Estratto dell’articolo di Virginia Piccolillo per il “Corriere della Sera”
IGNAZIO LA RUSSA E MARIA ELISABETTA ALBERTI CASELLATI AD ATREJU
Il presidente del Senato Ignazio La Russa e il disegno di legge sul premierato «peggiorato perché abbiamo voluto mettere d’accordo più forze politiche». L’incontro Roccella-Concia sulla «teoria gender che nega la donna». Il ministro Nordio e la separazione delle carriere che «non sarà insabbiata». Il duello Renzi-Delmastro: «Perché hai dato quel materiale a Donzelli che “non si tiene un cecio in bocca”?», «Non ci vergogniamo di quel che facciamo. Perché non andiamo a trovare i terroristi in carcere e non togliamo il 41 bis a uno di loro perché si è messo a dieta».
Ne ha viste molte ieri la platea di Atreju, nella seconda giornata di Orgoglio italiano.
Inclusa la riapparizione dell’«ex» di Giorgia Meloni, Andrea Giambruno. Tra le più sorprendenti l’ammissione del presidente del Senato sul ddl premierato: «Si è mentito sapendo di mentire dicendo che si poteva avere un presidente del consiglio col 55% dei seggi e il 25% dei voti. In Italia non è possibile. La Corte costituzionale ha già detto che il limite è il 40%», ha detto La Russa. Si potrebbe migliorare, ha suggerito, aggiungendo «forse una frase per inserire questo limite».
IGNAZIO LA RUSSA E MARIA ELISABETTA ALBERTI CASELLATI AD ATREJU
Punto irrinunciabile, per La Russa, è «che decida il popolo e non dopo il voto i partiti come meglio gli aggrada». «Se facciamo come il centrodestra siamo dittatori, se cerchiamo di trovare una via mediana siamo incapaci. Se cerchiamo di uscire dall’attuale situazione che non mi pare perfetta “sì vabbè, ma...”», manda a dire alle opposizioni. Lasciare tutto com’è «ha significato per molte forze politiche aver governato senza vincere le elezioni», affonda. Logica per la quale il capo dello Stato «sarà sempre non tanto come Mattarella, che rispetto, ma come Scalfaro. Per me il peggiore», chiosa. […]