Giampiero Rossi per il “Corriere della Sera”
letizia moratti e silvio berlusconi
Due frasi al microfono e, nel tardo pomeriggio di un afoso venerdì milanese, Letizia Moratti manda il centrodestra in fibrillazione come un formicaio scoperchiato. E non soltanto in Lombardia. «Da tempo ho dato la mia disponibilità alla coalizione e sono sollecitata a candidarmi quotidianamente da più parti. Aspetto un segnale concreto da parte del centrodestra per poter proseguire nel cammino intrapreso fino a qui», dice la vicepresidente della Regione Lombardia, nonché assessora al Welfare, parlando a Radio Lombardia di una sua possibile candidatura alle Regionali del 2023.
«Molti ritengono che dopo un lavoro generoso e positivo di un anno e mezzo io possa essere una risorsa per il centrodestra - aggiunge subito dopo. Penso davvero di poter essere un valore aggiunto per la coalizione. La mia storia personale lo testimonia». Non è una frase di circostanza: il messaggio è chiaro e forte. E arriva dritto nel ventre della coalizione che, soprattutto in Lombardia, ha vissuto finora della trazione leghista, a partire dal simbolo che accompagna il nome del presidente della Regione da due legislature. E infatti le parole dell'ex sindaca di Milano, ex ministra, ex presidente della Rai e candidata (per un giorno) al Quirinale non scivolano via senza scuotere l'intero centrodestra, tra il Pirellone e le segreterie romane.
attilio fontana matteo salvini mariastella gelmini
Non è un fulmine a ciel sereno. Tutt' altro. Da tempo a Palazzo Lombardia si respira aria politicamente pesante, sebbene nelle ultime settimane il leader della Lega Matteo Salvini abbia rilanciato apertamente la conferma del presidente Attilio Fontana. I due, il governatore e la sua vice - cooptata alla causa della Lombardia nel gennaio 2021 proprio da Salvini quando la gestione della sanità si stava rivelando un vulnus pericoloso per il governo regionale - intrattengono rapporti molto freddi e formali.
E non è mistero nel centrodestra da Milano a Varese e da Brescia a Pavia, che l'assessore alla Sanità ambisse all'investitura per la guida della Regione più importante d'Italia. E qualcuno ci ha fatto più di un pensiero, considerando il logoramento dell'immagine di Fontana durante la pandemia e sottolineando i costi di una campagna elettorale, che l'attuale numero due di Palazzo Lombardia potrebbe sostenere in proprio.
attilio fontana parla cinese per le olimpiadi di milano cortina
Ma per la Lega la guida della Lombardia è troppo importante. Per questo, anche di fronte ai pugni sul tavolo del sempre più ingombrante alleato Fratelli d'Italia, Salvini ha individuato in Attilio Fontana un «bene rifugio». Nessuno, nella coalizione che lo ha difeso in questi anni difficili, potrebbe mettersi contro il governatore in carica. «Sarebbe stravagante che una vicepresidente si candidasse contro il suo presidente», è il messaggio circolato ieri tra i collaboratori del leader leghista. «Squadra che vince non si cambia - ribadisce il coordinatore regionale lombardo della Lega, Fabrizio Cecchetti - il candidato della Lega è Attilio Fontana». Ma la coordinatrice regionale di Fratelli d'Italia, Daniela Santanché, nei giorni scorsi ha fatto più volte notare che «se davvero Salvini fosse convinto di questa investitura allora basterebbe convocare un vertice e una conferenza stampa per annunciarla».
LETIZIA moratti ATTILIO fontana GUIDO bertolaso
Tuttavia l'uscita allo scoperto di Letizia Moratti non sembra scaldare i cuori del centrodestra. «Il dossier non è ancora sul tavolo - dice il coordinatore nazionale di Forza Italia Antonio Tajani - valuteremo le candidature al momento opportuno». Intanto dal mondo berlusconiano arrivano voci che sottolineano che sebbene molto vicina a Forza Italia, la vicepresidente della Lombardia non agisca e non parli a nome del partito.
GUIDO BERTOLASO CON ATTILIO FONTANA E LETIZIA MORATTI
Anche perché in ballo ci sono gli equilibri della coalizione: davvero Berlusconi - che pure ha buoni rapporti con la Moratti - vuole aprire un fronte con la Lega in questo momento? Sullo sfondo ci sono i sommovimenti dello scenario politico. Le scissioni, le alleanze in divenire. All'indomani del primo turno delle Amministrative, Carlo Calenda ha definito Letizia Moratti «un'ottima candidata», innescando voci sulla nascita di un terzo polo. Ma all'interno della Lega, ogni volta che si parla di una candidatura Moratti, c'è chi si sofferma a ricordare che «quando è stata candidata la Quirinale non ha preso neanche un voto».