Da Il Corriere della Sera
Prima l’annuncio che l’era del «Vaffa» è finita (forse). Ora il lancio dell’ultima sfida, a poche ore ormai dall’apertura delle urne. Beppe Grillo torna a parlare dal suo blog. «Siamo rimasti soltanto noi e Forza Italia, il movimento si confronta con il più grande ed efficace spot pubblicitario dopo la Coca Cola di tutti i tempi. Ci siamo imposti con parole guerriere, mandare a casa una casta occupante spazio. Il movimento è nato su quelle parole guerriere e si è nutrito della saggezza migliore degli italiani: adesso siamo qui, a confortarci con il lato più oscuro e nebbioso del carattere del nostro popolo. Diamogli l’ultima spallata».
GRILLO: «NON POSSO NON ESSERCI»
Grillo scrive un post sul blog dal titolo «Non posso non esserci». «Rimuovere un intoppo, la casta che blocca il corso normale della democrazia nel nostro paese. Questo lo scopo del nostro movimento, quando si è imposto alla corrotta attenzione dei media anni fa. Non essere più costretti a sentirci una democrazia di serie b, annoiati prima dai discorsi di presidenti del consiglio deliranti e poi da quelli di sommessi contabili asserviti ad una moneta. Un popolo mai protagonista di nulla, con una storia ed una cultura uniche lasciate nelle mani di personaggi che parlano a quel popolo dalla tazza di un cesso, da una cena elegante oppure da un esilio in Nord-Africa.
<Avvilito da saccenti provenienti da grandi università, che parlano tra loro con idee di altri, dove non hanno pubblicato quasi nulla, sino alle umiliazioni più estreme: il governo del nipote e quello del bugiardo compulsivo. Oggi, come un vecchio camino spento l’insignificante vuoto nulla occupa quella poltrona in attesa di sviluppi, come nella storia infinita», scrive Grillo.
berlusconi salvini meloni fitto
«L’ULTIMA SPALLATA»
«Guardate quello che sta succedendo, osservateli con attenzione: sono in brandelli, si travestono, tolgono e mettono pezzi di simbolo e nomi dai loro imbrogli: lega, libera non più nord, di sinistra ma anche no, abbasso l’abbacchio ed evviva i meloni sgarbati, evviva i re delle cliniche private del Lazio e della Lombardia, ne resteranno soltanto due: noi ed il partito di plastica», attacca Grillo.
BEPPE GRILLO LUIGI DI MAIO ALESSANDRO DI BATTISTA
«Luigi non può rifiutarsi, dovrebbe essere impossibile che l’Ex cavalier-badante sia lì? ma il Presidente tace, i giornalisti gli mettono dei cuscini sotto le chiappe, l’ex capo dell’ex Lega Nord si nasconde dietro quell’ologramma, l’ex sinistra è diventata la banca intorno a noi ed ha partorito una scialuppa di salvataggio capitanata da piagnucoloni e brontoloni. Quelli che hanno sempre ruminato la demolizione dello stato sociale per conto della finanza adesso si dissociano. Ma il mondo non è un utero in affitto, sono tempi difficili, non c’è da scherzare», prosegue Grillo che conclude: «Nelle stanze dei bottoni sono davvero disperati se contano su un pubblicitario da cassazione! Diamogli l’ultima spallata!».