1 - I GIUDICI INGLESI: «È INGUARIBILE, STACCATE LA SPINA A INDI» L’ITALIA LE DÀ LA CITTADINANZA
Estratto dell’articolo di Marco Galluzzo per il “Corriere della Sera”
Al termine del Consiglio dei ministri straordinario è la stessa Giorgia Meloni a voler dire due parole sul gesto compiuto dal governo: «Dicono che non ci siano molte speranze per la piccola Indi, ma fino alla fine farò quello che posso per difendere la sua vita. E per difendere il diritto dei genitori a fare tutto quello che possono per lei».
Le parole della premier spiegano anche le ragioni dell’intervento urgente del governo. Il Cdm si è riunito ieri solo per conferire la cittadinanza italiana alla piccola Indi Gregory, una decisione che da Meloni era stata comunicata qualche giorno fa al premier inglese Sunak: una bambina di otto mesi affetta da una rara malattia mitocondriale a cui l’Alta corte londinese vuole sospendere i trattamenti vitali. La bimba è affetta dalla sindrome da deperimento mitocondriale, una rarissima malattia degenerativa che provoca il mancato sviluppo di tutti i muscoli.
La seduta a Palazzo Chigi si è conclusa in pochi minuti, con una «decisione lampo».
Subito dopo il conferimento della cittadinanza l’atto dell’esecutivo è stato controfirmato dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.
Il gesto […] ha come obiettivo quello di consentire il trasferimento di Indi in un ospedale italiano dove sarebbe scongiurato il «distacco» dei macchinari che la tengono in vita, in particolare la ventilazione assistita. In Italia infatti l’eutanasia è illegale, a differenza che in Gran Bretagna. Il caso ricalca quello di altri bambini inglesi — per esempio quello di Charlie Gard, di Alfie Evans o Archie Battersbee — per i quali i giudici di Londra hanno ordinato negli anni passati la sospensione dei trattamenti vitali. Il criterio che ha guidato le sentenze è quello del «massimo interesse per il minore»: il distacco dalle macchine è finalizzato a risparmiare dolori inutili al malato. […]
[…] «Grazie di cuore al governo, siamo orgogliosi che nostra figlia sia italiana» il primo commento del padre Dean Gregory, assistito legalmente dall’ex parlamentare leghista Simone Pillon. «C’è speranza e fiducia nell’umanità». Dopo il decreto i genitori hanno presentato immediato ricorso all’Alta corte di Londra chiedendo di trasferirla all’ospedale Bambino Gesù. In Italia c’è chi non è d’accordo, come Andrea Crisanti, Pd: «Il sistema inglese è all’avanguardia nella genetica, portare in Italia la piccola è una inutile crudeltà». […]
2 - IN OSPEDALE DALLA NASCITA POI DIAGNOSI E RICORSI «VOGLIAMO SOLTANTO DARLE UNA POSSIBILITÀ»
Estratto dell’articolo di Luigi Ippolito per il “Corriere della Sera”
È una storia triste che si ripete: era accaduto nel 2017 col piccolo Charlie Gard, l’anno successivo con un altro bambino, Alfie Evans, infine l’estate scorsa col dodicenne Archie Battersbee. Adesso è il caso di Indi Gregory, una bambina di otto mesi, a trasformarsi in una battaglia legale e a dividere le coscienze.
Anche stavolta abbiamo una piccola malata terminale cui i medici vogliono staccare la spina, contro il volere dei genitori. […] Dunque un mese fa i sanitari hanno chiesto al tribunale l’autorizzazione a sospendere i trattamenti che tengono in vita Indi, ma i genitori della piccola, Dean Gregory e Claire Staniforth, entrambi trentenni, si sono opposti.
L’Alta corte però, a metà ottobre, ha dato ragione all’ospedale: è «col cuore pesante» che il giudice Peel ha autorizzato i medici a staccare la spina […]. Dunque il magistrato è giunto alla conclusione che «il peso di un trattamento invasivo supera i benefici», perché «il dolore significativo sperimentato da questa adorabile bambina non è giustificato a fronte di un insieme incurabile di condizioni e nessuna prospettiva di recupero».
Ma Dean e Claire, «devastati» dalla decisione, non si sono arresi e hanno fatto appello: «Indi reagisce agli stimoli — hanno detto — può provare felicità, piange come una bambina normale. Sappiamo che è disabile, ma non si lasciano morire i disabili, vogliamo solo darle una possibilità».
L’appello però è stato respinto due settimane fa, così come, qualche giorno dopo, è stato respinto anche il loro estremo ricorso alla Corte europea dei diritti umani di Strasburgo. Allora, una settimana fa, i genitori di Indi sono tornati di fronte all’Alta corte di Londra per chiedere l’autorizzazione e portare la piccola in Italia, dove l’Ospedale del Bambino Gesù di Roma si era offerto di accoglierla: ma anche questa ultima istanza è stata respinta, quando il giudice ha sentenziato che «non c’è nulla che suggerisca che la prognosi sarà alterata in maniera positiva dal trattamento nell’ospedale italiano».
Il principio seguito in questi casi dalla magistratura inglese è quello del «miglior interesse» del paziente, che prevale anche sulla volontà dei genitori: in Gran Bretagna lo Stato ha il diritto/dovere di tutelare i sudditi, anche i minori. Va detto che casi come quello di Indi sono purtroppo all’ordine del giorno in Inghilterra e si concludono solitamente con l’accordo di medici e familiari a sospendere i trattamenti […]. Resta ora da vedere quale effetto avrà la mossa del governo italiano, perché un eventuale trasferimento di Indi si scontra comunque con ostacoli legali e pratici .