Giovanna Cavalli per il Corriere della Sera
«Sono un ciccione ma per fortuna non sono permaloso, altrimenti a quest' ora mi sarei già impiccato alla trave e lo so che state già pensando tutti che verrebbe giù anche il soffitto», ironizza Mario Adinolfi, leader del Popolo della famiglia, quello ultracattolico dei Family Day, impegnato in campagna elettorale.
L' altro giorno era ospite di SkyTg24 e dall' auricolare rimasto acceso ha sentito qualcuno sghignazzare in regia «perché ero troppo grosso per essere inquadrato, che ero uno ma valevo per due, che come minimo pesavo duecento chili e invece sono solo 175 per un metro e novantadue e ho pure le ossa grosse», spingendolo a protestare in diretta «però ormai non mi arrabbio più, negli anni ci si fa il callo».
Le capita spesso di essere deriso per la taglia extralarge ?
«La presa in giro la vivo ogni quaranta secondi, se esco la gente mi indica per strada, a volte mi insulta».
Tipo?
« Magna n' altro po' , grassone di m... e così via».
E lei che fa?
«Giuliano Ferrara dice che in quei momenti vorresti o sparare o sparire, io ho fatto pace con la mia stazza. Ma ho 47 anni e sono un personaggio pubblico. Se ne hai sedici e vai al liceo e pesi 90 chili la paghi cara e potresti non sopravvivere. Bisogna ribellarsi.
Perché quella contro i grassi è l' unica discriminazione che resiste, l' unica che il politicamente corretto lascia passare».
Da bambino era...
«Magro. Fino ai diciotto ero un lungagnone che faceva atletica leggera, correvo il fondo».
E poi che è successo?
«Guai personali. Dalla corsa al bucatino il passo è stato breve. Intorno ai 25 ero già così. Sono obeso perché mangio tanto, sia chiaro».
E quanto sarebbe questo tanto?
«Due o tre cornetti a colazione. Da ragazzo erano anche cinque o sei, andavo nello stesso bar di Giuliano Ferrara, a Testaccio, e pure lui ci dava giù».
Avrete fatto contento il titolare. E poi che altro mangia?
«A pranzo 180 grammi di pasta. Il guaio è che ci aggiungo anche il pane e la pizza. Tanta pizza. A cena spesso bevo solo un tè. Però ho amici magri che fanno sport e ogni settimana hanno un problema al muscolo, al tendine, al ginocchio, io niente».
Ha provato qualche dieta?
«Mai fatta una. E sto benissimo. Le analisi sono a posto».
Nemmeno un trigliceride alto?
«Nemmeno quello. Si può essere grassi e in salute. La società ci vuole magri non perché si preoccupi del nostro benessere, ma per pregiudizio estetico: il ciccione è diverso e provoca fastidio fisico. A scuola prendono in giro mia figlia di sette anni, perché ha il papà grasso ma...».
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Ma?
«Ma lei risponde che suo papà è speciale perché è comodo come cuscino, come sedia, come punching-ball».
Quando viaggia...
«In aereo nessuno vuole stare vicino a me e in questo li capisco, lo farei anch' io. Fissano intensamente le hostess per impietosirle. Meglio, così il posto accanto al mio resta sempre libero. Idem in treno. Sull' autobus no, è un mezzo più proletario e ci trovo tanti sovrappeso come me, i poveri sono sempre più in carne e il disprezzo per il peso è un tic da upper class ».
La barca?
«Mi è proibita, sono proprio inadatto agli spazi ristretti, peccato perché amo il mare».
Bicicletta?
«Non ho mai imparato, mi schiantavo sempre contro gli alberi. Così come il motorino: avevo 23 anni e sono caduto faccia a terra dopo duecento metri, mai più riprovato».
Momenti imbarazzanti?
«Comprare il costume. Ora metto i boxer, un tempo osavo lo slippino. E per andare al mare ci vuole coraggio, io che addosso non ho i cuscinetti ma un materasso. Però ci vado. Sugli sci non se ne parla invece, troppo carico sulle articolazioni. E poi c' è sempre quello che grida: attenzione alla valanga . Niente più tennis, peccato, ero bravino. E in montagna devo dosare le camminate».
Come va la campagna elettorale?
«Faccio un sacco di selfie con gli elettori: vieni vicino a me così sembri magro . L' autoironia mi ha salvato la vita».
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