Estratto dell’articolo di Alessandro Barbera per “la Stampa”
No al salario minimo, sì alla detassazione degli stipendi. […] Antonio Tajani smorza la polemica sul decreto banche […]
Ministro Tajani, dopo lo scontro sul decreto banche, sul quale il suo partito non è stato consultato, venerdì ha avuto un faccia a faccia con Giorgia Meloni. Com'è andato? Vi siete chiariti?
«[…] La direzione è quella di tagliare le tasse sul lavoro per offrire più risorse ai lavoratori».
antonio tajani consiglio nazionale di forza italia 3
Siete ancora convinti che il decreto vada modificato?
«Presenteremo una serie di emendamenti per tutelare le piccole banche, i risparmiatori e fare in modo che il provvedimento sia equo e non punitivo».
Il suo partito è contrario anche al salario minimo. O no?
«A nostro giudizio il salario minimo fissato per legge abbasserebbe la media delle retribuzioni. Per alzare gli stipendi bisogna puntare sulla contrattazione collettiva e combattere i contratti pirata. […] Per noi […] conta […] alzare il livello complessivo delle buste paga attraverso la loro detassazione».
TAJANI e il nome di berlusconi nel simbolo di forza italia
[…] La decisione di imporre una tassa straordinaria alle banche lascia intendere la difficoltà di trovare altre risorse. Sbaglio?
«Per l'autunno dobbiamo fissare delle priorità, che a mio avviso sono due: la stabilizzazione del taglio del cuneo fiscale e la detassazione di straordinari, tredicesime e premi di produzione. La migliore risposta alla richiesta del salario minimo sta qui».
Ma anche per finanziare un intervento del genere occorrono diversi miliardi, che al momento non è chiaro come reperirete. Lei sa che il fabbisogno è cresciuto più del dovuto...
TAJANI e il nome di berlusconi nel simbolo di forza italia
«Purtroppo il quadro è complesso, soldi per fare tutto non ci saranno, e nessuno ha la bacchetta magica. […]».
Insisto: come reperirete le risorse in autunno? Di alzare le tasse immagino non se ne parli, non resta che continuare a tagliare le spese, come avete già fatto con il reddito di cittadinanza e il Superbonus.
«Di patrimoniali non se ne parla. Spazio per tagliare le spese non manca».
Teme che la Banca centrale europea aumenti ancora i tassi?
«Mi auguro la smetta, perché le nostre imprese non chiedono più prestiti e l'inflazione da noi, a differenza di quella americana, è provocata da fattori esogeni e dalla guerra».
La nostra inflazione però è doppia di quella americana...
«Io sono convinto che continuerà a scendere, anche senza ulteriori strette».
A proposito di scelte e di Forza Italia: è vero che dopo la decisione del governo sulla tassa alle banche lei ha ricevuto una telefonata dal numero uno di Mediolanum?
«Da segretario di partito io parlo con chiunque mi chiami: le banche, i sindacati, i commercianti, gli agricoltori. Ascolto e poi decido».
C'è chi dice che con la morte di Berlusconi e le fidejussioni al suo partito ormai Forza Italia è compiutamente un partito azienda.
antonio tajani a villa taverna per la festa dell indipendenza usa 4
«Si tratta di propaganda di chi non sa cosa dire. La famiglia ci è sempre stata vicina, non è una novità. Ma siamo un partito votato da milioni di elettori».
Questo è fuor di dubbio, ma è legittimo chiedervi se le vostre scelte sono o meno condizionate dagli interessi del gruppo.
«È una storia da respingere al mittente. È dal 1994 che ci accusano di essere un partito di plastica e siamo ancora qui, con cinque presidenti di Regione eletti. Mi ribello contro questo tentativo di delegittimazione di Forza Italia. Diamo fastidio perché siamo una forza di centro che ha resistito a tutte le avversità. A febbraio faremo un congresso, e prima di allora diverse iniziative. Siamo un partito vivo, altroché».
ANTONIO TAJANI PIANGE AL FUNERALE DI SILVIO BERLUSCONI
Ora che sta per consumarsi definitivamente la rottura con Calenda aprirete le porte a Renzi?
«Le nostre porte sono aperte ai militanti, di generali non ne abbiamo bisogno. […] Renzi è alleato della sinistra nelle Regioni, noi no. Non è possibile nemmeno un'alleanza alle Europee. […]».
[…] Questa settimana il Tesoro ha annunciato un investimento a fianco del fondo americano Kkr per la separazione della rete di telefonia da Tim, ma c'è da fare i conti con l'azionista francese di Tim e Mediaset, Vivendi.
«La separazione della rete è un interesse nazionale da tutelare, anche ricorrendo ad alleati».
Sembra che il Quirinale, garante del Trattato firmato con la Francia, sia preoccupato di un nuovo scontro con Parigi. È così?
«Insisto: si tratta anzitutto di tutelare l'interesse italiano. Se poi sarà possibile dialogare, dialogheremo e troveremo una sintesi. Così come abbiamo discusso con la Francia su come trattare i migranti a Ventimiglia, e se necessario lo faremo in futuro». […]