Marco Conti per il Messaggero
Sugli attacchi ricevuti negli anni al Quirinale Sergio Mattarella era pronto a passare sopra, ma che sulle scelte dell' Alleanza Atlantica ci sia poco da scherzare se ne è accorto lo stesso Matteo Salvini. Quanto le dure critiche del leader del Carroccio all' intervento della Nato contro Assad, abbiano pesato sulle scelte del Quirinale di affidare o meno l' incarico al leader del Carroccio, è difficile dirlo. Anche perché alle ultime consultazioni il centrodestra si è presentato senza i numeri e con la richiesta di un incarico pieno ma totalmente al buio per Salvini.
Il Matteo-lumbard filorusso era noto alle cancellerie e già fonte di molti interrogativi. Ma sostenere a metà aprile - in occasione della reazione militare dei paesi Nato all' uso di gas da parte di Assad - che l' intervento in Siria è frutto «di notizie false» utili solo «per sganciare bombe», ha fatto sobbalzare Washington che già aveva ricevuto dall' ambasciatore americano in Italia, Lewis Eisenberg, un report non particolarmente lusinghiero.
Quanto fosse pesante l' irritazione oltreoceano per le parole del leader del centrodestra, se ne è accorto qualche giorno dopo il numero due del Carroccio Giancarlo Giorgetti che, presentatosi negli uffici di via Veneto ha trovato solo funzionari Usa pronti a scusarsi perché l' ambasciatore era andato via. In Italia posizioni contrarie a possibili escalation o a interventi militari, hanno sempre trovato cittadinanza, ma sposare in quel momento la linea di Mosca è sembrato troppo anche a Berlusconi che infatti ne ha preso subito le distanze pur non potendo certamente passare per anti-russo.
E così a metà aprile l' idea del Quirinale di affidare un preincarico a Salvini per tentare di comporre una maggioranza, ha lasciato il posto alla cautela. Trattandosi del leader della coalizione che ha raccolto più voti il 4 marzo, l' interrogativo che in tanti all' estero si sono posti riguarda la collocazione internazionale dell' Italia.
MATTEO SALVINI CON LA MAGLIETTA DI PUTIN
Scelte, quella atlantica e quella europea, che per Mattarella sono fuori discussione anche se la preoccupazione per un possibile isolamento internazionale del Paese è più volte tornata indirettamente nelle parole che il presidente della Repubblica ha pronunciato in queste settimane di trattative. Di Maio nel corso delle consultazioni ha schierato il M5S a fianco di Ue e Nato, Salvini ha preferito Mosca e incontrare Steve Bannon.