MANDIAMO AVANTI LA BARACK - È TEMPO DI SOBRIETÀ ANCHE PER OBAMA: “PER RIPRENDERSI DA QUESTA CRISI CI VORRANNO ANNI” - IL TUTTO CONDITO DA TONI APOCALITTICI, COME HA FATTO ANCHE BILL CLINTON, IL GIORNO PRIMA: “LA SCELTA DEL PROSSIMO PRESIDENTE DEGLI STATI UNITI È LEGATA AL PAESE IN CUI SI VUOLE VIVERE” - L’INTERVENTO DI BARACK HA FATTO IL RECORD SU TWITTER, CON 9 MLN DI “CINGUETTII”…

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1 - IL DISCORSO DI OBAMA ALLA CONVENTION DEL PARTITO DEMOCRATICO
http://www.youtube.com/watch?v=Hd8MFmUDbg4

LA FAMIGLIA OBAMA ALLA CONVENTION DI CHARLOTTELA FAMIGLIA OBAMA ALLA CONVENTION DI CHARLOTTE


2 - OBAMA DA RECORD SU TWITTER, 52.757 AL MINUTO
(ANSA) - Il discorso di Barack Obama alla convention democratica ha fatto segnare un nuovo record su Twitter: oltre 9 milioni i tweet inviati, 52.757 al minuto. Lo annuncia la compagnia sul social network.

3 - USA 2012: OBAMA ORA SCELTA EPOCALE, IN GIOCO NOSTRO FUTURO Marcello Campo per l'ANSA - "In palio non c'é solo una scelta tra due candidati o due partiti, ma tra due diversi percorsi per l'America, tra due visioni fondamentalmente diverse del futuro. Qualcosa che segnerà la vita nostra e dei nostri figli per decenni". Barack Obama lancia l'appello alla mobilitazione generale usando toni gravi quasi apocalittici, nel suo discorso di accettazione della candidatura che conclude la Convention di Charlotte. Spinge forte sulle grandissime differenze che esistono tra lui e Mitt Romney, che cita solo una volta per nome e chiama "il mio oppositore".

CLINTON SI INCHINA A OBAMACLINTON SI INCHINA A OBAMA

E soprattutto chiarisce che per sanare l'economia nessuno può pensare di avere la bacchetta magica. Ai suoi elettori chiede una prova di maturità. Altro che Hope e Change. Stavolta vuole parlare alla testa, ai portafogli vuoti, più che al cuore. La situazione è grave, e non permette voli pindarici, suggestioni emotive o trovate retoriche. Così, all'insegna del 'low profile', Obama ripercorre la strada del realismo proposto ieri da Bill Clinton, dicendo esplicitamente che per risanare i conti e far ripartire la locomotiva americana serviranno "diversi anni. La ripresa - insiste Barack - non sarà né rapida, né facile", come qualcuno pensa, proponendo ricette miracolistiche.

"Resta molto lavoro da fare per risolvere i problemi accumulati nel corso dei decenni". La moglie e le figlie lo ascoltano in prima fila, accanto a Joe Biden e signora. Si comincia con gli U2 e la loro 'City of Blinding Light'. Ma la serata non è all'insegna dei lustrini o degli effetti speciali. Non è tempo di prendere in giro la gente. I tempi a venire saranno ancora di lacrime e sangue.

BARACK OBAMA CON LE FIGLIE SASHA E MALIABARACK OBAMA CON LE FIGLIE SASHA E MALIA

"I tempi sono cambiati, anch'io sono cambiato. Prima ero solo candidato, oggi sono presidente", con tutto il carico di responsabilità' che ne consegue. Davanti ci sono ancora tappe dure, dolorose, ma necessarie. E il compito di un Comandante in capo, rivendica Obama, è dire ai suoi le cose come stanno. Punzecchia l'avversario: "In politica estera è piuttosto un novizio. se consideri la Russia il primo nostro pericolo e non Al Qaeda vuol dire che sei bloccato ai tempi della guerra fredda". Rivendica i passi avanti fatti a favore della scuola e dell'educazione, bocciando la mania anti-pubblico che percorre la destra americana: "Non credo che il governo sia la soluzione di tutti i problemi, ma nemmeno che sia la loro unica origine".

Tocca le corde del patriottismo, parlando con orgoglio della ripresa dell'auto 'made in Usa'. E ripete molte volte la parola cittadinanza, che sembra sostituire lo spazio lasciato vuoto da Hope e Change. Ma il nocciolo del discorso è come convincere l'America ad avere ancora pazienza: "Non pretendo di dire che il percorso che vi sto offrendo sia semplice o facile. Non l'ho mai fatto. Sono stato eletto - attacca Obama con voce grave - per dirvi la verità, e non quello che volevate sentire".

E la verità è che 'addapassa' a nuttatà. Ma guai a lasciarsi andare: "A Washington saranno prese decisioni cruciali, sui posti di lavoro, sull'economia, sulle tasse e il deficit, l'energia e l'istruzione, la guerra e la pace. Si tratta di scelte - sottolinea il presidente - che avranno un impatto enorme sulla nostra vita e sulla vita dei nostri figli per i decenni a venire".

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Ma malgrado il quadro sia così' fosco, Obama, proprio perché consapevole della situazione, rivendica di avere ancora le carte in regola per tirare il suo Paese fuori dai guai. Quindi quasi ammonisce, rivolgendosi direttamente a chi lo segue in tv: "Sappi, America, che i nostri problemi possono essere risolti. Le nostre sfide possono essere vinte. Il percorso che offriamo può essere più difficile, ma conduce a futuro migliore. E sto chiedendo di scegliere quel futuro".

E per farlo riprende l'insegnamento di una delle icone dei progressisti americane: quel Franklin Delano Roosevelt che riuscì a unire un Paese per uscire dalla Grande depressione. Anche qui, Barack sembra seguire il metodo del dialogo proposto da Bill Clinton. "Abbiamo bisogno di uno sforzo comune, una responsabilità condivisa, un confronto continuo, lo stesso che Roosevelt ottenne durante la crisi peggiore di questa, quella del 1929".

Chiede nuova fiducia, fa nuove promesse, spera che il Paese abbia ancora pazienza e continui a seguirlo. Il comizio si chiude sulle note di Bruce Springsteen, il working class hero del New Jersey. La gente lo applaude felice. Tutto il partito democratico è con lui, compatto e convinto. Sa che tra una manciata d'ore gli arriveranno sul tavolo i dati sull'occupazione di agosto. E la lotta nei prossimi 61 giorni sarà' ancora tutta da vincere.

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4 - IL DISCORSO DI BILL CLINTON ALLA CONVENTION
Da "Internazionale.it"

L'ex presidente statunitense Bill Clinton è intervenuto ieri (5 settembre) alla convention nazionale del partito democratico. Nel suo discorso Clinton si è lanciato in una grintosa difesa del presidente Obama, elogiando la sua gestione dell'economia durante la crisi.

"Obama ha ereditato una situazione molto critica, ma ha posto le fondamenta per un'economia più moderna e più bilanciata che produrrà milioni di buoni posti di lavoro", ha dichiarato. "La scelta del prossimo presidente degli Stati Uniti è legata al paese in cui si vuole vivere e, se si vuole vivere in un paese in cui la prosperità viene condivisa, bisogna sostenerlo anche stavolta", ha continuato l'ex governatore dell'Arkansas.

Clinton ha poi elencato tutti i risultati raggiunti dall'attuale amministrazione: l'aver fermato la crescita della disoccupazione dal 2010, la creazione di quattro milioni e mezzo di posti di lavoro, e una riforma sanitaria che prevede la copertura assicurativa obbligatoria per le spese mediche per tutti i cittadini statunitensi entro il 2014.

Molto dure le critiche nei confronti di Mitt Romney e del partito repubblicano, accusati di essere rigidi e contrari al compromesso: "Noi democratici riteniamo che questo paese funzioni meglio con una classe media forte e con opportunità reali per tutti. Nel mondo reale è la politica della cooperazione che funziona, non quella dei conflitti. I repubblicani, invece di pensare a rimettere al lavoro l'America, hanno solo cercato di cacciare Obama. Ma, io ve lo assicuro, noi lo lasceremo esattamente lì dove si trova. Io ci credo profondamente: riporteremo Obama alla Casa Bianca", ha concluso Clinton. Il testo integrale del discorso di Charlotte, in inglese, si può leggere sul Washington Post.

BILL CLINTON E BARACK OBAMABILL CLINTON E BARACK OBAMA

La scorsa notte Clinton, scrive il Guardian, non ha solo ricordato chi sono i buoni ma anche chi sono stati i responsabili della crisi economica.

Tutti gli occhi erano puntati sull'ex presidente, ma prima del suo speech un altro intervento ha attirato l'attenzione dei delegati: quello di Elizabeth Warren, docente di Harvard e candidata per un seggio da senatrice in Massachusetts. Un suo ritratto firmato da Monica Potts su The american prospect.

Bill Clinton è stato l'anti-Michelle, scrive il New Yorker. Mentre la first lady ha affrontato la platea di Charlotte raccontando la vita familiare del presidente, l'ex governatore dell'Arkansas ha parlato soprattutto di fatti, riforme e obiettivi raggiunti dal suo partito in questi tre anni e mezzo.

 

 

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