Anna Lombardi per la Repubblica
DONALD TRUMP - MELANIA E IL FIGLIO BARRON
La Casa Bianca può attendere: almeno fino a quando il piccolo Barron, 10 anni, finirà la scuola. Il presidente eletto Donald Trump non vuole infatti saperne di far lasciare al figlio minore l’istituto privato nell’Upper West Side di Manhattan. E dopo l’insediamento di gennaio, scrive l’informatissimo New York Post citando fonti vicine al presidente, The Donald non porterà a Washington la famiglia.
La first lady Melania resterà a New York: per seguire il bambino, certo. Ma anche — dicono i ben informati — per dare a Trump una valida scusa per tornare spesso nella tripla penthouse tutta marmi e stucchi in cima alla Tower sulla Fifth avenue che portava il suo nome scritto a lettere d’oro. «Donald adora mangiare cheesburger sul divano di casa. A Washington non si sentirebbe a suo agio» ha raccontato alla Reuters il suo amico (e finanziatore) Roger Stone. Ecco perché potrebbe trasformare la Tower in una Casa Bianca formato gigante. E ovviamente dorata.
Una scelta che per la città rischia di trasformarsi in sciagura. Non solo perché le proteste del popolo anti-Trump si concentrano lì, nella strada più chic e trafficata del mondo, sotto gli store di Armani, Omega e Dolce e Gabbana dopo che l’area di fronte alla Torre è diventata off limit, chiusa persino al traffico aereo. Ma anche perché la presenza di un presidente nella via più celebre di New York a due passi da Tiffany, richiede un imponente sistema di sicurezza che polizia e servizi segreti dovranno sforzarsi di garantire. E che ha già spinto il sindaco Bill de Blasio a chiedere aiuto al governo federale: «Devono rimborsarci i costi».
Ma elaborare un piano di sicurezza è particolarmente complicato. L’edificio di 58 piani ospita gli uffici del tycoon e dei suoi più stretti collaboratori che occupano 25° e 26° piano. Ci sono poi 250 abitazioni private, compresa quella al 63° piano acquistata dal calciatore Ronaldo per 18 milioni di dollari. Ma soprattutto, grazie a un accordo stretto da Trump con il comune negli Anni ‘70, l’atrio del palazzo è pubblico. E l’accesso a curiosi e turisti (nonché ai clienti di Nike e Gucci che hanno lì i loro flagstore) garantito dalle 8 del mattino alle 10 di sera ha già costretto a situare metal detector all’ingresso.
Preoccupa anche la posizione dell’abitazione di Trump, su cui si affacciano diversi edifici che andranno monitorati: occupa gli ultimi tre piani della torre, raggiungibili solo tramite ascensore e dunque difficili da evacuare in fretta. Senza dimenticare la difficoltà di scongiurare eventuali attacchi dal cielo, incubo sempre presente nella città ferita dall’11 settembre.
Eppure perfino la necessità di rafforzare la sicurezza rischia di trasformarsi in un buon affare per Trump. Servizi segreti e il “White House Military Office”, che si occupa della sicurezza delle dimore presidenziali, dovranno aprire i loro uffici nella torre. E l’affitto di quegli spazi dovranno pagarlo: almeno fino a quando Barron non finirà la scuola.