“VIGILERO’ CONTRO OGNI RISCHIO DI REGRESSIONE CIVILE” - MATTARELLA VUOLE TENERE SOTTO CONTROLLO IL GOVERNO NEI PROSSIMI MESI, QUANDO SALVINI E DI MAIO SI RENDERANNO CONTO DELLA DISTANZA TRA IL DIRE E IL FARE - LE ARMI A DISPOSIZIONE DEL QUIRINALE NON SONO MOLTE, ECCO PERCHE’ IERI IL PRESIDENTE HA DETTO…

-

Condividi questo articolo


Ugo Magri per “la Stampa”

 

sergio mattarella giuseppe conte sergio mattarella giuseppe conte

Il governo è nato, e Sergio Mattarella può riporre nel cassetto i super-poteri che la Costituzione assegna al Presidente della Repubblica. L'ormai celebre articolo 92 (nomina del premier e, su proposta di questo, dei ministri) tornerà buono forse per la prossima crisi. Ma da questo momento in poi, la politica italiana farà perno sul nuovo premier e, ancora di più, sui due «carabinieri» che Conte si ritrova accanto. Il Capo dello Stato non potrà interferire con gli indirizzi che il popolo sovrano si è voluto dare. Prevedibilmente Mattarella si asterrà dal dare consigli, specie se non espressamente richiesti.

 

il governo conte con mattarella il governo conte con mattarella

Dunque sbaglierebbe chi, soprattutto all'estero, ipotizzasse forme improprie di tutela presidenziale su un governo per metà antisistema e per l'altra metà populista.

 

IL BELLO INIZIA ORA

Ciò significa che, in futuro, il Presidente si limiterà a osservare dall' alto del Colle, tagliando nastri e ricevendo scolaresche fino al giorno in cui Conte dovesse cadere? Niente affatto. Sebbene tra i consiglieri del Presidente sia palpabile l'orgoglio per il lavoro svolto (unita al sollievo per certe catastrofi miracolosamente schivate), e insomma si vivesse con soddisfazione questo passaggio storico, nessuno si illude di poter andare tranquillamente in vacanza. Per molti aspetti, sussurrano da quelle parti, il bello incomincia proprio adesso.

 

il governo conte con mattarella il governo conte con mattarella

I nuovi governanti prenderanno contatto con la macchina governativa e, come prima esperienza, proveranno a scoprire fino dove potranno spingersi. Soprattutto i prossimi mesi (è una previsione che si raccoglie non solo al Colle) saranno un test impegnativo per la coalizione giallo-verde, in quanto misureranno la distanza tra le promesse elettorali e la concreta speranza di realizzarle, in pratica tra il dire e il fare. E dal momento che né Luigi Di Maio né tantomeno Matteo Salvini sono tipi da arrendersi facilmente, dobbiamo attenderci invenzioni, scorciatoie, pugni sul tavolo, magari forzature di ogni tipo.

 

mattarella e conte mattarella e conte

E qui (per quanto il Quirinale getti preventivamente acqua sul fuoco) potrà tornare centrale il ruolo del Garante. Che avrà meno armi a disposizione, al massimo la «moral suasion» e l' articolo 74 che permette al Presidente di rimandare alle Camere le leggi di cui non fosse convinto (ma se il Parlamento le approvasse di nuovo, andrebbero a quel punto promulgate). Il più consapevole che si annunciano passaggi complessi sembra proprio Mattarella. Ieri era giorno di sorrisi e festeggiamenti; ma perfino in un' occasione così formale, non ha perso l' occasione per additare garbatamente i confini che nella loro voglia di strafare i protagonisti dovranno tenere a mente.

 

DI GUARDIA AI CONFINI

luigi di maio luigi di maio

Rivolgendosi agli ambasciatori stranieri, per esempio, ha detto che «l'Italia intende svolgere un ruolo sempre più positivo e protagonista nell'Unione europea» aggiungendo un concetto che forse non era rivolto al corpo diplomatico: «Nella comunità internazionale, come all' interno dei singoli paesi, occorre sempre rifuggire da parole di ostilità o contrapposizione».

 

Caricare a testa bassa i tedeschi o altri popoli non sarebbe una grande idea. Poco prima, in un messaggio ai prefetti, Mattarella è tornato sull' immigrazione per caldeggiare «la costante e leale collaborazione tra tutte le componenti istituzionali e sociali chiamate a confrontarsi con il fenomeno».

 

MATTARELLA MERKEL MATTARELLA MERKEL

Maliziosamente, potrebbe essere interpretato come una «memo» a Salvini, per segnalare che sui migranti le competenze non appartengono in via esclusiva al suo ministero. E pure l' altro passaggio, dove si invitano i prefetti a «garantire il buon andamento e l' imparzialità della Pubblica amministrazione», fa venire in mente che gli apparati statali sono di tutti, nessuno dovrà tentare di piegarli alle proprie finalità.

 

Concetti quasi scontati; ma ribadirli adesso significa che il Colle vigila «contro ogni rischio di regressione civile». La «Terza repubblica», se davvero vedrà la luce, non potrà travolgere Costituzione, alleanze internazionali, vincoli di bilancio e le regole minime di convivenza civile..

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

FLASH – COME HANNO PRESO AL PENTAGONO LA NOMINA DI QUELLO SVALVOLATO DI PETE HEGSETH COME SEGRETARIO DELLA DIFESA? MALISSIMO! PRIMA DI TUTTO PER UNA QUESTIONE GERARCHICA: COME FA UN EX CAPITANO A COMANDARE SUI GENERALONI? CERTO, NON SAREBBE IL PRIMO: IN PASSATO ALTRI CAPOCCIONI NELLO STESSO RUOLO NON AVEVANO ALTI GRADI MILITARI (ANCHE RUMSFELD ERA "SOLO" UN CAPITANO MENTRE LLOYD AUSTIN, L’ATTUALE SEGRETARIO, È UN GENERALE A QUATTRO STELLE) - SU HEGSETH PESANO SOPRATTUTTO L’INCOMPETENZA E LA "PROMESSA" DI PURGARE I VERTICI MILITARI NON FEDELI A TRUMP...

DAGOREPORT - MELONI MUSK-ERATA - LA POLITICA DELLA PARACULAGGINE: DOPO L'INTERVENTO DI MATTARELLA, PUR DI NON DARE TORTO Ai GRAVISSIMI ATTACCHI DI ELON MUSK ALLA MAGISTRATURA ITALIANA, GIORGIA MELONI FA IL 'CAMALEONTE IN BARILE': "ASCOLTIAMO SEMPRE CON GRANDE RISPETTO LE PAROLE DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA” - ATTENZIONE! OVVIAMENTE LA STATISTA DELLA GARBATELLA NON HA IL CORAGGIO DI SOTTOSCRIVERE IN UN COMUNICATO STAMPA UFFICIALE DEL GOVERNO TALE IRRIDENTE DICHIARAZIONE NEI CONFRONTI DEL CAPO DELLO STATO. FA CIO' CHE SA FARE MEGLIO: LA DUCETTA FURBETTA. E SULLE AGENZIE STAMPA COME UN GHIGNO BEFFARDO SI LEGGE: “SI APPRENDE DA FONTI DI PALAZZO CHIGI”. MANCO FOSSE UN'INDISCREZIONE TRAPELATA CHISSA' COME - L'ULTIMO RETWEET DI MUSK: "HA RAGIONE GIORGIA MELONI"

DAGOREPORT - I DESTRONZI DE’ NOANTRI, CHE HANNO BRINDATO AL TRIONFO DI TRUMP, SI ACCORGERANNO PRESTO DI AVER FESTEGGIATO UNA VITTORIA DI PIRRO – LA POLITICA ESTERA SARÀ LA DISCRIMINANTE DI QUEL POPULISMO TRUMPIANO (“IO SONO UN POVERO CHE HA FATTO I SOLDI”; CIOÈ: ANCHE TU PUOI FARCELA..) CHE HA SEDOTTO MINORANZE ETNICHE E CLASSE LAVORATRICE: "L’UNIONE EUROPEA SEMBRA COSÌ CARINA, MA CI STA DERUBANDO NEGLI SCAMBI COMMERCIALI E NOI LA DIFENDIAMO CON LA NATO: L'UE DOVREBBE PAGARE QUANTO NOI PER L'UCRAINA" - IL CAMALEONTISMO DELLA PREMIER MELONI, SEMPRE COSÌ PRO-BIDEN E FILO-ZELENSKY, DAVANTI ALLE MOSSE ISOLAZIONISTICHE DEL TRUMPONE (DAZI SULL'EXPORT ITALIANO), CON UN ALLEATO DI GOVERNO TRUMPISSIMO COME SALVINI, VERRÀ MESSO A DURA PROVA: LA DUCETTA ALLE VONGOLE STARÀ CON L’EUROPA DI URSULA O CON L’AMERICA DI "THE DONALD"?