Mattia Feltri per “La Stampa” - Estratti
La decisione del tribunale di Catania di disapplicare i decreti anti immigrazione del governo era stata ampiamente pronosticata, ed è stata ora ampiamente condivisa da vari costituzionalisti, ma una seria ragione per lamentarsi Giorgia Meloni l’ha in pieno.
Il Giornale ha infatti svelato che il giudice in questione, Iolanda Apostolico, aveva condiviso sul suo profilo Facebook una petizione affinché Matteo Salvini (allora all’Interno) fosse sfiduciato, ed espresso battagliere posizioni pro migranti e contro la destra. Tutto legittimo, poiché viviamo in regime di libertà di opinione.
Ma, come aveva detto il ministro Crosetto a proposito del generale Vannacci, esistono alcune categorie - magistratura, forze armate, forze dell’ordine che, per l’enormità dell’uso esclusivo della forza, anche di togliere la libertà, di cui sono per legge dotate - alle quali è richiesto non soltanto di essere ma di apparire imparziali.
È uno scrupolo sottolineato non da Crosetto o da me, ma dalle Sezioni unite della Cassazione: “… impone al giudice non soltanto di essere esente da ogni parzialità, ma anche di essere al di sopra di ogni sospetto di parzialità”. Uno scrupolo che buona parte della magistratura ignora e da anni, e nonostante Piero Calamandrei - che piace tanto citare e altrettanto trascurare - fondasse l’indipendenza della magistratura nella sua imparzialità, e l’imparzialità, diceva, presuppone lontananza e solitudine.
(...) I magistrati hanno perso la fiducia dei cittadini perché il loro enorme potere è, o quantomeno appare, un abuso di potere.