Carlo Bertini per “la Stampa”
MATTEO RENZI Roberto Gualtieri e Giuseppe Conte al lavoro sul Def
C' è un motivo psicologico, meta-politico, che muove la mano di Matteo Renzi, nella sua offensiva quotidiana contro i bastioni del Tesoro per cambiare la manovra a sua immagine e somiglianza. Un motivo spiegato bene da chi lo frequenta ogni giorno: «Conte e gli altri si ostinano a non riconoscergli la dignità di alleato strategico, non lo chiamano mai e lui si imbestialisce. Non lo trattano come quello che questo governo l' ha fatto nascere.
roberto gualtieri giuseppe conte 1 teresa bellanova
Anche per la famosa foto di Narni hanno avvisato la Bellanova e non lui. Tutti lo tengono a distanza e lui allora reagisce così: "Fate finta che non esisto? E invece esisto eccome". Ecco come la vive, ma non è questione di forma, lui bada alla sostanza», spiegano i suoi. Senza negare che c' è un motivo politico altrettanto forte: fare le pulci al proprio governo garantisce visibilità che certo non fa male ad un movimento ancora in culla.
il centrosinistra unito a narni - roberto speranza nicola zingaretti vincenzo bianconi luigi di maio giuseppe conte
Il voto non fa paura a Matteo
Un partito che nei sondaggi di Renzi, se si andasse al voto, prenderebbe il 5%. E quindi la minaccia di Zingaretti e compagni di staccare la spina non fa breccia. Pur non inseguendo le urne, conscio che la speranza di sostituire Conte non si realizzerà, a Renzi le elezioni anticipate nel 2020 però non fanno paura. Perché si voterebbe con il taglio dei parlamentari non in vigore e Italia Viva porterebbe in Parlamento col proporzionale una cinquantina di deputati e senatori, lo stesso numero attuale. Ma sul perché all' indomani del vertice, siano passati all' attacco, il vice della Boschi, Luigi Marattin, è disarmante.
«Beh sarebbe strano se nei prossimi due mesi di esame della manovra ognuno non dicesse le proprie idee». Eccole: «La tassa sulle auto aziendali colpisce 2 milioni di lavoratori», twitta Michele Anzaldi. E la plastic tax, ambientalmente è ok, ma colpisce una filiera industriale. Dura reazione di premier e Pd Peccato che questa lotta continua irrita Zingaretti e Conte, per non dire di Gualtieri. Il quale dal suo ministero fa sapere di non essere appassionato della tassa sulle auto aziendali (la proposta è della sua vice grillina Laura Castelli), ma se si vuole levare, insieme alle altre tasse, gli alleati devono indicare le coperture: 1 miliardo viene dalla plastica, mezzo dalle auto aziendali e 230 milioni dalla sugar tax. Proprio al vertice i renziani avevano proposto di far slittare il taglio del cuneo da luglio all' autunno. Un calcio in faccia al Pd.
Non finisce qui, avvisa Renzi
Zingaretti ieri mattina legge l' attacco di Renzi e si inalbera, dopo giorni di avvertimenti a piantarla con i distinguo. «Non finisce qui: su zucchero, plastica e auto aziendali lavoreremo duro nei prossimi giorni. Ci sono i numeri, nel Bilancio e in Parlamento, per evitare che queste tasse salgano».
NICOLA ZINGARETTI E MATTEO RENZI
IL MEME DI OSHO SU RENZI DOPO LA VITTORIA DI ZINGARETTI ALLE PRIMARIE
E siccome i numeri sono quelli dei renziani sommati a Lega e Fdi, al Nazareno commentano acidi: «Sembra un tweet dell' opposizione». Il segretario sferra un colpo basso: «La destra e non solo, parlano di tasse agitando paure senza alcun fondamento, noi lavoriamo per gli italiani».
In Transatlantico, Graziano Delrio allarga le braccia. «Noi lavoriamo perché il governo sia stabile e speriamo che tutti la pensino come noi...». «Nessuno ha interesse a far cadere il governo e se alcuni fanno altre valutazioni lo dicano», ribatte Marattin.
Conte usa parole meno contundenti ma chiare. «È inutile affidarsi a efficaci narrazioni comunicative. Le bugie hanno le gambe corte», taglia corto, ammettendo che «ci sono alcune tassazioni mirate, ma sono state valutate» con i capi delegazione di maggioranza.
La manovra è arrivata alle Camere e, considerando anche la rumorosa campagna anti-tasse di Di Maio, si prepara a un calvario di due mesi.
giuseppe conte roberto gualtieri 9 MATTEO RENZI