DAGONOTA
Si sa, il Ducetto una ne fa e cento ne pensa. Così, nel riposo forzato dato dalla condizione di “inoccupato”, Matteuccio medita di far fuori Camposanto Dall’Orto, di spaccare M5S, di fronteggiare l’offensiva di Orlando alla segreteria e di dettare la manovra a Padoan.
RAI
La “pensata” di Renzi è quella di far sfiduciare il direttore generale direttamente dal cda di Viale Mazzini. Ed il “casus belli” potrebbe essere proprio la storia del tetto agli stipendi. L’Avvocatura dello Stato ha precisato che gli artisti possono guadagnare più di 240 mila euro all’anno. E Campo Dall’Orto dovrebbe portare la deroga al cda.
Ma si tratterebbe di un trappolone. Appena il dg si presenta con la proposta, l’ariete renziano Michele Anzaldi è pronto a salire sulle barricate e gridare allo scandalo, con l’obbiettivo di delegittimare Camposanto e fargli bocciare la proposta dal cda. A quel punto, un dg messo in minoranza dovrebbe dimettersi.
Camposanto, però, non ha un posto di lavoro. E non sarebbe affatto intenzionato a mollare la poltrona. Anzaldi, però, sarà determinatissimo a farlo sloggiare. Anche perché – a quel che si racconta – il Ducetto avrebbe già il nome del sostituto. Ma lo tiene coperto.
M5S
Matteo s’è messo in testa di spaccare i grillini. Ed ha messo a punto una strategia. Al primo punto, c’è l’intenzione di agganciare Casaleggio jr. per allontanarlo da Grillo. In quest’operazione rientrerebbe la pubblicazione della lettera di Casaleggio sul Corriere, lettera recapitata dalla postina renziana Maria Teresa Meli, in buoni rapporti con Luciano Fontana.
beppe grillo davide casaleggio
L’idea di spaccare i Cinque stelle non è condivisa all’unanimità dal Giglietto Magico. Anzaldi e Lotti sposano in pieno la strategia di Matteo, mentre Maria Etruria fa una considerazione che la porta di traverso con l’operazione. “Ma non avete ancora capito che M5S è Grillo e non Casaleggio? Sarà un flop!”. E la Boschi avverte sempre maggiore ostilità nei suoi confronti…
Matteo non molla, però. E si sa, il passo Corriere/La7 è breve. Ed è così che Enrichetto Mentana va alla commemorazione di Gianroberto Casaleggio, con la benedizione laica di Urbano Cairo. Ed il Movimento si organizza per spedire Beppe da Bergoglio e Di Maio negli Usa. Una sorta di accreditamento internazionale, quale fosse il preludio di chissà quali movimenti…
ORLANDO
Sergio Mattarella, incontrando quei mattacchioni degli ex colleghi della Corte Costituzional, ha garantito agli arzilli vecchietti che Gentiloni arriverà alla fine naturale della legislatura. In realtà, Matteuccio fa dipendere la previsione del Quirinale all’andamento delle primarie del 30 aprile.
Si è convinto che se le vince prendendo il 51% per lui rappresenterebbe un’altra sconfitta. Tutti gli dicono che non sarà così. Renzi però conosce i sondaggi riservati che si è fatto preparare Andrea Orlando. E questi dicono che al momento le preferenze sono divise esattamente a metà. Ed il clima a Pontassieve peggiora.
PADOAN
I rapporti fra l’ex premier ed il ministro dell’Economia sono più tesi del solito. Piercarlo s’era presentato con una lista della spesa che Matteo ha rispedito al mittente: niente privatizzazione delle Poste e Cassa depositi e prestiti, niente tasse su sigarette, niente riforma del catasto. E dalla Ue hanno già fatto sapere che la Commissione non ci pensa affatto a prendere per buoni i maggiori incassi attesi dalla lotta all’evasione per coprire la manovra da 3,4 miliardi.
Se questa è la situazione – avrebbe detto Matteo a Padoan – a questo punto tergiversa con Bruxelles fino a maggio. Almeno, fammi passare le primarie.