euro a Rousseau (che fanno almeno 3 milioni di euro in 5 anni). Il movimento è così legato mani e piedi, giuridicamente, economicamente e tecnicamente, a un' associazione privata su cui non ha nessun potere o vigilanza». Vista dall' altra parte, però, una struttura del genere garantisce formalmente il pieno distacco tra la Casaleggio & associati e l' Associazione Rousseau, anche se gli uomini sono poi più o meno gli stessi.

 

LUCA LANZALONE LUCA LANZALONE

Ebbene è in questo contesto assai delicato che va letta l' intercettazione dei carabinieri delle ore 12:55 di venerdì 1 giugno, il giorno in cui entra in carica il governo gialloblù affidato a un altro avvocato esterno al Movimento, il professor Giuseppe Conte. Al telefono sono Luca Lanzalone, ora ai domiciliari per presunta corruzione, e un certo Luciano, che usando un telefono dello studio legale Lanzalone è con ogni probabilità il socio Luciano Costantini.

 

Il presidente di Acea, che la sera prima dell' arresto verrà intercettato mentre partecipa a una rara cena romana di Casaleggio, scambia notizie con il socio su quello che accade ai vertici del M5s. Ecco la sintesi riportata nelle carte dagli uomini dell' Arma: «Luca chiede se ha notizie dei loro amici e Luciano dice che segue la cosa con Davide.

Luciano dice di aver proposto che gli eletti devono pagare i 5 stelle e il Movimento fa un accordo con Rousseau. Discutono della vicenda».

LANZALONE RAGGI DI MAIO LANZALONE RAGGI DI MAIO

 

Come si vede, a meno che si tratti di due avvocati che millantano entrature e coinvolgimenti in affari che non li riguardano, il tenore della conversazione, al momento riportata solo per riassunto, ci consegna l' immagine di un Lanzalone chiamato a offrire soluzioni giuridiche su una vicenda di importanza capitale per la prima forza politica della nazione.

 

Perché Rousseau è il centro di tutto e il vero cuore del sistema (vincente) del M5s. Che finisca in qualche modo nelle mani di uno che si consegna al primo palazzinaro romano che passa, con corredo di Luigi Bisignani e faccendieri vari, è un po' allarmante per tanti deputati che stanno ancora disciplinatamente aspettando istruzioni per il versamento dei famosi 300 euro.

grillo casaleggio grillo casaleggio

 

Già, perché dal 9 marzo a oggi, non risulta che siano state decise le modalità dell' obolo Rousseau per i nostri eletti. Probabilmente, l' arresto di Lanzalone-Mr. Wolf ha interrotto anche questa partita, oltre a chissà quali nomine «alla romana» nelle società pubbliche. Il pagamento diretto dei 300 euro a Rousseau, da parte di deputati e senatori, sarebbe il metodo più semplice, in teoria.

 

Ma i commercialisti del Movimento hanno fatto presente a Luigi Di Maio e soci che si potrebbe porre un problema di Iva da pagare, visto che Rousseau fornisce senza alcuna ombra di dubbio dei servizi ai deputati grillini. Ai quali però non si può chiedere, dopo il prelievo forzoso per le spese legali del Movimento, di versare pure l' Iva su questa piattaforma imposta dall' alto.

 

grillo casaleggio altafini grillo casaleggio altafini

Ecco quindi che assume valore la «soluzione Wolf», che in sostanza è una triangolazione esentasse: l' onorevole semplice paga al Movimento la sua quota, questo «compra» i servizi di Rousseau, come fossero cancelleria o servizi di telefonia, e chi gestisce la piattaforma milanese ottiene il suo compenso. Se andrà a finire così, fossimo Lanzalone, una bella parcella a Di Maio la emetteremmo. Gli servirà per le spese legali.

 

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

DAGOREPORT - MILANO BANCARIA IN ALLARME ROSSO PER L’ACQUISIZIONE DAL MEF DEL 15% DI MONTE DEI PASCHI, DA PARTE DI UNA CORDATA FORMATA DA CALTAGIRONE E MILLERI (DELFIN-DEL VECCHIO) IN COMUNITÀ DI AMOROSI INTENTI CON GIUSEPPE CASTAGNA, PATRON DI BPM - CON LA FUTURA FUSIONE BPM-MPS NASCERÀ IL TERZO POLO FINANZIARIO, A FIANCO DI INTESA E UNICREDIT - NON SOLO: IN UNO SCENARIO FUTURIBILE, POTREBBE ACCADERE CHE CALTA E MILLERI, UNA VOLTA CEDUTE A BPM LE LORO AZIONI (27,57%) DI MEDIOBANCA, RIESCANO A CONVINCERE CASTAGNA A PORTARE BPM-MPS ALLA CONQUISTA DI MEDIOBANCA…

FLASH – COME HANNO PRESO AL PENTAGONO LA NOMINA DI QUELLO SVALVOLATO DI PETE HEGSETH COME SEGRETARIO DELLA DIFESA? MALISSIMO! PRIMA DI TUTTO PER UNA QUESTIONE GERARCHICA: COME FA UN EX CAPITANO A COMANDARE SUI GENERALONI? CERTO, NON SAREBBE IL PRIMO: IN PASSATO ALTRI CAPOCCIONI NELLO STESSO RUOLO NON AVEVANO ALTI GRADI MILITARI (ANCHE RUMSFELD ERA "SOLO" UN CAPITANO MENTRE LLOYD AUSTIN, L’ATTUALE SEGRETARIO, È UN GENERALE A QUATTRO STELLE) - SU HEGSETH PESANO SOPRATTUTTO L’INCOMPETENZA E LA "PROMESSA" DI PURGARE I VERTICI MILITARI NON FEDELI A TRUMP...

DAGOREPORT - MELONI MUSK-ERATA - LA POLITICA DELLA PARACULAGGINE: DOPO L'INTERVENTO DI MATTARELLA, PUR DI NON DARE TORTO Ai GRAVISSIMI ATTACCHI DI ELON MUSK ALLA MAGISTRATURA ITALIANA, GIORGIA MELONI FA IL 'CAMALEONTE IN BARILE': "ASCOLTIAMO SEMPRE CON GRANDE RISPETTO LE PAROLE DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA” - ATTENZIONE! OVVIAMENTE LA STATISTA DELLA GARBATELLA NON HA IL CORAGGIO DI SOTTOSCRIVERE IN UN COMUNICATO STAMPA UFFICIALE DEL GOVERNO TALE IRRIDENTE DICHIARAZIONE NEI CONFRONTI DEL CAPO DELLO STATO. FA CIO' CHE SA FARE MEGLIO: LA DUCETTA FURBETTA. E SULLE AGENZIE STAMPA COME UN GHIGNO BEFFARDO SI LEGGE: “SI APPRENDE DA FONTI DI PALAZZO CHIGI”. MANCO FOSSE UN'INDISCREZIONE TRAPELATA CHISSA' COME - L'ULTIMO RETWEET DI MUSK: "HA RAGIONE GIORGIA MELONI"

DAGOREPORT - I DESTRONZI DE’ NOANTRI, CHE HANNO BRINDATO AL TRIONFO DI TRUMP, SI ACCORGERANNO PRESTO DI AVER FESTEGGIATO UNA VITTORIA DI PIRRO – LA POLITICA ESTERA SARÀ LA DISCRIMINANTE DI QUEL POPULISMO TRUMPIANO (“IO SONO UN POVERO CHE HA FATTO I SOLDI”; CIOÈ: ANCHE TU PUOI FARCELA..) CHE HA SEDOTTO MINORANZE ETNICHE E CLASSE LAVORATRICE: "L’UNIONE EUROPEA SEMBRA COSÌ CARINA, MA CI STA DERUBANDO NEGLI SCAMBI COMMERCIALI E NOI LA DIFENDIAMO CON LA NATO: L'UE DOVREBBE PAGARE QUANTO NOI PER L'UCRAINA" - IL CAMALEONTISMO DELLA PREMIER MELONI, SEMPRE COSÌ PRO-BIDEN E FILO-ZELENSKY, DAVANTI ALLE MOSSE ISOLAZIONISTICHE DEL TRUMPONE (DAZI SULL'EXPORT ITALIANO), CON UN ALLEATO DI GOVERNO TRUMPISSIMO COME SALVINI, VERRÀ MESSO A DURA PROVA: LA DUCETTA ALLE VONGOLE STARÀ CON L’EUROPA DI URSULA O CON L’AMERICA DI "THE DONALD"?