Estratto dell’articolo di Pasquale Quaranta per la Stampa
alessandra laterza le torri tor bella monaca
Lo aveva già fatto nel 2021, rifiutando di vendere il libro Io sono Giorgia. Alessandra Laterza, 47 anni, proprietaria della libreria “Le Torri” nel quartiere romano di Tor Bella Monaca, aveva espresso la sua decisione sui social: «So scelte, mejo pane e cipolla, che alimentare questo tipo di editoria. Alla lotta e al lavoro, il mio è indipendente».
Questa «scelta etica» le aveva comportato insulti e minacce, tanto che la Polizia aveva predisposto una «misura di vigilanza circostanziata» nei suoi confronti per proteggerla. Oggi, con un nuovo annuncio sui social, ha dichiarato che non venderà neppure il nuovo libro della premier La versione di Giorgia scritto da Alessandro Sallusti.
Laterza, nonostante le minacce passate, non sembra temere nuove intimidazioni.
«Ho meditato molto su questa decisione. Ho parlato con mia figlia, con il mio compagno, con la mia famiglia queer, ho scritto nelle chat politiche e ho ascoltato le mie famose mamme della libreria. Alla fine ho deciso che la disobbedienza merita coerenza».
Quanto tempo ha impiegato per decidere?
la versione di giorgia libro meloni cover
«Le riflessioni che ho fatto in queste notti sono state sollecitate dalla morte di Michela Murgia, che aveva presentato una delle sue opere, le sue Morgane, anche nella mia libreria. Il suo primo insegnamento è stato “Disobbedite”. Da qui l’idea di provare in qualche modo a portare avanti il suo lascito, nonostante gli eventi tristi, l’odio online, e tutto ciò che è derivato dalla mia prima scelta. Nonostante l’ansia e la paura che ne sono seguite».
Avrebbe potuto comunicare ai potenziali clienti che il libro di Meloni non era disponibile, perché invece ha reso questa decisione pubblica sui social media?
«Murgia ci ha insegnato a disobbedire, urlando con gentilezza. Dirlo è promuovere un pensiero femminista. Se non ci esponiamo, semplicemente non esistiamo. Mostrarsi vulnerabili alle opinioni altrui è il prezzo da pagare per rimanere fedeli ai propri principi. In passato, Michela mi ha difesa a spada tratta e ha appoggiato la scelta di non vendere il libro dell’allora leader di Fratelli d’Italia. Sono sicura che avrebbe condiviso anche questa scelta».
alessandra laterza boicotta il libro di giorgia meloni
La accuseranno di censura.
«La censura è applicata dallo Stato, dal governo, in un contesto di dittatura. Un libro è censurato quando non puoi averlo in alcun modo. Tuttavia, se qualcuno vuole ordinare il libro della premier su Amazon o in una catena di libreria, può farlo e riceverlo in poche ore».
Può spiegarci meglio questa scelta?
«Le risponderò con un esempio di Murgia. In Italia vengono pubblicati circa 170 libri al giorno. Nessun libraio può offrire tutti quei titoli, ognuno seleziona ciò che è più adatto alla sua clientela. Se fossi un panettiere con solo clienti celiaci, non avrebbe senso vendere pane con glutine. Analogamente, in quanto libraia indipendente di sinistra, scelgo di non vendere libri di destra. Io non sono Amazon, che distribuisce anche il libro del generale Vannacci».
Quindi non vende nemmeno il libro di Vannacci?
«Esattamente, e in realtà non avrei neanche la possibilità di ordinarlo poiché è un’esclusiva Amazon e non è nemmeno disponibile nel nostro sistema di gestione degli ordini».
Lei è ancora protetta dalla Digos?
«Sono stata recentemente in Questura, dove mi è stato confermato che la vigilanza è ancora in atto. Poche settimane fa, ho avuto l’opportunità di incontrare la nuova dirigente del distretto casilino, Stefania D’Andrea, che mi ha assicurato il supporto continuo della Polizia, anche durante gli eventi pubblici che organizziamo nella libreria, al fine di garantire la sicurezza di tutti i partecipanti».
Cosa le dà più fastidio della premier?
«Non ho nulla contro di lei a livello personale. Il problema è “la sua versione”, come recita il titolo del libro, cioè come immagina l’Italia nei prossimi dieci o vent’anni».
(...)