MELONI IN MODALITÀ DRAGHETTA SULLE NOMINE – "IO SO' GIORGIA" VORREBBE RIDURRE AL MINIMO IL RICAMBIO AL VERTICE DELLE PARTECIPATE, MA SALVINI E BERLUSCONI VOGLIONO PARTECIPARE ALLA SPARTIZIONE DELLE POLTRONE. LA PARTITA DI LEONARDO È LA PIÙ APERTA. MENTRE DESCALZI E DEL FANTE SPERANO IN UNA RICONFERMA, QUELLI CHE SICURAMENTE DOVRANNO ANDARE VIA SONO I NOMINATI DAI 5 STELLE (COME I PRESIDENTI DI ENI E ENEL, CALVOSA E CRISOSTOMO…)

-

Condividi questo articolo


Estratto dell’articolo di Francesco Manacorda per “la Repubblica – Affari & Finanza”

 

LA DRAGHETTA - MEME MELONI DRAGHI LA DRAGHETTA - MEME MELONI DRAGHI

Una «grave forzatura» della maggioranza. Era il 17 aprile 2020, tre anni fa, e le segreterie di Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia affidarono a un comunicato congiunto la loro comprensibile indignazione per un colpo di mano governativo sulle nomine nelle società partecipate dallo Stato.

 

[…] Adesso la giostra del potere ha fatto un giro completo e per chi all’epoca era all’opposizione e si ritrova al governo, è il momento di comunicati di ben altro tenore, questa volta non più congiunti.

 

FRANCESCO STARACE CLAUDIO DESCALZI - FOTO ANSA FRANCESCO STARACE CLAUDIO DESCALZI - FOTO ANSA

Proprio come il “pizzino” mandato via agenzie di stampa da fonti anonime della Lega la scorsa settimana, in cui si richiede il ricambio totale per le aziende partecipate, a partire dai due colossi energetici Enel ed Eni. Un messaggio che è stato correttamente interpretato da molti non in senso letterale, quanto come la richiesta alla premier Meloni di prendere in dovuta considerazione i desideri leghisti sulla spartizione del potere economico.

 

CLAUDIO DESCALZI OSPITE DI ATREJU CLAUDIO DESCALZI OSPITE DI ATREJU

Ma se nonostante questo rullar di tamburi nella maggioranza, alla fine la partita delle nomine nelle partecipate pubbliche si risolvesse in poca cosa? Ossia qualche cambio in Leonardo, ma una sostanziale continuità di management nelle principali aziende energetiche?

 

Manca ancora un mese al termine per la presentazione delle liste, […] ma qualche punto fermo si può già definire. A cominciare dal fatto che Giorgia Meloni […] potrebbe decidere di ridurre al minimo il ricambio al vertice delle partecipate, contando anche in molti casi su buoni risultati economici ottenuti […].

 

MATTEO DEL FANTE POSTE ENERGIA MATTEO DEL FANTE POSTE ENERGIA

Sarebbe un ulteriore caso di “draghismo meloniano”, quel fenomeno per cui la premier è arrivata a Palazzo Chigi sull’onda di una campagna elettorale incendiaria, si sta dimostrando in alcuni e importanti capitoli – vedasi la finanza pubblica – assai pragmatica.

 

Anche questa considerazione potrebbe influire nella posizione del governo rispetto all’Eni, rafforzando ancora di più le chance dell’amministratore delegato Claudio Descalzi, che è già considerato blindatissimo al suo posto.

 

GIORGIA MELONI CLAUDIO DESCALZI GIORGIA MELONI CLAUDIO DESCALZI

Difficile che sia altrimenti: da una parte Descalzi è l’uomo su cui si basa lo spostamento degli approvvigionamenti energetici italiani da Est a Sud; dall’altra il rapporto dell’ad dell’Eni con la premier è forte e dura da tempo, con all’attivo anche una partecipazione del manager all’edizione 2021 di Atreju, la Festa dell’Unità di Fratelli d’Italia.

 

Chi, forse a sorpresa, comincia a nutrire per la sua riconferma qualche speranza nel governo Meloni, è l’amministratore delegato dell’Enel Francesco Starace.

 

claudio descalzi claudio descalzi

[…] Certo, la premier non ha presenziato in questi mesi a un appuntamento pubblico dell’Enel – come è invece accaduto sia per Eni sia per Poste – ma in un’azienda complessa come quella elettrica l’arrivo di un successore paracadutato dall’esterno potrebbe rendere più difficile far funzionare al massimo il gruppo proprio in un momento in cui il tema dell’autonomia energetica è diventato fondamentale.

 

STEFANO DONNARUMMA STEFANO DONNARUMMA

Anche su Matteo Del Fante, amministratore delegato di Poste Italiane, si addensano voci di una possibile uscita, sebbene in questo caso il manager fiorentino sarebbe destinato a più alti incarichi. Incarichi che però, al momento, non si vedono e rendono quindi più plausibile che Del Fante – anche alla luce degli ottimi risultati economici […]  – alla fine possa restare al suo posto.

 

Lucia Calvosa Lucia Calvosa

Qualcuno, specie tra i prescelti dei 5 Stelle, dovrà però per forza andare via. Diciamo che i bookmaker non scommettono certo sulla conferma alla presidenza dell’Eni di Lucia Calvosa, né su quella del suo omologo all’Enel Michele Crisostomo. Caso di eccezione che conferma la regola si avvia ad essere quello di Stefano Donnaruma, che nel 2020 arrivò alla guida di Terna spinto anche dai pentastellati. Adesso, anche se per lui non si dovesse concretizzare un’ipotesi Enel, le sue sorti sarebbero comunque stabili o in ascesa.

Michele Crisostomo Michele Crisostomo

STEFANO DONNARUMMA STEFANO DONNARUMMA DRAGHI MELONI DRAGHI MELONI claudio descalzi con il presidente di sonatrach, toufik hakkar claudio descalzi con il presidente di sonatrach, toufik hakkar stefano donnarumma stefano donnarumma MATTEO DEL FANTE 2 MATTEO DEL FANTE 2 CLAUDIO DESCALZI IN QATAR CLAUDIO DESCALZI IN QATAR MATTEO DEL FANTE MATTEO DEL FANTE MELONI E DESCALZI IN LIBIA MELONI E DESCALZI IN LIBIA

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

I PRIMI 90 ANNI DI CARLO DE BENEDETTI INIZIANO ALL’HOTEL PALAZZO PARIGI DI MILANO ALLE 19.30 CON UN APERITIVO E TERMINANO CON UN BRINDISI ALLE 22.30 - 100 ATTOVAGLIATI TRA CUI IL NEO 90ENNE IL PATRON EMERITO DEL POTERE BANCARIO, “ABRAMO’’ BAZOLI, ZANDA E GENTILONI (UNICI POLITICI), EZIO MAURO E GAD LERNER – DA RCS: CAIRO, DE BORTOLI, ALDO GRASSO E LILLI GRUBER (CHE HA SCODELLATO IERI SERA SU LA7 UNA PUNTATA REGISTRATA) - MOLTI HANNO NOTATO L’ASSENZA DELLA MOGLIE DI MARCO, PAOLA FERRARI, DA SEMPRE AVVERSARIA DEL SUOCERO: “E’ IL NONNO DEI MIEI FIGLI MA MI DISSOCIO DALLE PAROLE DISGUSTOSE DETTE SU GIORGIA MELONI” – E CARLETTO NON SOLO NON L’HA INVITATA MA AVREBBE SOTTOLINEATO AL FIGLIO MARCO CHE LA PRESENZA DELLA MOGLIE PAOLA NON ERA PER NULLA GRADITA….

DAGOREPORT – L'EFFETTO TRUMP RINGALLUZZISCE LE DESTRE EUROPEE E LA ''MAGGIORANZA URSULA'' RISCHIA DI IMPLODERE - OLTRE ALL'INETTA SCELTA DI RAFFORZARSI CONCEDENDO A GIORGIA MELONI UNA VICEPRESIDENZA ESECUTIVA (SU FITTO CONTRARI SOCIALISTI E LIBERALI), A DESTABILIZZARE LA VON DER LEYEN SONO I POPOLARI SPAGNOLI CHE MIRANO A FAR CADERE IL GOVERNO SANCHEZ BOCCIANDO IL COMMISSARIO SOCIALISTA RIBEIRA – PER URSULA SI PREFIGURANO TRE SCENARI: 1) LA CRISI RIENTRA E PASSANO LE NOMINE, FITTO COMPRESO; 2) ACCONTENTA I SOCIALISTI E RIFORMULA LE NOMINE DEI COMMISSARI; 3) SALTA LA ''MAGGIORANZA URSULA'' E SI TORNA AL VOTO (COSA MAI SUCCESSA…)

DAGOREPORT - MILANO BANCARIA IN ALLARME ROSSO PER L’ACQUISIZIONE DAL MEF DEL 15% DI MONTE DEI PASCHI, DA PARTE DI UNA CORDATA FORMATA DA CALTAGIRONE E MILLERI (DELFIN-DEL VECCHIO) IN COMUNITÀ DI AMOROSI INTENTI CON GIUSEPPE CASTAGNA, PATRON DI BPM - CON LA FUTURA FUSIONE BPM-MPS NASCERÀ IL TERZO POLO FINANZIARIO, A FIANCO DI INTESA E UNICREDIT - NON SOLO: IN UNO SCENARIO FUTURIBILE, POTREBBE ACCADERE CHE CALTA E MILLERI, UNA VOLTA CEDUTE A BPM LE LORO AZIONI (27,57%) DI MEDIOBANCA, RIESCANO A CONVINCERE CASTAGNA A PORTARE BPM-MPS ALLA CONQUISTA DI MEDIOBANCA…