Camilla Conti per la Verità
Il decreto Rilancio è ancora senza bollino perché mancano le coperture.
Che alla fine, purtroppo, non basteranno per rilanciare il sistema Paese, ovvero le imprese, i piccoli esercizi, il turismo, le partite Iva e l' economia reale rimasta a corto di ossigeno per colpa del lockdown. Ma saranno comunque servite per accontentare con mance, mancette e marchette singoli gruppi di potere, lobby e associazioni amiche. Sia chiaro, ragioniamo solo guardando le bozze perché appunto la versione definitiva del decreto ancora non c' è. Stiamo comunque parlando di un testo che potrà pure essere limato, ma non alterato
nella sostanza. E questa, scorrendo lo schema provvisorio articolo per articolo, dimostra che l' impianto strutturale di questa «doppia manovra» così come ci è stata spacciata da Palazzo Chigi ha già il difetto di essere assai spinto sul fronte dei superbonus ma anche dei piccoli sussidi retaggio delle vecchie logiche clientelari mentre in altri Paesi si segue la strategia dei contributi a fondo perduto per chi ne ha davvero bisogno. Il governo ha invece preferito (ri)lanciare il treno su un binario scassato, dando la precedenza al «favore politico» con il rischio di distribuire fondi disfunzionali. Tradotto: se stanzi 55 miliardi, già insufficienti rispetto al disastro che si prospetta, e li usi pure male, il treno va a sbattere contro il muro.
ROBERTO GUALTIERI GIUSEPPE CONTE
Qualche esempio? Prendiamo le 464 pagine dello schema di decreto che porta la data del 13 maggio. A pagina 84 spunta l' articolo 46 dedicato al «rafforzamento dell' ecosistema delle start up innovative», cui sono destinate risorse aggiuntive pari a 100 milioni per l' anno 2020 per il rifinanziamento delle agevolazioni, e 10 milioni per la concessione di contributi a fondo perduto finalizzati all' acquisizione di servizi prestati da parte di incubatori, acceleratori, innovation hub, business angels e altri soggetti pubblici o privati operanti per lo sviluppo di imprese innovative». Non solo. La dotazione del Fondo di sostegno al venture capital, istituito nel 2018, viene aumentata di 200 milioni «per fronteggiare l' emergenza pandemica a favore di start up e Pmi innovative da attuarsi mediante investimenti nel capitale, anche tramite la sottoscrizione di strumenti finanziari partecipativi, secondo le modalità che saranno adottate con decreto del ministro dello Sviluppo economico». Start up e venture capital sono temi assai cari ai grillini. A calcolare l' impatto del venture capital sull' economia italiana è stata a febbraio 2018 la Casaleggio associati con un report di 40 pagine. Ovvero la società di ricerca e consulenza strategica alle aziende presieduta da Davide Casaleggio, figlio del cofondatore del M5s, Gianroberto. «Non esiste un vero ecosistema capace di attrarre i venture capital. Per crearlo, bisogna potenziare il capitale di rischio disponibile coordinando l' intervento statale», aveva detto al tempo. Di certo, quello delle start up e dell' innovazione è un business a cui la Casaleggio associati tiene molto considerando che fa affari con la consulenza strategica e di innovazione digitale alle medie e grandi imprese.
roberto gualtieri giuseppe conte patuanelli giuseppe conte roberto gualtieri mes
Ma andiamo avanti. Qualche pagina dopo, ecco l' articolo 51 dove si legge che «al fine di sostenere e accelerare i processi di innovazione, crescita e ripartenza duratura del sistema produttivo nazionale, rafforzando i legami e le sinergie con il sistema della tecnologia e della ricerca applicata» viene istituito un fondo, denominato «Fondo per il trasferimento tecnologico», con una dotazione di 500 milioni per il 2020. Mezzo miliardo da coprire, non noccioline. Per l' attuazione degli interventi, inoltre, il Mise si avvarrà dell' Enea, l' Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l' energia e lo sviluppo sostenibile, «previa stipula di apposita convenzione» con una commissione per la gestione nel limite dell' 1% del valore delle somme assegnate in gestione ovvero, 5 milioni per quest' anno. L' Enea è pure autorizzata alla costituzione della fondazione di diritto privato, battezzata Fondazione Enea tech, sottoposta alla vigilanza del Mise con un' altra spesa prevista di 12 milioni. Era proprio necessario spendere tutti questi soldi e istituire una nuova Fondazione con altre poltrone?
giuseppe conte roberto gualtieri
E sempre a proposito di poltrone, l' articolo 186 della bozza riguarda l' istituzione del Fondo per la promozione del turismo in Italia con una dotazione di 20 milioni. Ebbene, per assicurare «l' attuazione tempestiva ed efficace di quanto stabilito» viene previsto l' allargamento del cda di Enit-Agenzia nazionale del turismo, che dovrebbe passare da tre a cinque membri nominati dal ministro per i beni e le attività culturali e per il turismo, di cui uno designato dalla Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato le Regioni e le Province autonome di Trento e di Bolzano e uno dalle associazioni di categoria maggiormente rappresentative. Il Consiglio, si legge, nomina un amministratore delegato, scelto tra i propri componenti designati dal ministro per i Beni e le attività culturali che designa anche il presidente.
roberto gualtieri si congratula con giuseppe conte per l'informativa sul mes
Dalle cadreghe ai monopattini. Perché in uno slancio di ecologismo «gretino» la bozza del decreto Rilancio prevede anche un contributo fino a 500 euro per l' acquisto di biciclette, anche a pedalata assistita, e di veicoli per la micromobilità elettrica quali monopattini, hoverboard e segway, o per l' utilizzo dei servizi di sharing mobility. Il «buono mobilità» potrà coprire fino al 60% della spesa sostenuta per acquistare il mezzo o il servizio. Eppure in molte città, come Milano, andare al lavoro in monopattino o in bici sarà impossibile per i pendolari che ogni giorno arrivano da fuori Comune. Nel decreto però l' auto è quasi dimenticata: solo un contentino, appena 100 milioni che vanno a rafforzare l' ecobonus peraltro non esaurito lo scorso anno. Nel frattempo l' intero settore dell' automotive è alla canna del gas. Tanto che, per tenere in piedi l' intera filiera, anche Fca sta ragionando su un altro tipo di «pedalata assistita», ovvero un prestito da 6,3 miliardi con Intesa Sanpaolo, che poi chiederà la garanzia dello Stato.
roberto gualtieri giuseppe conte luigi di maio PAOLO GENTILONI GIUSEPPE CONTE ROBERTO GUALTIERI