Da open.online
«Adesso sta alla magistratura dimostrare di essere molto, molto severa nei confronti di questi banditi che hanno ferito le forze dell’ordine». Il ministro della Giustizia Carlo Nordio, dal forum di Fondazione Iniziativa Europa a Stresa, chiede un intervento deciso ai giudici in merito agli scontri di Torino durante il No Meloni Day. Manifestanti e polizia sono venuti a contatto, 15 agenti sono finiti in pronto soccorso.
«Non ci sono attenuanti per chi aggredisce le forze dell’ordine», ha detto il ministro, che ha aggiunto: «Ho visto come è nato il terrorismo, proprio anche a Torino: hanno iniziato così, prima si incita alla rivolta, poi si aggrediscono i poliziotti, poi si fa il gesto della P38 per strada e poi però si spara». Per questo, per Nordio, l’intervento della magistratura, «rapido ed efficace. Da parte del governo lo è e lo sarà».
Il referendum sull’Autonomia differenziata
Non è l’unico argomento di attualità di cui si è occupato il ministro durante il forum. DUe giorni fa la Corte Costituzionale ha smontato la riforma Calderoli sulla Autonomia differenziata, accogliendo il ricorso delle Regioni. Considerando «illegittime specifiche disposizioni dello stesso testo legislativo», ma ritenendo non fondata la questione di costituzionalità dell’intera legge, che quindi rimane in piedi.
Secondo gli esperti, le decisioni della Consulta di fatto renderanno inapplicabili anche quei “pezzi” di legge che sono stati risparmiati. Ma la questione ora è anche su cosa ne sarà del referendum. Per Nordio, la sentenza degli giudici della suprema Corte «dovrebbe eliminare almeno per ora la possibilità del referendum».
Questo perché la decisione impatta sul quesito e quindi sulla consultazione popolare. «La Corte Costituzionale è intervenuta pesantemente su alcuni settori che sono quelli proprio tipici del referendum. Adesso il parlamento dovrà rivederla, poi la rivedrà la Cassazione», ragiona il ministro, «la sentenza della Corte è più che equilibrata. Dico a spanne perché per dare una interpretazione tecnicamente corretta occorre leggere le motivazioni, che saranno sicuramente articolate e molto lunghe. Detto questo, è sicuro che produrrà un avanzamento probabilmente di mesi o forse anche di anni verso una soluzione definitiva, magari referendaria. Se mi si chiede se questa pronuncia impedirà o no il referendum, bisognerà leggere le sentenze, ma direi di sì».
L’«EMENDAMENTO MUSK» PREOCCUPA I MAGISTRATI
Da open.online
Il presidente dell'Associazione nazionale magistrati boccia la proposta di passare alle Corti d'appello le decisioni sulla convalida dei trattenimenti delle persone migranti
Con i giudici che continuano a bloccare il trattenimento dei migranti nei Centri in Albania, e con il coinvolgimento ora della Corte di giustizia dell’Ue, Fratelli d’Italia ha pensato di risolvere spostando le competenze sulle decisioni di convalida. Dalle sezioni specializzate dei Tribunali alle Corti d’appello, come scritto in un emendamento al decreto flussi della deputata Sara Kelany. Una mossa, spiega ora il presidente dell’Associazione nazionale magistrati, che non mira a razionalizzare il lavoro ma è conseguenza della «sfiducia nella giurisdizione» del governo.
Una sfiducia che mina il lavoro dei giudici, tenta di indebolirne il ruolo, e si manifesta con la «fantasiosa convinzione» che nei tribunali ci siano giudici comunisti pronti a smontare le leggi della maggioranza. «Con un colpo di penna si vorrebbe stravolgere l’ordinario assetto delle competenze.
La Corte di appello – già gravata da importanti carichi di lavoro che ci hanno fatto dubitare della possibilità di centrare gli ambiziosi obiettivi del Pnrr – dovrebbe occuparsi delle procedure di convalida, se non ho letto male addirittura con le sue sezioni penali», ricostruisce il presidente Anm Giuseppe Santalucia, «è assai difficile rinvenire un principio di razionalità in questo stravolgimento dell’ordine delle competenze». Non si vogliono quindi razionalizzare competenze e risorse, ma solo spostare le competenze nella convinzione che le Corti d’appello siano disposte a pronunce più favorevoli a quanto desiderato dal governo.
«Si percepisce la voglia di rappresentare nel modo più plateale, appunto, con la sottrazione di competenza, la sfiducia nella giurisdizione, movendo dalla fantasiosa convinzione che i magistrati comunisti si siano collocati proditoriamente nelle sezioni specializzate “immigrazione” dei Tribunali per attuare il sabotaggio delle politiche governative», evidenzia Santalucia, «abbiamo il dovere di ribadire che la magistratura italiana non è in nessuna sua parte attraversata da faziosità politica e non avversa i programmi di chi oggi è maggioranza politica di governo».
MEME GIORGIA MELONI MATTEO SALVINI
Il presidente Anm difende il lavoro dei giudici nella sua relazione nel Comitato direttivo centrale: «Abbiamo il dovere di non cedere alla stanchezza e allo sconforto, trovando la forza di contrastare, con la ragione e il diritto, la coltre di maliziose accuse che ci piovono addosso, che confondono, sconcertano, disorientano, sporcano l’immagine di una fondamentale Istituzione, presidio di libertà e di uguaglianza, quale è, è stata nella storia di questo Paese e, per mezzo di noi tutti e di quanti verranno, sarà ancora la magistratura italiana».
Giuseppe Santalucia - presidente anm ALBANIA QUI NON E HOLLYWOOD - MEME SANTALUCIA ANM