Da corriere.it
LUIGI DI MAIO ALFONSO BONAFEDE
Nella giornata del Consiglio dei ministri, non si placano gli scontri tra Movimento 5 Stelle e Lega. Due i fronti più caldi: la Giustizia — a Palazzo Chigi, nel pomeriggio, si discute il testo del ministro pentastellato Alfonso Bonafede— e la Tav, con la mozione contraria all’opera presentata al Senato dai 5 Stelle.
Al vicepremier leghista Matteo Salvini la riforma della Giustizia non piace e lancia una stoccata al Guardasigilli: «È acqua. Lui ci mette buona volontà, per carità, ma quella riforma è acqua», ha detto il ministro dell’Interno in una diretta Facebook, parlando anche della riunione dei tecnici della Lega che si è tenuta per discutere di «una manovra economica coraggiosa, forte e incisiva»: «Non è il momento delle mezze misure, delle mezze cose», ha aggiunto Salvini. «Sarebbe un grave danno se qualcuno bloccasse la riforma», ha subito incalzato l’alleato Luigi Di Maio. «Parliamo in Consiglio dei ministri non su Facebook», la secca replica a Salvini di Bonafede.
Il Movimento 5 Stelle, poi, è pronto a dare battaglia sulla Torino-Lione, opera osteggiata sin dalla nascita dei primi meet-up nel 2005 a cui però il premier Giuseppe Conte ha dato il via libera ufficiale lo scorso 23 luglio, scatenando una spaccatura nei pentastellati e la «rivolta» del popolo No-Tav. Ora i 5 Stelle hanno depositato al Senato la loro mozione contro l’Alta velocità tra l’Italia e la Francia: «Il progetto per la Torino-Lione presenta gravi criticità dal punto di vista della sostenibilità economica, sociale ed ambientale, evidenziate nel corso degli anni da numerosi studi e ricerche — si legge nel testo —. Occorre una pronuncia del Parlamento volta ad escludere la prosecuzione delle attività connesse alla realizzazione dell’opera».
Il testo dei 5 Stelle sulla Tav cita espressamente il contratto di governo siglato con la Lega, quell’intesa che ha consentito la nascita del governo Conte: «Nel contratto per il governo del cambiamento è stato previsto che: “Con riguardo alla Linea ad Alta Velocità Torino-Lione, ci impegniamo a ridiscuterne integralmente il progetto nell’applicazione dell’accordo tra Italia e Francia”.
Alla luce di questo impegno in ogni occasione di interlocuzione con la Francia e e con l’Ue, il governo ha sempre sostenuto con chiarezza la volontà dell’Italia di ridiscutere l’opera nell’interesse del Paese e dei cittadini italiani». Il testo è un «atto di indirizzo» con il quale si chiede di «avviare, in sede parlamentare, un percorso immediato volto a promuovere, per quanto di competenza, l’adozione di atti che determinino: la cessazione delle attività relative al progetto per la realizzazione e la gestione della sezione transfrontaliera del nuovo collegamento ferroviario Torino-Lione» e «una diversa allocazione delle risorse stanziate per il finanziamento della linea al fine di promuovere la loro riassegnazione all’entrata del bilancio dello Stato per essere successivamente destinate ad opere pubbliche alternative, maggiormente utili ed urgenti, sul territorio italiano».
La discussione delle mozioni sulla Tav — anche il Partito democratico ne ha presentato una, a favore dell’opera — saranno discusse e votate dall’aula del Senato tra martedì e mercoledì 6 e 7 agosto. Sul testo dei democratici, il segretario del Pd Nicola Zingaretti, intervistato da SkyTg24, ha detto: «Vedremo il dibattito parlamentare, decideremo una strategia che metta in evidenza questa follia allo stato puro della maggioranza. Abbiamo il presidente del Consiglio che dice sì alla Tav e il partito del presidente del Consiglio, che ha il più alto numero di parlamentari che sostiene questo governo, che presenta al Senato una mozione contro la Tav. Un grande Paese come l’Italia dove va in questo modo?».
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