Dagotraduzione da “le Monde”
mario draghi consiglio europeo
Fa parte della famiglia ma nessuno sa ancora quale posto occuperà attorno al tavolo. Come ex presidente della Banca centrale europea, Mario Draghi è un habitue del consiglio europeo e dunque ne conosce bene usi e costumi. Adesso è a capo del Governo italiano, quindi parte di questo gruppo molto chiuso. Giovedì 25 marzo doveva partecipare al suo secondo summit (virtuale) dopo la nomina. Ed è con una certa curiosità che i suoi colleghi aspettavano il suo intervento, dopo che nel primo vertice, il 25 febbraio, aveva manifestato l'intenzione di imprimere il suo marchio.
Quel giorno Mario Draghi aveva sorpreso il mondo. Per il suo stile, prima di tutto, sobrio e diretto. "Draghi ha uno stile impregnato del suo passato come banchiere centrale, e' un economista anche nelle parole, va subito al punto. Cosa non certo abituale all'interno del Consiglio europeo" spiega una fonte diplomatica.
mario draghi consiglio europeo 2
Il nuovo primo ministro non era dove lo aspettavano i suoi omologhi, che comunque lo frequentano da molto tempo. "Al Consiglio è stato un po' strano, perché vedevano Draghi e non l'Italia. A dire il vero, non sapevano che tipo di uomo politico avrebbe potuto essere" spiega un altro diplomatico.
Di fatto, Mario Draghi ha espresso una politica sulla questione vaccini ben piu' protezionista di quella che ci si sarebbe aspettati dal suo passato di banchiere centrale passato da Goldman Sachs. Non se ne parla proprio, ha detto ai suoi colleghi, di permettere ai laboratori che non rispettano gli impegni presi di esportare al di fuori dell'Unione. Né di cedere i vaccini ai paesi africani, come avrebbero voluto Macron e Merkel, fino a quando gli Italiani non saranno immunizzati.
È chiaro come l'Europa sia in ritardo, rispetto a paesi come Stati Uniti, Inghilterra o Israele, dove le campagne vaccinali sono in fase ben più avanzate, e deve assolutamente recuperare il tempo perduto.
"Siccome è conosciuto e ascoltato e nessuno può dubitare che sia un europeista convinto, Mario Draghi può permettersi di adottare posizioni controverse" spiega una fonte italiana. Roma ha velocemente allineato i fatti alle parole, bloccando, il 26 febbraio, l'esportazione di 250.000 dosi AstraZeneca dall'Italia all'Australia. Una decisione con forte valore simbolico, che gli ha permesso di manifestare la sua natura decisionista.
"Mario Draghi è un liberal socialista. Ha delle convinzioni forti, ed è pronto ad andare in battaglia" testimonia l'ex segretario italiano agli affari europei, Sandro Gozi, ora eurodeputato francese.
Per adesso, il primo ministro italiano ha un'ossessione: che i vaccini arrivino e siano distribuiti il più presto possibile ai suoi connazionali. Considerato un eurocrate dalla maggior parte dei cittadini italiani "deve dimostrare che difende gli Italiani prima dell'Europa" giudica il segretario di Stato agli affari europei francese, Clement Beaune. In un paese che si è sentito prima umiliato - crisi della zona euro - e poi abbandonato - crisi migratoria 2015/2017 e inizio della pandemia 2020 - dall'Europa, la costruzione europea si è fatta molti nemici.
E Mario Draghi è legato alla sua maggioranza formata dal Movimento 5 stelle (antisistema) e la Lega (estrema destra), due formazioni euroscettiche che insieme hanno la maggioranza in Parlamento.
Solo ad alcune condizioni Draghi potrà "riconciliare gli Italiani con l'Europa" dice Sebastien Maillard, direttore dell'Istituto Jacques Delors. Per questo, avrà a disposizione i fondi comunitari del piano recovery europeo (circa 80 miliardi di sovvenzioni e 128 miliardi di prestiti). Ma dovrà anche, continua Maillard "ristabilire la credibilità' dell'Italia in Europa". Per farlo, Draghi dovrà accompagnare il suo piano di rilancio con le riforme.
La formazione del suo governo ha rassicurato Bruxelles. "Mario Draghi da' forza all'Italia, e aumenta il suo peso in Europa" dice Beaune. Ma il futuro non sarà semplice, tenuto conto del poco tempo che ha a disposizione - la legislatura italiana finisce nel 2023, ma il governo potrebbe traballare anche con l'elezione del Presidente della Repubblica prevista per febbraio 2022.
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"Draghi gioca pesante. Può superare la divisione nord sud. Ma deve dimostrare ai Tedeschi che i risparmi dei loro contribuenti sono ben spesi" riassume Gozi. Senza questo Draghi, che plaude ad "un'Unione europea più integrata, che arrivera' ad un bilancio pubblico comune, capace di sostenere gli Stati membri durante i periodi di recessione" come ha detto al Senato il 17 febbraio, non riuscirà mai a convincere Berlino o l'Aia. In un certo senso, la credibilità dell'Italia e delle riforme del suo primo ministro dipenderanno dal piano di rilancio europeo finanziato con i soldi dei contribuenti pubblici, che Parigi e Berlino faticano a far digerire ai paesi frugali (Paesi Bassi, Danimarca, Austria che tengono alla correttezza delle finanze pubbliche).
enrico letta sebastien maillard MARIO DRAGHI AL CONSIGLIO EUROPEO