Estratto dell’articolo di Carmelo Caruso per il Foglio
Meloni pride. Appena torna da Londra, ci pensa lei. Mai più un caso Def. I parlamentari che hanno doppi incarichi (e si intendono le piccole cariche locali) dovranno scegliere. Una sedia. Una sola. Si continua. Sulla Rai, a inizio settimana, si terrà una riunione con Tajani e Salvini, perché così, la Rai, non va. Al prossimo Cdm, primo maggio, oltre ai provvedimenti economici, potrebbero arrivare le nomine del comandante generale della Gdf, del prefetto di Roma.
Sul Mes, la posizione del governo non cambia, ma la verità è che Giorgetti, all’Ecofin, tratta modifiche sull’Unione bancaria. E dunque basta fare i disfattisti, basta fare “i Tafazzi, perché non è vero che i mercati sono preoccupati”; “il Pnrr lo spenderemo tutto”, ha garantito Meloni agli uomini in grigio di Goldman Sachs, Lazard, Morgan Stanley, Bank of America, che con lei hanno alzato i calici, all’ambasciata italiana. Forse è servito questo Thursday shame, il giovedì della vergogna, che ha lasciato il segno sul volto del ministro per i Rapporti con il Parlamento di FdI, Luca Ciriani.
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E infatti non c’era dolo in quelle assenze dei deputati e non c’era neppure il calcolo, come qualcuno ha malignato (“Salvini voleva far fare una figuraccia a Giorgetti”), non era insomma l’assenza truffa , che, raccontava un vecchio ministro, “necessità di astuzia e, mi creda, l’astuzia difetta”. Avevano solo la testa in ferie ed è il peggiore castigo per il governo “non indietreggeremo”, per il ministro Sangiuliano, lui che ha tirato le orecchie a dirigenti assenteisti. Alla Camera, c’era chi voleva mettersi al muro, chi ha urlato più forte la sua vergogna, come il capogruppo di Fdi, Tommaso Foti, sperando così di ottenere per primo il “perdono” della Meloni: “Scusaci”.
La verità è che, da anni, non si vedeva, di venerdì, un Parlamento con ministri, vicepremier, sottosegretari, tutti quanti presenti, “ci sono, ci sono” per rivotare il Def, una parte, sotto gli occhi di Giorgetti, il ministro incuneato , “oggi non mi occupo di Mes ma solo di Mef”. Il cielo (l’Istat) deve aver avuto compassione di lui, lui che sta in mezzo a Meloni e Salvini, tra il Mes e il Mef. Si è svegliato, e ha svegliato Meloni, con due buone notizie.
GIORGIA MELONI INCAZZATA PER IL CASINO IN PARLAMENTO SUL DEF - MEME BY OSHO
Il pil italiano, nel primo trimestre, accelera dello 0,8%. La Borsa era positiva. Volava per Stoccolma, per partecipare all’Ecofin, dove gli tocca il solito compito, dire che l’Italia non può ratificare il Mes, perché il Parlamento lo ha bocciato, ma il governo può a sua volta riprovarci, proporre una variazione, ma, per farlo, serve un approccio più ampio, una modifica di cornice sull’Unione bancaria. Se solo potessero dire quello che pensano in segreto. I leghisti, che si occupano di economia, alla Camera, pregavano: “Se solo Meloni si convincesse sul Mes, che grande segnale darebbe”.
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Imprenditori che cercavano di agganciare Meloni e che le porgevano bottiglie di vino con i bigliettini da visita.
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