Estratto dell’articolo di Mario Ajello per “il Messaggero”
Sarà uno dei primi impegni da presidente del consiglio, se il centrodestra vincerà e se lei andrà a Palazzo Chigi. Si tratta del viaggio autunnale di Giorgia Meloni presso le principali cancellerie europee. L'occasione per presentarsi a Scholz e a Macron - e già ci sarebbero i primi contatti per il grand tour - e soprattutto per dire loro: questa è la mia idea di Europa, dell'Italia nel quadro continentale e della Ue non come semplice esecutrice ma come partner privilegiato degli Stati Uniti.
Saranno eresie alle orecchie dei colleghi socialdemocratici (il cancelliere tedesco) e liberal-progressisti (l'inquilino dell'Eliseo)? Macché, sono convinti in Fratelli d'Italia che tra la nuova destra di governo italiano e questi partner internazionali il linguaggio possa somigliarsi.
mario draghi olaf scholz emmanuel macron 2
E non solo - ecco il punto cruciale del viaggio di Giorgia - per quanto riguarda la comune convinzione che non si debba tornare alle asfittiche culture dell'austerità ma anche per la visione di Europa che ha la Meloni e che, a cominciare da Macron, sta prendendo sempre più piede.
Quella del grande progetto un'Europa confederale, nella quale i temi generali si affrontano insieme - per esempio la necessità di un esercito comune - e allo stesso tempo si conservano però le identità e il ruolo degli Stati nazionali, che sono il fondamento dell'Europa e dell'Occidente.
SILVIO BERLUSCONI - GIORGIA MELONI - MATTEO SALVINI
Macron ormai in modalità svolta gollista sente questo approccio esattamente come proprio e della tradizione politica nazionale a cui fa riferimento. Insomma, tra la destra, il centro e la sinistra possono trovarsi - questa la scommessa della Meloni - in un visione del Vecchio Continente condivisa almeno nelle linee di base. Non si tratta allora di chiedere legittimazione agli altri, ma di trovarsi con loro - in FdI tengono molto a questo punto - sul significato e sul ruolo che la Ue può e deve avere. […]
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