Federica Olivo per www.huffingtonpost.it
Giorgia Meloni sarà a Napoli per l'ultimo evento della campagna elettorale, e i centri sociali sono già in allerta. Non distante da lei ci sarà Luigi Di Maio, già protagonista di qualche bagno di folla nei vicoli partenopei. Giuseppe Conte è stato lì a prendersi gli applausi per il reddito di cittadinanza. E nel capoluogo campano sono corsi anche i leader del Terzo polo. Non per strada, non in piazza, ma alla stazione marittima.
A ognuno la sua location, fatto sta che il capoluogo campano è meta ambita a pochi giorni dalle elezioni. Marino Niola, antropologo, docente all'Università Suor Orsola Benincasa e grande conoscitore di Napoli, ci ha spiegato perché.
gaetano manfredi giuseppe conte a napoli
Professore, tutti corrono nella sua città in cerca di voti. Perché è diventata il centro della campagna elettorale?
«Napoli è stata più volte decisiva per l'esito delle elezioni. Perché, oltre a essere molto popolosa, è una città campione. È un laboratorio che anticipa ciò che succede nel Paese. Per il suo essere meno definita di altri luoghi non è una città moderna. È post moderna».
Possiamo, però, già prevedere il futuro: dopo le elezioni non ci sarà tutta questa attenzione nei confronti del capoluogo campano.
«Perché Napoli è la città delle emergenze. E ora l'emergenza è elettorale. Passata questa, come quando sono passate le altre, si pensa che Napoli torni in omeostasi. Cioè, che resti sempre uguale. In realtà non è vero, Napoli cambia moltissimo, è già cambiata moltissimo, ma questo ai media sfugge.
giuseppe conte parla con avvocato in mutande a napoli 5
Perché la narrazione stile Gomorra e il racconto dell'emergenza rifiuti si vendono meglio. Così, per rappresentare Napoli non c'è solo la cartolina "pizza, golfo e Pulcinella", ma anche quella che io ho sempre chiamato olografia al nero: quella che rappresenta il degrado. Come tutte le olografie, non è né vera né falsa».
A proposito di narrazione, adesso viene raccontata come il bacino più grande del Reddito di cittadinanza, quella dove Conte e Di Maio cercano di prendersi il premio di una misura su cui mettono il cappello. Un'immagine non falsa, dati alla mano, ma certamente riduttiva, non trova?
«È l'antico stereotipo, idiota, sul Sud. Si è sempre fatta l'equazione Sud=assistenzialismo e questa del reddito di cittadinanza è la versione aggiornata di un'idea falsa. Un'idea, declinata in vari modi, secondo cui Napoli è la città dei soldi a fondo perduto.
la dirty dancing di luigi di maio 1
In realtà, reddito di cittadinanza a parte, dopo gli anni '80 il Sud nella ripartizione dei fondi non ha esattamente fatto la parte del leone. Inoltre, questo stereotipo offusca i poli di eccellenza che ci sono in zona. Non viene vista come città produttiva, invece lo è: se dici a qualcuno che una grande percentuale del tessile si produce a Nord di Napoli, questo qualcuno cade dalle nuvole».
Ma, insomma, queste passerelle elettorali spostano qualche voto? Le fasce popolari che si sono allontanate dalla politica potrebbero decidere di andare a votare?
«Spostano qualcuno che fa parte della massa degli indecisi, ma non di più. Quanto agli sfiduciati, la percentuale non è molto più alta che altrove. Vede, il voto dei napoletani viene considerato, a posteriori, come un voto d'istinto, fatto senza ragionamento politico. Anche questa narrazione è falsa».
Mettiamoci nei panni degli abitanti dei quartieri popolari che vedono i leader politici fare le sfilate nelle loro strade. Cosa pensano?
«Non dimentichiamoci che la città ha 3mila anni di storia. I napoletani sono disincantati, le capiscono queste dinamiche. E cercano di fare il loro interesse. Di votare come conviene loro. E, attenzione, guai a pensare che mi riferisca al voto di scambio. La verità è che non credono a nessuno di questi politici qui».
GIUSEPPE CONTE PIZZA la dirty dancing di luigi di maio 7 luigi di maio a napoli
la dirty dancing di luigi di maio 5 la dirty dancing di luigi di maio 6 GIUSEPPE CONTE BEATO TRA LE DONNE
Ci regala un ritratto della campagna elettorale vista da Napoli?
«Semplice: tanto rumore per nulla».