1 - GENTILONI, POSIZIONI PAESI SUL PRICE CAP SI AVVICINANO
(ANSA) - Sul tetto al prezzo del gas "ci sono interessi diversi e ci sono ancora posizioni diverse" tra gli Stati membri, "credo che si stiano avvicinando, ci abbiamo messo un po' di tempo anche quando ci fu la crisi della pandemia".
Lo ha detto il commissario europeo all'Economia, Paolo Gentiloni, parlando della crisi energetica a Radio Anch'io, su Radio1. "Penso che sia giunto il momento che questa divergenza tra chi chiede il tetto al prezzo del gas e chi teme che questo tetto provochi un problema di forniture è andata ormai avanti troppo a lungo, e credo che la Commissione europea sia ormai pronta a fare una proposta", ha aggiunto.
mario draghi roberto cingolani
2 - GENTILONI, PRICE CAP DINAMICO PUÒ ESSERE SOLUZIONE GIUSTA
(ANSA) - "L'idea di un price cap bloccato può avere delle controindicazioni nel senso che l'andamento dei mercati, il trattamento verso i Paesi - perché è chiaro che l'atteggiamento verso la Russia non può essere lo stesso che quello verso la Norvegia o l'Algeria -, richiedono uno strumento abbastanza sofisticato, un price cap dinamico potrebbe andare incontro a questa necessità". Lo ha indicato il commissario europeo all'Economia, Paolo Gentiloni, a Radio Anch'io, su Radio1.
3 - GENTILONI, IDEA NUOVI FINANZIAMENTI COMUNI SI FARÀ STRADA
mario draghi ursula von der leyen
(ANSA) - "Penso che" l'idea di nuovi finanziamenti comuni sul modello del Sure "si farà strada, abbiamo messo un piede nella porta per dire che davanti a questa situazione" di crisi, il tetto al prezzo del gas "non sarà di per sé una soluzione miracolosa" e serviranno "strumenti comuni". Lo ha detto il commissario europeo all'Economia, Paolo Gentiloni, parlando a Radio Anch'io, su Radio1. "Avremo bisogno di più solidarietà, non basta il tetto al prezzo del gas perché se ciascuno usa i propri quattrini per conto proprio, visti gli squilibri che ci sono nei nostri spazi di bilancio, non è sufficiente", ha aggiunto
MARIO DRAGHI URSULA VON DER LEYEN
"La discussione tecnica andrà avanti, però se la Commissione europea mette sul tavolo una proposta in vista del vertice" dei leader Ue "del 20 e 21 ottobre, io penso che ormai le posizioni" tra i Paesi "si stiano avvicinando", ha ribadito il commissario, facendo appello tuttavia a "non demonizzare" bensì a "capire anche le posizioni di chi dice 'occhio che col tetto al prezzo del gas rimaniamo senza'". "Nel frattempo però - ha precisato - abbiamo stoccaggi sopra il 90% e abbiamo ridotto il gas russo dal 40 al 7,5%, quindi quel rischio si è molto ridotto in questi mesi".
4 - VON DER LEYEN, PARLIAMO DI PRICE CAP MA OGGI NON SI DECIDE
PAOLO GENTILONI E MARIO DRAGHI
(ANSA) - "Ora è tempo di discutere di come limitare i picchi nei prezzi dell'energia e la manipolazione operata da Putin. La second cosa importante da discutere è il level playing field, ovvero che le aziende di ogni Paese abbia la stessa possibilità di partecipare al mercato unico, con equità. Il terzo punto è il RePower, e come potenziarlo. Non ci saranno decisioni oggi, essendo un Consiglio informale ma è in preparazione del Consiglio di ottobre". Lo ha detto la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, arrivando al Castello di Praga.
mark rutte mangia un gelato a roma 5
5 - VON DER LEYEN,'ORA STATI PRONTI A CAP, CONFIDO IN SOLUZIONE'
(ANSA) - "La Commissione aveva proposto un tetto al gas a marzo ma all'epoca non era attrattivo. Ma ora la situazione si è evoluta e gli Stati membri vogliono discutere ora il price cap. Confido si possa trovare una soluzione": Lo ha detto la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen parlando ai cronisti al castello di Praga.
6 - GAS IL PIANO ITALIANO
Marco Bresolin per “La Stampa”
Rassicurare la Germania e gli altri Paesi contrari al tetto al prezzo del gas con alcuni correttivi da attivare per scongiurare una crisi delle forniture. È con questo obiettivo che l'Italia ha fatto circolare tra gli altri governi Ue un nuovo documento tecnico - realizzato con Belgio, Grecia e Polonia - per intervenire sul mercato del gas.
Non più con un «tetto al prezzo», espressione diventata ormai un tabù, ma con un «corridoio di prezzo dinamico», da applicare su tutte le transazioni nel mercato del gas all'ingrosso, agganciato agli altri indici internazionali di riferimento e con un margine di fluttuazione del 5%.
Una sorta di «interruttore per disincentivare la speculazione» che in caso di crisi delle forniture andrebbe accompagnato da un'ulteriore riduzione della domanda di gas e da compensazioni. Nel "non paper" vengono individuati tre diversi scenari con le relative azioni da intraprendere per far fronte a un'eventuale carenza di gas.
Da Malta anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, a colloquio con l'omologo tedesco Frank-Walter Steinmeier, ha lanciato un appello all'Ue, «chiamata a reagire con senso di comunità e solidarietà di fronte a chi fa dell'energia uno strumento di pressione internazionale e di speculazione».
Il governo guidato da Mario Draghi dà per scontato il sostegno dei 15 Paesi che già avevano firmato la lettera sul "price cap" ed è convinto che anche la Commissione europea si stia riposizionando su questa linea, agevolando così l'opera di convincimento della Germania, dei Paesi Bassi e degli altri Stati sin qui scettici. «Noi non abbiamo posizioni ideologiche, vogliamo trovare soluzioni che funzionino», ha assicurato il premier olandese Mark Rutte.
Nella delegazione italiana l'ottimismo è palpabile, tanto che viene dato per possibile un accordo al Consiglio europeo del 20-21 ottobre, l'ultimo di Draghi. Due giorni prima la Commissione europea presenterà la sua proposta che dovrebbe includere un meccanismo simile a quello elaborato dal ministero guidato da Roberto Cingolani. I dettagli tecnici saranno discussi tra i ministri dell'Energia nella riunione in agenda martedì e mercoledì prossimi a Praga, ma già oggi saranno i leader ad affrontare la questione da un punto di vista più politico nel corso del vertice informale.
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I capi di Stato e di governo dei 27 sono arrivati ieri nella capitale ceca per il primo summit della Comunità politica europea, il nuovo forum allargato a 17 Stati europei extra-Ue voluto da Emmanuel Macron. Si è parlato della situazione in Ucraina, con l'intervento via video del presidente Zelensky, ma ovviamente ha tenuto banco la questione energetica.
Anche perché al tavolo c'erano alcuni Paesi fornitori di gas come l'Azerbaijan e soprattutto la Norvegia. Avrebbe voluto esserci anche l'emiro del Qatar, Tamin Bin Hamad Al Thani, a Praga per la sua prima visita ufficiale nella Repubblica Ceca. Offeso per non esser stato invitato alla riunione della Comunità politica, l'emiro ha lasciato anzitempo il Paese.
Il tema delle forniture energetiche è stato al centro della tavola rotonda sull'economia alla quale hanno partecipato anche Draghi, il cancelliere Olaf Scholz e il premier della Norvegia, diventata il primo fornitore di gas dell'Unione europea. Ursula von der Leyen insiste nel dire che la riduzione dei prezzi passerà per forza di cose da un negoziato con Oslo e ieri ha convinto il premier Jonas Store a firmare una dichiarazione congiunta per dire che bisogna «sviluppare congiuntamente uno strumento per stabilizzare i mercati energetici e limitare l'impatto delle manipolazioni del mercato e della volatilità dei prezzi».
Un segnale che è stato accolto molto positivamente dai principali governi Ue, impegnati a «far scendere i prezzi garantendo al tempo stesso un equilibrio tra domanda e offerta», come ha sottolineato Scholz. Per la Polonia, però, bisogna fare di più: «La politica energetica dell'Unione europea non può essere dettata dalla Germania - ha attaccato il premier Mateusz Morawiecki -. Non è possibile che gli interessi di un Paese determino l'andamento dei prezzi per tutti gli Stati».
ZELENSKY - DRAGHI - SCHOLZ - MACRON olaf scholz testimonianza su banca warburg