Goffredo Bettini, europarlamentare del Pd, è intervenuto ai microfoni della trasmissione “Ho scelto Cusano – Dentro la notizia”, condotta da Gianluca Fabi e Daniel Moretti su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano.
Sulla campagna elettorale del Pd. “Qui a Bruxelles c’è grande curiosità e qualche timore rispetto al voto italiano –ha affermato Bettini-. Il 4 marzo ci sarà anche il referendum sulla grande coalizione in Germania. I partiti socialisti hanno avuto botte dappertutto tranne che in Portogallo e in Gran Bretagna.
Se crolla anche il centrosinistra italiano, come baluardo alle spinte della destra demagogica, questo significherebbe un grande problema in prospettiva europea. All’ultimo congresso io ho appoggiato Orlando, allontanandomi dalle posizioni di Renzi, ma oggi vedo un problema che va oltre la posizione di Renzi.
Se si indebolisce il Pd questo sarebbe un problema non solo italiano, ma di tutto il continente. Il Pd è l’unico argine credibile alle destre populiste. Rispetto a questo, spero che ci sia una spinta positiva e un risultato positivo. Bisogna adattare e migliorare il sistema delle alleanze. La scelta di Zingaretti e Leu di correre insieme nel Lazio è nel solco della tradizione delle forze riformiste.
C’è un problema di predisposizione politica. LeU non va considerato il nostro avversario politico, ma bisogna lavorare per ricostruire un’unità per il futuro. Il problema ormai è la forma dei partiti. La gente è molto stanca dei partiti e dei partitini, con il loro rapporto verticistico. Abbiamo costruito una politica a mezz’aria che non si intreccia con la vita reale delle persone. Questo è il grande tema della crisi della sinistra europea. Il tema nel futuro è inventare una forma partito in cui contino le persone”.
Sugli interventi di Veltroni in campagna elettorale. “Insieme a Walter ho contribuito a costruire il Pd –ha dichiarato Bettini-. Il grande errore di Veltroni è di non aver tenuto botta dopo la sconfitta elettorale, altrimenti potrebbe essere ancora lui a guidare il PD. Renzi dice che resta anche se perde, mentre Veltroni che aveva il 33% si è dimesso.
Veltroni dice di non essere mai stato comunista, ma per certi versi è il più comunista di noi. Lui ha una visione di sacralità del partito, non concepisce che nella stessa famiglia si possa litigare. Il Pd deve essere plurale, tutte le posizioni sono utili al Pd. Nella DC c’erano posizioni conflittuali, si veniva anche alle mani, ma poi ci si riuniva in campagna elettorale”.
Su Renzi. “Non condivido questa deriva personalistica di Renzi –ha sottolineato Bettini-. La sua è stata una rottamazione solo interna: tolgo quelli che c’erano prima per governare io. Questo ha portato dei danni”. Su Berlusconi. “Lo ammiro –ha affermato Bettini-. Se fossi un moderato gli darei un voto alla carriera, come si fa coi grandi registi. Ha una forza psicofisica invidiabile. Ritengo che una prospettiva di alleanza con Berlusconi indebolisca il Pd”.