Stefano Montefiori per il "Corriere della Sera"
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«La stragrande maggioranza dei francesi si interessa ai problemi di fondo. Non lasciamo che fatti isolati e che individui ultra violenti, come ce ne sono sempre anche nelle manifestazioni, si impossessino del dibattito pubblico: non lo meritano», dice in serata Emmanuel Macron, che ha continuato a stringere mani e a parlare con i cittadini che lo avvicinavano. Ma quello che è accaduto poco dopo le 13 e 30 non era mai accaduto a un presidente della Repubblica francese, ed è segno della tensione che attraversa la vita politica a meno di un anno dalla prossima elezione presidenziale.
In visita nel dipartimento della Drôme, nel Sud della Francia, Macron ha lasciato il liceo alberghiero di Tain-l' Hermitage ed è salito in auto diretto a Valence, dove era atteso per il pranzo. Ha voluto però fermarsi pochi metri dopo per andare a salutare un gruppo di cittadini venuti a salutarlo.
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È sceso dall' auto e senza giacca il presidente si è avvicinato alle transenne per stringere le mani. Ha offerto l' avanbraccio a un uomo che lo ha afferrato con la mano sinistra, e che con la destra gli ha dato uno schiaffo sul volto esclamando Montjoie Saint-Denis! , grido di guerra dei Capetingi usato oggi come slogan dall' estrema destra monarchica, e À bas la Macronie , «Abbasso la Macronia» (cioè il sistema di potere di Macron, secondo l' espressione usata dai suoi detrattori).
Il presidente è stato immediatamente allontanato dalle guardie del corpo che hanno il compito di proteggere l' obiettivo «Vega», come viene indicato il capo di Stato nel gergo dei servizi di sicurezza.
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Altri agenti hanno arrestato l' uomo che ha dato lo schiaffo, Damien T., 28 anni, disoccupato, appassionato di kendo e di arti marziali medievali, vicino all' estrema destra e ai gilet gialli, e il coetaneo che era accanto a lui, Arthur C., dallo stesso profilo, che indossava una maglietta del gruppo folk metal olandese Heidevolk.
Macron ha cominciato qualche giorno fa il suo «Tour de France», una serie di visite nella provincia francese per entrare in contatto diretto con i cittadini. Durante la rivolta dei gilet gialli, cominciata nel novembre 2018 e ormai di fatto conclusa, il governo e in particolare erano stati Macron accusati di fare parte di un' élite lontana dal popolo. Il «Tour de France» è stato deciso in parte per rispondere a queste critiche, e per cominciare a preparare la candidatura per un secondo mandato presidenziale, in vista della corsa all' Eliseo della primavera 2022.
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Dopo l' incontro con i ragazzi del liceo alberghiero Macron aveva parlato della polemica del giorno, ovvero del video in cui lo youtuber di estrema destra monarchico «Papacito» armato fino ai denti inscena l' uccisione di un militante di sinistra (un manichino) della France Insoumise, il partito di Jean-Luc Mélenchon. «La vita democratica ha bisogno di calma e rispetto, da parti di tutti. In democrazia i pareri contrari possono esprimersi liberamente per strada, nei giornali, in televisione, e a scadenze regolari nelle urne. In cambio, c' è la fine della violenza e dell' odio». Subito dopo, lo schiaffo dei due 28enni, iscritti a numerosi account di estrema destra.
Damien, Arthur e l' influencer Papacito sembrano appartenere allo stesso movimento che rifiuta la modernità e le sue «mollezze», così le chiamano, per inneggiare al Medioevo pre-democratico della monarchia e dei guerrieri.
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