MARIO AJELLO per il Messaggero
Era la regina madre della destra italiana. «Fascista io? No, sono di destra ma quella vera e non voltagabbana». E in questo c'era, da parte di Donna Assunta Almirante, la sua critica alla svolta finiana di Fiuggi («Gianfranco fingeva di piangere mentre noi piangevamo sul serio»).
Era un peperino («Sono come la nduja della mia Calabria»), spigliata e super-pop. Ora è morta Donna Assunta, a 100 anni, tutti vissuti al massimo e spesso fuori dagli schemi. Compresi quelli ideologici. Ha fatto simpatia a molti di sinistra (e alcuni di loro domani saranno ai funerali di massa nella chiesa di Piazza del Popolo) che ne hanno apprezzato una libertà di giudizio che sovente manca nel fronte progressista sia maschile sia femminile.
In un secolo di vita, Donna Assunta di schemi ne ha rotti parecchi. Sposò Almirante, con cui stava dal 1952, soltanto nel 1969, dopo la morte del primo marito Federico de' Medici, da cui aveva già avuto tre figli. Ed è per questo che divenne una fervente sostenitrice del divorzio, difeso a spada tratta nel referendum abrogativo del 1974 anche se la linea del Msi era un'altra.
E' stata custode silenziosa di tutte le volte in cui Almirante incontrava di nascosto il segretario comunista del Berlinguer («Persona onesta e lineare»). E sarebbe rimasta in scena anche dopo la morte di Giorgio. «Io la adoro quasi fosse Mamma Rosa», le ha detto una volta Berlusconi. Il quale ora («Il Cavaliere? Più che altro un grosso imprenditore», e per lei questo non era un complimento) la piange come tutti. A cominciare dalla Meloni («E' stata un pilastro della memoria storica della destra italiana», scrive Giorgia) alla cui proposta di intitolare una strada di Roma ad Almirante, Donna Assunta rispose: «Non ce n'è bisogno».
Ruppe con Fini e alle Europee del '99 minacciò che avrebbe votato per la sinistra per contrastare «l'orrido elefantino» del progetto politico di Gianfranco e Mariotto (Segni). All'ultimo secondo, poi, non ce la fece. Scrisse sulla scheda un gigantesco «Evviva Almirante!». Avrebbe messo in riga, negli anni a venire, chiunque: anche i colonnelli di An ma è rimasta legatissima a Francesco Storace. Calabrese doc, Donna Assunta a luglio, per il suo centesimo compleanno, si è fatta suonare «Calabrisella mia».
Aveva tanti amici a sinistra e soprattutto un feeling anche mondano, con i coniugi Bertinotti. E pure con la famiglia Craxi. «Bettino fu il primo a ricevere mio marito. Giorgio gli disse: guardi che io sono fuori dall'arco costituzionale Lui rispose: l'arco costituzionale è roba da De Mita». Era nata Raffaela Assunta Stramandinoli, ma poi il secondo nome ha finito per imporsi sul primo. È stata un personaggio cult della vita romana, dispensatrice di stroncature feroci e carezze amorevoli. Di Mussolini diceva: «Ma proprio a testa in giù dovevano metterlo? E c'era proprio bisogno di sputargli addosso? Ma che gentaccia!». Ora Donna Assunta non c'è più e il presepe italiano perde un pezzo che lo ha animato assai.
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