1.UCRAINA, TORNANO A SUONARE LE SIRENE A KIEV E IN ALTRE CITTÀ. ZELENSKY, PIÙ ARMI E PRIMA FINIRÀ LA GUERRA
Da Ansa
Nel suo ultimo video-discorso - ripreso dai media internazionali -, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky è tornato ancora una volta a chiedere più armi per Kiev e più sanzioni contro Mosca.
Intanto le sirene d'allarme antiaeree stanno risuonando in diverse città dell'Ucraina centrale, orientale e meridionale tra cui Dnipropetrovsk, Kryvyi Rih, Zaporizhzhia, Cherkasy, Donetsk, Odessa, Kharkiv, Poltava e Mykolaiv. Le sirene hanno rsuonato anche a Kiev e a Leopoli
IL VIDEO MESSAGGIO - "Se qualcuno dice: 'un anno o anni', io rispondo: 'puoi rendere la guerra molto più breve'. Più e prima avremo tutte le armi che abbiamo richiesto, più forte sarà la nostra posizione e prima arriverà la pace - afferma Zelensky -. Quanto più e quanto prima avremo il sostegno finanziario che abbiamo richiesto, tanto prima ci sarà la pace. Prima il mondo democratico riconoscerà che l'embargo petrolifero contro la Russia e il blocco completo del suo settore bancario sono passi necessari verso la pace, prima la guerra finirà.
L'obiettivo principale è accelerare il ritorno alla pace". Zelensky ha parlato di un ritorno alla "vita normale" in alcune parti dell'Ucraina. "Continua il ripristino della vita normale nelle aree e nei distretti in cui sono stati espulsi gli occupanti - racconta il presidente ucraino -. La mole di lavoro è davvero enorme: 918 insediamenti di diversa scala, ma ugualmente importanti per noi, per l'Ucraina, sono già stati liberati. Eseguiamo lo sminamento. Ripristiniamo la fornitura di luce, acqua e gas. Ripristiniamo il lavoro di polizia, posta, autorità statale e locale.
Le sedi umanitarie hanno iniziato a lavorare sul territorio di 338 insediamenti liberati. Stiamo riprendendo la fornitura di cure mediche regolari e di emergenza e il lavoro delle istituzioni educative, dove è possibile. In totale, ad oggi le truppe russe hanno distrutto o danneggiato 1.018 istituti educativi in tutto il nostro Paese. È iniziato il restauro di strade e ferrovie. In particolare, da domani verrà ripristinato il collegamento ferroviario con Chernihiv e Nizhyn. I treni circolano già tra le città della regione di Sumy".
SUL CAMPO - Le unità missilistiche antiaeree dell'aeronautica militare e le forze della 93ma brigata meccanizzata separata Kholodny Yar hanno distrutto ieri sette obiettivi aerei russi, comunicano le forze armate dell'Ucraina citate dall'agenzia di stampa Ukrinform. "A causa delle pesanti perdite - sottolineano i militari di Kiev -, le truppe russe hanno notevolmente ridotto l'attività nello spazio aereo ucraino, lanciando invece attacchi a distanza usando missili balistici e da crociera".
IL PREMIER A WASHINGTON - Il primo ministro ucraino Denys Shmyal sarà a Washington la prossima settimana con il ministro delle finanze Serhiy Marchenko e il governatore della banca centrale Kyrylo Shevchenko. Lo scrive l'agenzia Reuters sul suo sito web, citando fonti informate. Shmyal, Marchenko e Shevchenko avranno incontri con funzionari dei paesi del G7 e altri e giovedì prenderanno parte a una tavola rotonda sul conflitto in Ucraina ospitata dalla Banca mondiale.
L'INTERVISTA DI ZELENSKY ALLA CNN - Sono tra 2.500 e 3.000 i soldati ucraini morti nella guerra contro la Russia. Lo ha detto il presidente Volodymyr Zelensky in un'intervista alla Cnn, aggiungendo che quelli feriti sono circa 10.000 ed è "difficile dire quanti sopravviveranno". Quanto alle vittime civili "è più difficile" stabilire quante siano. "È un grande dolore per me", ha detto il presidente ucraino rispondendo a una domanda sui video strazianti che mostrano la devastazione del Paese e della popolazione innocente.
"Da padre non riesco a guardarlo, perché se no dopo vorrei vendetta, vorrei uccidere", ha detto. "Ma devo guardarlo come presidente e devo fare mio meglio affinché questa guerra non sia infinita", ha precisato Zelensky nell'intervista di cui ieri sono state trasmesse delle anticipazioni ma che andrà in onda in versione integrale domani mattina alle 9 ora locale (le 15 in Italia). L'Italia ha riaperto l'ambasciata a Kiev.
IL SUPPORTO INTERNAZIONALE - La Germania da parte sua ha confermato l'intenzione di portare a 2 miliardi il budget per gli aiuti militari internazionali, la maggior parte dei quali sarà destinata proprio all'Ucraina. Nelle prossime ore è prevista invece la consegna all'esercito di Kiev delle nuove armi Usa, nonostante Mosca abbia minacciato per questo "conseguenze imprevedibili". Ma "la strategia" americana di supporto all'Ucraina non cambia, ha risposto il Dipartimento di Stato americano tramite il suo portavoce Ned Price.
2. PUTIN AGLI USA «STOP ALLE ARMI O REAGIREMO»
Giuseppe Sarcina per il “Corriere della Sera”
È una minaccia, ma anche, pensano a Washington, un segnale di insicurezza: «Basta armi all'Ucraina o ci saranno conseguenze imprevedibili». Martedì 12 aprile l'Ambasciata russa ha consegnato una «nota diplomatica» al Dipartimento di Stato americano.
Titolo burocratico: «Le preoccupazioni della Russia nel contesto delle ingenti forniture di armi e di equipaggiamento militare al regime di Kiev». Contenuto intimidatorio: «Chiediamo agli Stati Uniti e ai suoi alleati di fermare l'irresponsabile militarizzazione dell'Ucraina, che comporta conseguenze imprevedibili per la sicurezza regionale e internazionale».
In altri termini: Vladimir Putin fa sapere di essere pronto ad allargare il conflitto.
Dal ministero degli Esteri russo arriva anche un pensierino per Finlandia e Svezia: «La loro sicurezza non aumenterebbe con l'adesione alla Nato».
Sono avvertimenti da prendere sul serio? Negli ultimi giorni ci sono stati solo segnali di escalation. I negoziati sembrano dissolti.
I «principi» di Mosca Soltanto papa Francesco insiste per la tregua. Putin,invece, ha dato ordine di riprendere i bombardamenti anche su Kiev, «come risposta agli attacchi dell'Ucraina nei villaggi in territorio russo», spiegano dal Cremlino.
Intanto il nuovo pacchetto di armi americane è già in viaggio. Le prime consegne dovrebbero arrivare tra oggi e domani, fa sapere il Pentagono. Sono strumenti micidiali, come artiglieria pesante, 11 elicotteri M-17, 300 droni-kamikaze e altro ancora.
È il salto di qualità a lungo chiesto da Volodymyr Zelensky e che ora, evidentemente, allarma i generali putiniani.
L'ambasciata russa, dopo 52 giorni di distruzioni indiscriminate e di stragi tra i civili, adesso riscopre «i rigorosi principi del diritto internazionale che vietano di consegnare armi nelle zone di guerra». Il testo fa riferimento a «sistemi di lancio multiplo di missili» che in realtà non sono mai stati spediti agli ucraini. Per il resto il documento russo slitta nella propaganda, accusando gli occidentali di armare «i nazionalisti radicali, gli estremisti e i banditi dell'Ucraina».
Inoltre gli Stati Uniti e la Nato «fanno pressione per abbandonare i negoziati in modo da poter continuare le stragi e isolare la Russia».
I tre scenari di Biden L'amministrazione Biden ha risposto con un certo distacco alla lettera russa. Ned Price, portavoce del dipartimento di Stato, osserva: «Nulla potrà convincere il presidente Biden a interrompere il sostegno all'Ucraina».
La mossa del Cremlino, però, si innesta sui tre scenari in questo momento all'attenzione del governo americano.
Primo: è possibile che i russi si stiano preparando ad attaccare i convogli che trasportano le armi Usa. In questo caso la nota diplomatica sarebbe una specie di giustificazione preventiva.
Secondo: la reazione del Cremlino è forse la dimostrazione migliore di quanto stiano funzionando i rifornimenti. Gli Stati Uniti, quindi, si stanno attrezzando per dare continuità, coinvolgendo anche gli alleati europei.
Il segretario di Stato, Antony Blinken, avrebbe avvertito i partner che la guerra «potrebbe durare per tutto il 2022».
L'enigma atomico Terzo e passaggio più delicato: il pericolo dell'atomica.
Qui sta aumentando soprattutto la confusione. In un'intervista alla Cnn , Zelensky ha detto che Putin potrebbe usare ordigni nucleari tattici o armi chimiche: «Il mondo dovrebbe prepararsi a questa eventualità, per lui la vita umana non ha valore; sarebbe un attacco non solo all'Ucraina. Non dovremmo avere paura, ma essere preparati. Noi siamo preparati». Poche ore prima, però, un suo consigliere aveva precisato che non c'erano avvisaglie concrete di un attacco nucleare. Anche il direttore della Cia, William Burns, ieri ha ripetuto che «non bisogna prendere alla leggera il possibile ricorso di Putin alle armi nucleari».
Aggiungendo: «Per ora non vediamo segnali in questa direzione». Abbiamo chiesto un parere a Stuart Kaufman, docente all'Università del Delaware e studioso del «putinismo»: «Non credo che il leader russo farà esplodere una bomba nucleare. Non cambierebbe l'esito della guerra e si troverebbe a fronteggiare la reazione dell'Occidente che a quel punto sarebbe drastica. Via le forniture di gas e un pesante intervento militare, forse anche diretto, a sostegno di Zelensky».
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