Estratto dell’articolo di Conchita Sannino per https://napoli.repubblica.it/
Dodici righe. Secche come uno schiaffo. Stéphane Lissner non si farà "pensionare" dal governo Meloni. Anzi: controffensiva piena. Assumerà "qualsiasi iniziativa" a sua tutela, contro "la manovra illegittima e discriminatoria" che lo vuole fuori dal lirico.
E con l'affilata lettera inviata al ministro Gennaro Sangiuliano, intende sabotare il disegno romano dello "sfratto" anticipato dal San Carlo solo "per consentire" a Fdi di occupare viale Mazzini, e quindi "la nomina del presidente Rai (Carlo Fuortes, ndr) al posto mio" . Mezza pagina: ma pesa come un avvertimento. Che infiammerà, oggi, in teatro, la presentazione della stagione.
[…]
La lettera di Lissner - indirizzata al Consiglio del lirico, e per conoscenza a Comune, Regione e Ministro - evita ogni formula di rito. "Ho letto articoli di cronaca apparsi su vari organi di stampa che riportano di iniziative volte a facilitare la sostituzione del Presidente della Rai scrive il sovrintendente - attraverso l'emanazione di un provvedimento legislativo che avrebbe l'intento di produrre la mia decadenza dalla carica per ragioni di età e che, quindi, consentirebbe la nomina dell'attuale presidente della Rai al mio posto " .
Lissner ha compiuto già 70 anni, è già pensionato in patria, ma le nostre norme gli consentono - a differenza di quanto riservato ai direttori italiani - di mantenere quel ruolo di vertice: una opzione che il governo Meloni intende cancellare, con norma ad hoc, equiparando le distinte situazioni. Di fatto, mettendolo alla porta.
Ma il sovrintendente reagisce. "Vi informo che ho dato mandato aimiei legali di seguire la vicenda con attenzione e, ove l'iniziativa fosse davvero perseguita, di assumere qualsiasi iniziativa a mia tutela, ivi incluso attraverso segnalazioni ad ogni autorità competente, in ragione dell'evidente contrarietà di tale progetto, tra l'altro, alla Costituzione e al trattato dell'Unione Europea". L'ultima stoccata è per l'eventuale successore, che sarebbe coinvolto nell'intrico italiano di ricorsi e rinvii. "Immagino che nessun candidato al ruolo di Sovrintendente - scrive ancora Lissner - voglia assumere la responsabilità della gestione del Teatro ad esito di una manovra illegittima e discriminatoria". […]