Domenico Di Sanzo per “il Giornale”
Nel gruppo più pazzo del mondo si parte con Elisabetta Belloni, si vota Sergio Mattarella e scoppia di nuovo la mina dell'«asse Conte-Salvini» con le voci su una sponda di Giuseppe Conte (nella foto) con il segretario della Lega sulla candidatura dell'ex ministro degli Esteri Franco Frattini.
Fonti vicine a Conte descrivono l'avvocato come impegnato «in una girandola di incontri ad alto livello, determinato e fiducioso sul nome condiviso».
Ma lui smentisce, invitando le forze di centrodestra a un confronto al più presto: «Non ho incontrato né sentito Frattini nè alcun potenziale candidato». E si rincorrono di nuovo le indiscrezioni sul tandem tra l'ala contiana dei Cinque Stelle e il Carroccio.
Con Frattini che - ascoltando le paure che serpeggiano nel M5s - potrebbe essere la testa d'ariete per sfondare il muro giallorosso, spaccare il Movimento e andare alle elezioni anticipate.
Per i contiani l'asso è sul tavolo, ma gli uomini vicini all'ex premier negano la volontà di spaccare la maggioranza, bensì considerano Frattini nel novero delle personalità istituzionali, in quanto presidente del Consiglio di Stato. Dal fronte che fa riferimento a Luigi Di Maio reagisce con durezza Laura Castelli, viceministro dell'Economia.
giuseppe conte e luigi di maio con la card del reddito di cittadinanza
«Usare il presidente del Consiglio di Stato Franco Frattini, una carica istituzionale così autorevole, per spaccare la maggioranza di governo è un segno evidente che non c'è la volontà di trovare una soluzione per il Colle.
Non possiamo spaccare la coalizione con il centrosinistra, salterebbe anche il governo», dice Castelli. Molti parlamentari grillini vanno nel panico. «Ma Conte a che cavolo di gioco sta giocando?», dice a caldo al Giornale un deputato alla seconda legislatura.
mario draghi sergio mattarella
«Se vuole stare con Salvini ci vediamo in Aula», minaccia un altro parlamentare. C'è chi evoca la scissione. L'ex premier appare determinato a ostacolare ogni tentativo delle forze politiche e dei suoi competitor interni di virare sull'elezione di Mario Draghi. Una posizione opposta, nei fatti, a quella di Luigi Di Maio. Che ancora ieri chiedeva di «non spaccare la maggioranza» e continua a lavorare in surplace per il passaggio dell'ex Bce al Colle.
Porterebbero anche la sua firma alcuni dei 166 voti - in gran parte pentastellati - arrivati alla quarta votazione per Sergio Mattarella. In quello che viene definito il «casino totale» nei gruppi del M5s, deputati e senatori lanciano l'unico segnale possibile e scrivono sulla scheda il nome di Mattarella. Ma è su Frattini che la tensione interna sale a dismisura. Il capogruppo a Montecitorio Davide Crippa in serata, prima dei boatos su Frattini, chiede a Conte di «portare il nome di Mattarella al tavolo con gli alleati».
I voti per il capo dello Stato sono un po' una mossa della disperazione, un po' uno stratagemma per contarsi e anche un monito parlamentare nei confronti di un leader che sembra zigzagare tra destra e sinistra. Per il vice di Conte Mario Turco i voti per Mattarella «sono segnali da considerare come indicazione per la scelta del futuro presidente della Repubblica».
Ma il segnale su Mattarella è anche un avvertimento interno a Conte per le «mosse spericolate» con Salvini e per quelle future, di cui si è avuto un antipasto prima dell'ora di cena. È a quell'ora che circolano i rumors su incontri e telefonate tra Conte e il leader della Lega per Frattini. Mentre in mattinata era tramontata la candidatura di Elisabetta Belloni, non sgradita a Conte, ma osteggiata da una parte di parlamentari M5s.
luigi di maio elisabetta belloni paola severino elisabetta belloni foto di bacco elisabetta belloni 5