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1 - BENEDETTA PORCAROLI BABY E’ CRESCIUTA
Estratto dell’articolo di Fulvia Caprara per “la Stampa”
[…] La sua generazione, quella dei millennial, deve vedersela con boomers invadenti, che non fanno passi indietro. Si sente in qualche modo penalizzata da queste presenze ingombranti?
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«Viviamo in una gerontocrazia, questo è un dato di fatto. Tra noi giovani ci sono un sacco di talenti, abbiamo molta consapevolezza e partecipazione, un pensiero preciso su quello che vogliamo, dobbiamo sistemare un sacco di cose, salvare il pianeta, sotto tanti punti di vista, ma ce la faremo, perché siamo bravi». […]
2 - CARA BENEDETTA IL POTERE È UN'ILLUSIONE SU "LA STAMPA"
Estratto dell’articolo di Flavia Amabile per “la Stampa”
Se i giovani sono così bravi come sostengono, lo dimostrino. Giuseppe De Rita – sociologo, uno dei fondatori e poi presidente del Censis – risponde all'attrice Benedetta Porcaroli che in un'intervista pubblicata ieri su LaStampa analizzava il difficile rapporto tra giovani e anziani nella società italiana.
Viviamo in una gerontocrazia, questo è un dato di fatto, sostiene l'attrice Benedetta Porcaroli.
«Il problema non è il rapporto fra vecchi e giovani ma chi c'è intorno. Mancano le seconde schiere. A 80 e 90 anni si può ancora girare, se si hanno intorno persone che girano. […]».
Quindi non è una questione di età ma di organizzazione del potere?
«Al potere manca effettivamente una generazione. È saltata quella di chi ha tra i 50 e i 60 anni. Non hanno avuto la forza o l'opportunità di creare un'oligarchia di potere. Però il problema è un altro».
Quale?
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«L'Italia è un Paese policentrico, ha bisogno di un potere che faccia sintesi e crei posizioni intermedie. Se mancano le posizioni intermedie, il potere resta isolato, si svuota, e mette in difficoltà anche chi è bravo. […] per gestire il potere non basta l'emotività». […] «[…] La mia generazione non ha mai fatto valutazioni personali e non si è mai innamorata tanto di sé stessa da dire "faccio tutto io". Siamo stati in seconda linea, eravamo nascosti, e intanto ci siamo formati».
Che devono fare i giovani per farsi strada nella gerontocrazia italiana?
«Se la generazione dei giovani fosse intelligente come la mia, invece di andare alla ricerca del potere alto e di fare politica con l'obiettivo di vincere le elezioni, dovrebbe avere la modestia di occuparsi della dimensione intermedia del potere, coltivando la cultura sindacale, l'amministrazione locale. In Italia, invece, domina il meccanismo perverso che verticalizza tutto e impedisce che si crei una classe dirigente».
Le parole di Benedetta Porcaroli non sono riferite solo alla politica e al potere, ma anche ad altri settori come lo spettacolo.
«Il discorso è valido ovunque ci sia la tendenza a dare rilievo al potere di vertice».
Tra i giovani ci sono tanti talenti, sostiene ancora Benedetta Porcaroli. Devono sistemare molte cose – ad esempio salvare il pianeta – ma ce la faranno perché sono bravi.
«Lo dimostrino, allora. Non bisogna volere essere bravi, non è questo che conta. Conta la cultura del potere che purtroppo manca. L'esempio è Greta Thunberg. Dopo di lei che cosa è successo? Ci sarebbe stato bisogno di persone della sua generazione in grado di fare una politica dell'ambiente, ma non ci sono. È accaduto lo stesso con i virologi, professionisti seri, preparati, competenti, ma per gestire il potere è necessario avere il senso della complessità. […]».