Stefano Montefiori per corriere.it - Estratti
La Tour Eiffel si è illuminata nel momento in cui il Congresso (deputati e senatori) riunito a Versailles ha approvato la revisione costituzionale che garantisce la libertà delle donne a ricorrere all’interruzione volontaria di gravidanza. La Francia diventa il primo Paese al mondo a introdurre nella sua costituzione la tutela della libertà di abortire.
Mathilde Panot, la capogruppo della France Insoumise all’Assemblée Nationale che è all’origine del processo politico e costituzionale, ha dichiarato che l’inserimento della libertà di aborto nella Costituzione è una «promessa» per «le donne di tutto il mondo». «Oggi la Francia rinnova la sua vocazione di faro dei diritti umani». «La vostra lotta è la nostra lotta», ha detto la deputata alle militanti femministe, indossando un abito verde e un foulard verde al polso sinistro, in omaggio alle donne argentine che lottano per questo diritto. L’iniziativa di Mathilde Panot è stata sostenuta e fatta propria dal presidente Emmanuel Macron, e molti senatori della destra, in origine contrari, hanno finito con il votare a favore assecondando un sentimento largamente diffuso nella società francese.
Mentre i parlamentari francesi votavano, alcune centinaia di manifestanti anti-aborto si sono riuniti nei pressi del Congresso a Versailles, la città alle porte di Parigi che ha da sempre una forte componente tradizionalista cattolica. Secondo vari sondaggi, circa l’80 per cento dell’opinione pubblica francese è invece favorevole alla modifica costituzionale.
«Abbiamo un debito morale» nei confronti di tutte le donne che «hanno sofferto nella loro carne», ha dichiarato il primo ministro Gabriel Attal, che ha reso omaggio a Simone Veil (scampata ad Auschwitz, ex presidente del Parlamento europeo e ministra della Sanità scomparsa nel 2017), e alla sua lotta per la legalizzazione dell’aborto. Il capo del governo è arrivato accompagnato da Jean Veil, uno dei tre figli di Simone.
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