“FINO A PROVA CONTRARIA, LÌ NON SI STAVANO COMMETTENDO REATI” – MICHELA MURGIA A “OTTO E MEZZO” CONTRO L'INEFFABILE DECRETO SUI RAVE: "ANCHE UN ADDIO AL CELIBATO RISCHIA DI DIVENTARE UN REATO" - AGGIUNGE: ''IN QUESTO PAESE ASSUMERE STUPEFACENTI NON È UN REATO” – E A CHI LE FA NOTARE CHE IL CAPANNONE ERA PERICOLANTE, RISPONDE TIRANDO IN BALLO I MEDICI NO VAX: “LORO NON MINANO LA SICUREZZA?" - FACCI: "QUANDO LEGGO QUALCOSA DELLA MURGIA, FEMMINISTA MILITANTE, RIEMERGONO I MIEI STUDI DI ETOLOGIA..."

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1 - OTTO E MEZZO, LA MURGIA DIFENDE I RAVE: "STUPEFACENTI E ALCOL NON SONO UN REATO"

Da www.liberoquotidiano.it

 

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Michela Murgia ospite di Otto e Mezzo su La7 nella puntata di martedì 1 novembre. Dopo aver definito Giorgia Meloni "una nemica delle donne", è Lilli Gruber a chiederle un suo commento sui primi provvedimenti del governo.

 

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In particolare sulla stretta sui rave party. E la scrittrice non se lo fa ripetere due volte: "Si tratta di un intervento da stato di polizia, lo dicono i giuristi. Per me è l'idea di dare un segnale di stop alla tolleranza". Insomma, la scrittrice difende il raduno illegale: "Lì non si stavano commettendo reati, io vorrei ricordare che in questo paese assumere stupefacenti non è un reato e neppure ubriacarsi fino a sfasciarsi. Questa è una legge assurda".

 

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"Il capannone era pericoloso anche per loro", interviene Alessandro Giuli che cita Stefano Bonaccini: "Il governatore del Pd, che non è di destra, ha ringraziato il governo. Gli agenti hanno usato la persuasione e non la forza, quindi". Ma la Murgia non intende sentire ragioni: "A questo punto anche un addio al celibato rischia di diventare un reato".

 

Non finisce qui, perché la scrittrice cita i medici no vax, ricordando che "loro invece non minano la sicurezza" dei pazienti. E ancora: "Ogni volta avremo una commissione di sicurezza per vigilare su quanto fatto dal governo precedente?". Il riferimento della Murgia è chiaro: l'esecutivo ha proposto di verificare l'operato in merito alla pandemia.

 

2- HOMO MURGIA

Filippo Facci per Liberoquotidiano.it

 

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Quando leggo qualcosa di Michela Murgia, femminista militante, riemergono i miei studi di etologia. La genetica molecolare ha ormai acclarato che siamo solo un terzo tipo di scimpanzè nella famiglia delle scimmie antropomorfe: ne condividiamo oltre il 99 per cento del Dna.

 

I maschi sono più correlati al sistema limbico e le femmine alla neocorteccia cerebrale: il sistema limbico è il cervello più antico, dove resiste una maggior predisposizione alla competizione e a scontri senza troppa e fatale riflessione; nella neocorteccia invece risiedono i segni distintivi che ci separano dal resto del regno animale, e cioè la cultura e il linguaggio.

 

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L'evoluzione ha previsto che il maschio prima morda e poi ci pensi, perché negli scontri riproduttivi il pensare troppo non paga; le femmine invece prediligono la neocorteccia, perché le competenze sociali hanno più valore nel gruppo.

 

Ecco: se a renderci umani è anzitutto la neocorteccia (il linguaggio e la cultura) verrebbe da desumere un'umana superiorità femminile, come la Murgia auspica. Sarebbe bello. Peccato che il nostro cervello abbia solo 10mila anni, e in termini evoluzionistici sia fermo a quando eravamo ancora nelle pianure africane: cultura e tecnologia sono cumulative, ma etica e morale no. Siamo ancora schiavi di pulsioni innate, mal adattati, e tali resteremo per migliaia d'anni ancora. Siamo mezze scimmie. Penso questo.

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