“PER STATUTO NON POSSIAMO SOSTENERE IL CANDIDATO DI UN PARTITO” - DI MAIO IN EMILIA ROMAGNA PROVA A MANDARE GIU’ LA PILLOLA AI DELUSI DEL M5S - MA ROBERTA LOMBARDI LO SMENTISCE: "NELLO STATUTO NON C'E' IL DIVIETO DI CANDIDARSI CON IL PD. I REGOLAMENTI POSSONO CAMBIARE ELEZIONE PER ELEZIONE" - PER BEPPE GRILLO LA PRIORITÀ È COSTRUIRE IL NUOVO TEAM CHE GESTIRÀ IL MOVIMENTO: GIÀ INIZIATA LA RICERCA DELLE PERSONALITÀ CHE AFFIANCHERANNO DI MAIO A LIVELLO STRATEGICO-ORGANIZZATIVO…

-

Condividi questo articolo


Emanuele Buzzi per il “Corriere della sera”

 

LUIGI DI MAIO INCONTRA BEPPE GRILLO A ROMA 6 LUIGI DI MAIO INCONTRA BEPPE GRILLO A ROMA 6

«Per statuto non possiamo sostenere il candidato di un partito»: sono le nove e trenta quando Luigi Di Maio, a Bologna davanti a quattrocento militanti e attivisti del Movimento Cinque Stelle, annuncia la corsa in solitaria in Emilia-Romagna. Parole nette e qualche applauso. L'atmosfera è pre-natalizia, con tanto di albero addobbato davanti alla facciata dell' hotel Savoia Regency. Il clima, complice un duplice evento del Rotary Club e del Lions Club nelle sale a fianco, non pare proprio quello di un'assemblea di militanti inferociti. Anzi, c'è anche qualcuno che sbaglia stanza e si infila alla riunione dei rotariani. Eppure tra la base dell' Emilia-Romagna c'è attesa.

 

stefano bonaccini stefano bonaccini

Parlamentari, consiglieri e semplici attivisti sono divisi sul da farsi, ma concordano su due concetti, che ribadiscono anche davanti a taccuini e microfoni. «Per quanto se ne dica il Movimento non è morto», sostiene Fabio. «Ma ci devono ascoltare di più», sottolineano due signore a fianco. Poi per il resto la platea rispecchia la frammentazione tra gli eletti. «Dobbiamo turarci il naso», commenta Dario. «Sì, bisogna fare fronte contro Salvini».

 

C'è chi invece la pensa diversamente: «Dobbiamo essere coerenti con la nostra storia».

Sono quasi le nove quando fa capolino in sala Di Maio, che dribbla i cronisti e poi si lancia in un excursus dei successi e delle difficoltà del Movimento. Omaggia Bologna, «dove tutto è nato» - «qui il Movimento è vivo, aggiunge, e ha voglia di combattere», poi si addentra nei nodi e nei modi della candidatura. Fino all'idea di uno stop all'alleanza con i democratici: «Lo statuto non ce lo consente».

 

il confronto tra stefano bonaccini e lucia borgonzoni a cartabianca il confronto tra stefano bonaccini e lucia borgonzoni a cartabianca

Il leader ricorda che la corsa in Emilia-Romagna di fatto costringe i Cinque Stelle a rimandare gli stati generali. Non solo. Parla del programma da costruire insieme e di una campagna elettorale itinerante, ricordando anche di «aver parlato con Beppe». Di Maio è arrivato all'assemblea degli attivisti forte dell' appoggio di Beppe Grillo. Una nuova telefonata ieri tra il capo politico e il fondatore è servita per ribadire che - almeno per ora - è impossibile stringere un patto elettorale che veda come candidato governatore un esponente dem. Prima, appunto, c'è da modificare lo statuto. Ma ci vuole tempo. La priorità ora è la discussione sul nuovo team. Grillo ha già iniziato a confrontarsi sulle personalità che affiancheranno Di Maio a livello strategico-organizzativo.

patuanelli conte patuanelli conte

 

Ma che la leadership del capo politico non sia in discussione ieri lo ha chiarito anche il ministro alle Infrastrutture Stefano Patuanelli, spegnendo i rumors che lo danno come possibile successore: «Di Maio non si discute», ha detto in tv.

 

Affrontato lo scoglio dell'assemblea bolognese, il leader ora ha altri pensieri. In primis la questione del Mes, che per Di Maio «è un momento ad alta tensione che non dobbiamo sottovalutare». L'idea del capo politico - che ieri ha sferzato il Pd sulla prescrizione - è quella di intervenire mercoledì per chiedere un mandato ai parlamentari. Lo scopo è trovare un compromesso con le altre forze della maggioranza. Nell' assemblea arriverà un elenco di criticità: insieme si discuterà su quali il Movimento Cinque Stelle è disposto a cedere e su quali no.

 

LOMBARDI (M5S) SMENTISCE DI MAIO: "DIVIETO DI CANDIDARSI CON IL PD? LO STATUTO NON LO PREVEDE. SERVE NUOVO QUESITO A ISCRITTI SU ALLEANZE IN EMILIA ROMAGNA. DOBBIAMO DECIDERE COSA FARE DA GRANDI, MA M5S PIU' VICINO A CENTROSINISTRA CHE A CENTRODESTRA. DI MAIO CAPO POLITICO SOLITARIO? STIAMO ANDANDO VERSO ALLARGAMENTO DEL TEAM"

 

roberta lombardi a otto e mezzo roberta lombardi a otto e mezzo

Da Circo Massmio - Radio Capital

 

Luigi Di Maio ha confermato la corsa solitaria del M5S in Emilia Romagna. Dopo un incontro con gli attivisti della regione, il capo politico ha detto che lo statuto non prevede la possibilità di candidarsi con il Pd. "Secondo le nostre regole, da statuto non possiamo iscrivere al M5S esponenti di altre forze politiche o di associazioni che abbiano finalità diverse da quelle del Movimento.

 

I regolamenti delle candidature invece vengono portati avanti dal capo politico elezione per elezione, possono cambiare da una regione all'altra. Probabilmente Di Maio si riferiva al combinato disposto tra lo statuto e i regolamenti: si prende una norma presa dallo statuto, molto difficile da modificare, e si combina con requisiti previsti dal regolamento che invece viene approvato a ogni competizione elettorale", dice invece Roberta Lombardi, capogruppo M5S nel consiglio regionale del Lazio, in un'intervista a Circo Massimo, su Radio Capital.

roberta lombardi (3) roberta lombardi (3)

 

"Se c'è un progetto insieme, come è successo a livello governativo", aggiunge Lombardi, "non vedo niente di male che si dica, in maniera molto trasparente, 'questi sono gli impegni che vogliamo prendere insieme, su questo ci misurate e su questo ci corresponsabilizziamo', come siamo corresponsabilizzati al governo".

 

Per la ex capogruppo 5 stelle alla Camera, inoltre, bisognerebbe richiamare in causa gli iscritti alla piattaforma Rousseau: "Con il primo voto si è deciso, con una risposta plebiscitaria, di partecipare alle regionali. Ora bisognerebbe chiedere come partecipiamo, se soli, con il centrosinistra o con il centrodestra". E, in ogni caso, "Emilia Romagna e governo devono essere partite separate. Il governo non cadrà dopo le regionali".

 

roberta lombardi virginia raggi roberta lombardi virginia raggi

Il Movimento ha appena compiuto dieci anni e, ricorda Lombardi, "abbiamo avuto esperienze di governo con due forze politiche diametralmente opposte. Dobbiamo farci una domanda: dopo queste esperienze, cosa vogliamo fare da grandi? A un certo punto possiamo dire che non vogliamo più andare con nessuno, perché siamo utili alla democrazia facendo una buona opposizione, oppure che abbiamo visto che possiamo contaminare con le nostre idee il dibattito politico, vogliamo perseguire quella direzione. Ma a quel punto mi sembra evidente, come ha detto Grillo, che un tema del genere, con i nostri valori e i nostri progetti, vada più d'accordo con il centrosinistra che non con il centrodestra". La ex deputata, infine, guarda al futuro del vertice del Movimento, in cui per ora c'è Di Maio nel ruolo di capo politico solitario: "Stiamo andando verso un allargamento del team".

 

 

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

I PRIMI 90 ANNI DI CARLO DE BENEDETTI INIZIANO ALL’HOTEL PALAZZO PARIGI DI MILANO ALLE 19.30 CON UN APERITIVO E TERMINANO CON UN BRINDISI ALLE 22.30 - 100 ATTOVAGLIATI TRA CUI IL NEO 90ENNE IL PATRON EMERITO DEL POTERE BANCARIO, “ABRAMO’’ BAZOLI, ZANDA E GENTILONI (UNICI POLITICI), EZIO MAURO E GAD LERNER – DA RCS: CAIRO, DE BORTOLI, ALDO GRASSO E LILLI GRUBER (CHE HA SCODELLATO IERI SERA SU LA7 UNA PUNTATA REGISTRATA) - MOLTI HANNO NOTATO L’ASSENZA DELLA MOGLIE DI MARCO, PAOLA FERRARI, DA SEMPRE AVVERSARIA DEL SUOCERO: “E’ IL NONNO DEI MIEI FIGLI MA MI DISSOCIO DALLE PAROLE DISGUSTOSE DETTE SU GIORGIA MELONI” – E CARLETTO NON SOLO NON L’HA INVITATA MA AVREBBE SOTTOLINEATO AL FIGLIO MARCO CHE LA PRESENZA DELLA MOGLIE PAOLA NON ERA PER NULLA GRADITA….

DAGOREPORT – L'EFFETTO TRUMP RINGALLUZZISCE LE DESTRE EUROPEE E LA ''MAGGIORANZA URSULA'' RISCHIA DI IMPLODERE - OLTRE ALL'INETTA SCELTA DI RAFFORZARSI CONCEDENDO A GIORGIA MELONI UNA VICEPRESIDENZA ESECUTIVA (SU FITTO CONTRARI SOCIALISTI E LIBERALI), A DESTABILIZZARE LA VON DER LEYEN SONO I POPOLARI SPAGNOLI CHE MIRANO A FAR CADERE IL GOVERNO SANCHEZ BOCCIANDO IL COMMISSARIO SOCIALISTA RIBEIRA – PER URSULA SI PREFIGURANO TRE SCENARI: 1) LA CRISI RIENTRA E PASSANO LE NOMINE, FITTO COMPRESO; 2) ACCONTENTA I SOCIALISTI E RIFORMULA LE NOMINE DEI COMMISSARI; 3) SALTA LA ''MAGGIORANZA URSULA'' E SI TORNA AL VOTO (COSA MAI SUCCESSA…)

DAGOREPORT - MILANO BANCARIA IN ALLARME ROSSO PER L’ACQUISIZIONE DAL MEF DEL 15% DI MONTE DEI PASCHI, DA PARTE DI UNA CORDATA FORMATA DA CALTAGIRONE E MILLERI (DELFIN-DEL VECCHIO) IN COMUNITÀ DI AMOROSI INTENTI CON GIUSEPPE CASTAGNA, PATRON DI BPM - CON LA FUTURA FUSIONE BPM-MPS NASCERÀ IL TERZO POLO FINANZIARIO, A FIANCO DI INTESA E UNICREDIT - NON SOLO: IN UNO SCENARIO FUTURIBILE, POTREBBE ACCADERE CHE CALTA E MILLERI, UNA VOLTA CEDUTE A BPM LE LORO AZIONI (27,57%) DI MEDIOBANCA, RIESCANO A CONVINCERE CASTAGNA A PORTARE BPM-MPS ALLA CONQUISTA DI MEDIOBANCA…