Paolo Baroni per "La Stampa"
Nonostante l'intervento del governo, che col decreto entrato in vigore lunedì ha messo sul tavolo oltre 3 miliardi di euro per tagliare gli oneri di sistema e ridurre l'Iva sul metano, la stangata sulle bollette sarà comunque bella forte.
In base ai dati comunicati ieri dall'Autorità dell'energia, da venerdì la bolletta dell'elettricità rincara infatti del 29,8% (record assoluto dal 2003, ovvero da quando sono stati introdotti gli aggiornamenti trimestrali delle tariffe), mentre quella del gas sale del 14,4%.
In pratica su base annua la spesa delle famiglie cresce in media di altri 300 euro (+155 euro la luce e +145 euro il gas) portando la spesa totale a quota 1.761 euro: 631 euro di luce (+30% sul 2020) e 1.130 euro di metano (+15%).
I motivi degli aumenti
Rincari certamente pesanti, ma oggettivamente poteva anche andare peggio, perché in assenza di interventi le tariffe del gas sarebbero dovute aumentare del 30% e addirittura del 45% quella dell'elettricità. Ovvero circa 15 punti in più di quanto deliberato ieri dall'Arera.
Questo, spiega l'Autorità nella sua nota, a causa della straordinaria dinamica dei prezzi delle materie prime verso i massimi storici - ancora in forte crescita per la ripresa delle economie dopo i ribassi dovuti alla pandemia e le difficoltà nelle filiere di approvvigionamento, in particolare nei paesi del Nord Europa - e le alte quotazioni dei permessi di emissione di Co2.
Stando agli ultimi rilevamenti, mentre il petrolio ha sfondato il tetto degli 80 dollari al barile e viaggia spedito verso quota 90, nel terzo trimestre di quest'anno i prezzi europei del gas sono cresciuti di oltre l'80% rispetto al secondo, con picchi nei mercati all'ingrosso di oltre 70 euro/MWh nella seconda metà di settembre (contro i circa 20 euro di inizio anno).
A fine agosto il costo della Co2 ha invece toccato i 60 euro la tonnellata contro i 28 registrati lo scorso settembre. A sua volta il prezzo dell'energia elettrica all'ingrosso ha recepito questi aumenti rincarando a sua volta in maniera significativa: in base al preconsuntivo del terzo trimestre 2021 il prezzo unico nazionale per l'elettricità è salito del 65% e di circa il 195% rispetto al livello medio dello stesso trimestre del 2020 (124 euro/MWh contro - rispettivamente - 75 e 42 euro/MWh).
I bonus sociali
Per contenere l'esborso di famiglie e microimprese dei 3 miliardi di euro stanziati (oltre 3,5 a livello di indebitamento netto) circa 2,5 sono serviti ad azzerare gli oneri generali di sistema per il prossimo trimestre, 500 milioni circa sono serviti a potenziare i bonus sociali ed altri 500 consentono poi di portare al 5% l'Iva sul gas.
A beneficiare degli sconti saranno in tutto 29 milioni di famiglie e circa 6 milioni di microimprese. Incrementi tariffari sostanzialmente azzerati invece per oltre 3 milioni di nuclei familiari che hanno diritto al bonus elettricità e per i 2,5 milioni che fruiscono del bonus gas (8.265 euro di Isee, 20.000 per i nuclei con più di 3 figli).
Per il Codacons, che parla di «maxistangata», come per l'Unione consumatori e Assoutenti, «come previsto, l'azione del governo di è dimostrata assolutamente insufficiente».
A loro giudizio «intervenire su oneri di sistema non basta, ma vanno ridefiniti criteri di calcolo delle tariffe energetiche».
Urgenti interventi strutturali
Per il presidente dell'Arera, Stefano Besseghini «siamo in presenza di un ulteriore incremento del costo delle materie prime, più ampio ed imprevedibile del precedente. L'intervento del governo, cui abbiamo fornito il necessario supporto tecnico, ammorbidisce gli effetti in una fase delicata della ripresa per proteggere i consumatori più fragili. Accanto all'attenzione alle famiglie in più grave difficoltà, è ormai evidente l'ampia percentuale di famiglie e imprese che, pur essendo "nella media", fatica a sopportare la quotidianità. È a maggior ragione necessario un continuo lavoro per sfruttare tutte le opportunità per una riduzione strutturale dei costi energetici» aggiunge.
Inoltre, come spiega l'Arera nella sua nota, occorre anche individuare «al più presto» interventi strutturali. Se ne parlerà a giorni quando il governo presenterà la legge di bilancio: ma per trasferire alla fiscalità generale gli incentivi per le rinnovabili, i costi per lo smantellamento delle centrali nucleari e gli altri oneri di sistema occorre trovare 12 miliardi. Impresa non facile.