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1. SALVINI, SULLE ALLEANZE IN EUROPA DECIDERANNO GLI ELETTORI
(ANSA) - Sulle alleanze in Europa decideranno gli italiani quando andranno a votare. Così in sintesi, il vicepremier e ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini spiega la sua posizione in vista delle elezioni europee del 2024.
"'Faccio una riflessione", ha spiegato, rispondendo ad una domanda a Radio anch'io su Radio uno Rai, "in Italia c'e' un governo di centrodestra, gli italiani apprezzano i risultati di questi 8 mesi, come dimostrano anche le elezioni regionali e io ho chiesto agli alleati usiamo la stessa formula anche in Europa; non mi sembra una proposta particolarmente rivoluzionaria".
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"Pensare prima agli interessi italiani non significa essere antieuropei", sostiene Salvini puntando il dito contro le norme Ue su auto e case green e sulla poliica sull'immigrazione. "Io sono a processo per aver difeso gli interessi e i confini nazionali", dice "vogliamo riproprorre in Europa il governo che in Italia ha avuto successo. Risponderanno gli elettori a Tajani".
2. TAJANI A SALVINI: “MAI CON LE PEN” DESTRA IN FRANTUMI SULLE ALLEANZE UE
Estratto dell’articolo di Tommaso Ciriaco per “la Repubblica”
MATTEO SALVINI E MARINE LE PEN
Apparentemente, si tratta di uno scontro tra Antonio Tajani e Matteo Salvini. In realtà, è Giorgia Meloni a pensare che nulla debba essere concesso alla Lega: nessun margine in Europa, nessun margine in Italia. Duello aspro, anche se per il momento per interposto duellante.
È infatti il ministro degli Esteri — ormai di fatto estensione politica del progetto meloniano di una progressiva osmosi tra Fratelli d’Italia e Forza Italia — a reagire con durezza alla sfida del segretario del Carroccio, che aveva chiesto agli alleati di evitare una nuova “maggioranza Ursula” con socialisti e liberali di Emmanuel Macron nel 2024, guardando piuttosto alle destra sovranista di cui fa parte la Lega: «Voglio essere molto chiaro, sono anche vicepresidente del Ppe — replica Tajani — Per noi è impossibile qualsiasi accordo con Afd (gli ultra nazionalisti tedeschi, ndr) e con il partito della signora Le Pen».
TITANIC D'ITALIA - VIGNETTA BY MACONDO
Lo sostiene proprio nel giorno in cui Salvini ha in programma un colloquio con Marine Le Pen, per rinnovare il patto nato nella scorsa legislatura. Di fatto, certificando quello che tutti sanno: nessuno in Europa vuole governare con gli estremisti di Identità e democrazia, il gruppo di cui fa parte il ministro dei Trasporti.
Quello che Tajani dice subito dopo […] conta allora molto meno. «La Lega — sostiene — è cosa ben diversa. Saremmo lieti di avere il Carroccio parte di una maggioranza, ma senza Le Pen e Alternative Fur Deutschland ». È un veto inaccettabile per Salvini, che con un suo uomo guida il gruppo sovranista a Bruxelles. Ma è un veto che ricalca a perfezione la filosofia di Giorgia Meloni.
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La premier ha rotto anni fa con l’estrema destra a Bruxelles, grazie a una svolta pensata da Raffaele Fitto e culminata nell’ingresso nei Conservatori. […]
Salvini reagisce. E anche in questo caso, parla a Tajani affinché la premier intenda. Pungendola su un punto sensibile, quello delle future alleanze: «Mai la Lega andrà con la sinistra e i socialisti. E non accetto veti sui nostri alleati». Non è un passaggio banale, perché proprio una nuova “maggioranza Ursula” — con popolari, liberali e socialisti, allargata probabilmente ai Verdi — è lo schema politico più probabile per il 2024, almeno a dare retta ai sondaggi.
Meloni deve decidere se collaborare con i suoi voti conservatori, oppure tenersi fuori dalla mischia e incaricare Tajani di partecipare alla coalizione. Di certo, da questi giochi resterà fuori la Lega. Ma c’è di più, anzi di peggio: gli uomini del Carroccio provocano la premier tirando in ballo l’eventuale, futura alleanza dei Conservatori con Emmanuel Macron.
«Davvero l’amico Tajani preferisce continuare a governare con Pd, socialisti e Macron? — domandano gli europarlamentari leghisti Marzo Zanni e Marco Campomenosi — Non è il momento dei diktat, né di decidere a priori chi escludere dal progetto di centrodestra europeo, tanto più se questo arriva da chi fino a oggi è stato a braccetto di Pd e socialisti i n Ue. Chiediamo più rispetto per i colleghi del gruppo Id».
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Significa bruciare i ponti con i liberali del Presidente francese, significa boicottare lo scenario migliore in cui può sperare Meloni: un’intesa, appunto, tra liberali, conservatori e popolari. E giusto per imbarazzare ancora di più Palazzo Chigi, i due eurodeputati lodano l’apporto della leader francese e dell’AfD e aggiungono: «Ci rifiutiamo di pensare che qualcuno che si definisce “di centrodestra” possa preferire Macron e le sinistre alla Le Pen».
È la promessa dello scontro che verrà […]. Perché Meloni non intende escludere a prescindere un’intesa con i liberali, ma non può neanche regalare alla Lega il monopolio della destra euroscettica, che si nutre proprio di un antagonismo feroce con Macron. Un incastro che non sembra trovare soluzione. […]
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