Estratto dell’articolo di Monica Guerzoni per il “Corriere della Sera”
STEFANO BONACCINI E PIERLUIGI BERSANI
Bersani, ha deciso di riprendere la tessera del Pd?
«Se, come spero, sarà un nuovo inizio, ci sarò anch’io».
Si batterà per cambiare nome al partito?
«Non mi dispiacerebbe il riferimento al lavoro, ma i nomi vengono dopo la sostanza».
Con Zingaretti, Orlando e lei il Pd di Schlein torna in mano alla «ditta» ex Pci?
Bersani ride: «Per me la ditta è l’Ulivo e se il Pd torna in mano a quel popolo allora sì, torna la ditta. Evocare il Pci è una semplificazione. Anche a me dicono che sono stato il più liberale d’Italia, ma per loro resto il comunista. Il comunismo è morto, ma l’anticomunismo vive alla grande».
Le è piaciuto l’esordio della nuova segretaria?
«È presto per dirlo. Certamente c’è una novità che contiene un elemento di avventura. Ma la stasi è decadenza […]». […] «Schlein ha di fronte tre esigenze. La prima è tenere aperti l’allargamento […] La seconda è il percorso costituente […] La terza priorità è la costruzione del campo».
Fallito il campo largo di Letta, un Pd spostato a sinistra non sarà più piccolo?
«[…] Se uno organizza un progetto su disuguaglianza, dignità del lavoro, cambiamento climatico, diritti sociali e civili si occupa di temi periferici? […]».
elly schlein oggi e un altro giorno
Non ci sarà la scissione degli ex renziani?
«L’agibilità politica è la condizione perché non ci sia. Se Schlein allarga il Pd e lo fa discutere, sono convinto che saprà tenerlo unito». […] «[…] L’ambiguità da sciogliere è se il Pd sia il punto di equilibrio del sistema. Per me no, non lo è mai stato, il punto di equilibrio è l’alternanza. Il servizio da fare al Paese è costruire un campo di alternativa e se qualcuno nel campo pensa di ballare da solo finirà nel disgusto di metà dell’elettorato italiano».
Calenda e Renzi?
«Ce l’ho con chiunque pensi di lottare per la supremazia, mentre c’è una destra-destra.
[…]».
[…] Piantedosi deve lasciare?
«Con molto meno, in un Paese occidentale un ministro sarebbe andato a casa». […] «[…] Questa roba è troppo delicata, prima di tirare croce addosso a qualcuno bisogna essere sicuri di quello che si dice».
Come giudica la linea di Meloni sui migranti?
«Bisogna essere onesti, nessuno ha la ricetta. Ma Meloni non può ritenere di aver vinto perché la Ue consente ai Paesi di tirar su un muro. Tornerà a casa vincente quando ci saranno canali umanitari e una missione europea di soccorso con l’aiuto delle Ong.
[…]».
Sull’Ucraina, Schlein si allontanerà dalla posizione atlantista di Draghi e Letta?
«Vedo una speculazione, perché sulle armi non ci sono decisioni da prendere adesso. Il problema semmai è che i politici dicono “vincere, vincere, vincere”, quando i militari stessi dicono che una soluzione militare non c’è. Parole come cessate il fuoco e negoziato vengono ritenute putinismo. E allora, quel 65% degli italiani che ha paura della escalation nucleare sono tutti dei pusillanimi o deficienti? […]». […]