Alberto Simoni per “la Stampa”
Per Joe Biden il mondo è dinanzi a un bivio: così come «la dissoluzione dell'Unione sovietica e la caduta del muro di Berlino furono un punto di inflessione storico» che ha chiamato «i popoli a decidere quale futuro volessero», oggi il momento di decidere da che parte stare, è la guerra in Ucraina. Ed è da inquadrare nella «lotta delle democrazie contro le autocrazie».
Parlando alla National Cathedral di Washington in occasione dei solenni funerali di Madeleine Albright, il primo segretario di Stato donna morta lo scorso 23 marzo, il presidente americano ha ribadito le categorie entro cui colloca il conflitto ucraino, ovvero quello di una lotta fra la libertà e «la più profonda oscurità» ha detto prendendo a prestito una celebre definizione di Vaclav Havel spesso citata da Albright.
BIDEN E GLI OBAMA AL FUNERALE DI MADELEINE ALBRIGHT
Biden ha sottolineato la solidità e la compattezza della Nato, oggi come allora quando un ruolo importante nell'unire gli alleati nell'affrontare la crisi nei Balcani lo ebbe la Albright. Nata nel 1937, arrivò dopo essere fuggita con la famiglia dalla Cecoslovacchia a 11 anni in America come una rifugiata.
Da lì poi la tenacia e la determinazione l'hanno portata a una carriera straordinaria che non solo l'ha condotta ai vertici della diplomazia Usa ma ha anche formato centinaia di persone diventate negli anni funzionari Usa di primissimo piano. E molti di quelli erano seduti fra le 1400 persone nella Cattedrale dove c'era tutto il gotha della politica e della diplomazia Usa con i presidenti Obama e Clinton, la moglie Hillary, il segretario di Stato Blinken, con i predecessori Kerry e Condoleezza Rice che del padre Josef Korbel fu allieva prediletta.
Biden ha ricordato il pensiero della Albright e il riferimento all'America come nazione "indispensabile" paragonandolo al ruolo che gli Stati Uniti rivestono oggi nella crisi Ucraina. Martedì il capo del Pentagono Lloyd Austin ha presieduto un summit nella base americana di Ramstein sul Sud-ovest della Germania con i delegati di 43 Paesi ai quali ha ribadito la linea americana: ovvero quella di rafforzare il dispositivo militare a favore dell'Ucraina per consentirle di vincere il conflitto.
Finora poco meno di trenta Paesi hanno inviato armi ed equipaggiamenti a Kiev, ma la posizione intransigente americana trova qualche perplessità sul fronte europeo.
BIDEN AL FUNERALE DI MADELEINE ALBRIGHT
Ambienti diplomatici occidentali evidenziano come gli Usa abbiano ormai «abbandonato anche nel linguaggio il riferimento ai negoziati, che devono invece restare il punto principale dell'azione dell'Europa».
Ieri il segretario di Stato Usa Antony Blinken è nuovamente apparso dinanzi alla Commissione per le risorse economiche del Senato per illustrare la strategia Usa in Ucraina (e non solo). Poco prima ha avuto uno scambio di opinioni con l'omologo francese Yves Le Drian: i due hanno discusso dei prossimi passi per garantire «l'assistenza militare alle forze armate ucraine».
antony blinken e lloyd austin in ucraina
Ciò che preoccupa l'America - al di là della contrapposizione sul terreno e i timori di un allargamento del conflitto alla Transnistria - sono i contraccolpi sui prezzi delle commodities a livello globale. Blinken ha detto che la priorità degli Stati Uniti quando presiederanno il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite in maggio sarà "la sicurezza alimentare".
Per questo Biden potrebbe chiedere fondi supplementari al Congresso. Intanto un primo passo è stato annunciato ieri. Il Dipartimento dell'Agricoltura e l'Agenzia per lo sviluppo Internazionale hanno stanziato ieri 670 milioni di dollari per i Paesi maggiormente colpiti dalla guerra.
Secondo stime della World Food Programm l'aumento del prezzo del grano e del frumento di cui l'Ucraina è fra i maggiori produttori al mondo provocherà un impatto notevole: 47 milioni di persone entreranno nella fascia di quanti soffrono per l'insicurezza alimentare. La direttrice di UsAid, Samantha Power, ha spiegato che 282 milioni andranno a cinque Paesi africani più lo Yemen: per la prima volta dal 2014 Washington attingerà a fondi d'emergenza noti come "Bill Emerson Humanitarian Trust".