Marcello Sorgi per “La Stampa” - Estratti
A soli due giorni dall'annuncio di Meloni che la difficile fase di gestazione della Nadef, la nota di aggiornamento del documento finanziario, e della legge di stabilità, sarà gestita da un comitato interministeriale coordinato dal sottosegretario Mantovano, la notizia – meglio sarebbe dire la smentita, visto che era stato comunicato il contrario – che Salvini non ne farà parte è l'ultimo indizio della voglia di mani libere del leader della Lega, in vista della prossima campagna elettorale per le europee.
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lotta continua meme su giorgia meloni e matteo salvini by edoardo baraldi
Salvini non siederà mai, neppure come ministro delle Infrastrutture, accanto a un capotavola, sia detto con tutto il rispetto, come il sottosegretario alla Presidenza. E poi ci sono occasioni che il Capitano leghista, abituato da sempre a stare con un piede dentro e un piede fuori della maggioranza, non intende lasciar perdere. Si veda, ad esempio, l'immigrazione, un cavallo di battaglia storico della Lega, con gli sbarchi che hanno superato quota 100mila, raddoppiando quelli dell'anno scorso.
Salvini (che in questo caso è pronto a partecipare a una riunione collegiale del governo) non rinuncia a far pesare il fatto che quando era lui il ministro dell'Interno, seppure con metodi discutibili, l'andamento delle cifre era in diminuzione, per non dire capovolto. Più in generale, un simile atteggiamento il leader del Carroccio intende tenere riguardo al rapporto con l'Europa, sia dal punto di vista politico, sostenendo un'alleanza di tutto il centrodestra a livello continentale, senza alcuna esclusione per la destra radicale, da Le Pen a Afd e così via, sia per le politiche del rigore economico votate al rientro nella regola del 3 per cento, illustrate da Meloni nella prima riunione di governo dopo le vacanze.
matteo salvini e giorgia meloni
Al fondo, c'è una visione delle prospettive europee niente affatto coincidente tra premier e vicepremier. Meloni ha lavorato per costruirsi una credibilità tra le autorità di Bruxelles e punta - oltre che a ottenere un buon risultato in termini di eurodeputati per i suoi Conservatori - a entrare nella maggioranza, quale che sia, che sosterrà la nuova commissione e ne eleggerà il presidente. Salvini giocherà tutto invece in una campagna euroscettica, accusando in sostanza l'Europa di voler infilare le mani nelle tasche dei cittadini.
Puntando a un ribaltone di centrodestra (appunto, tutta la destra) per sostituire l'attuale "maggioranza Ursula", oppure, nel caso probabile in cui questo risultato non sia possibile, a restare all'opposizione nel Parlamento di Strasburgo. Per essere i due principali leader della coalizione che ha vinto le elezioni meno di un anno fa, e sorregge l'attuale governo, non c'è male; anzi, non c'è bene e ogni pretesto sarà buono per inevitabili ripercussioni interne. Che poi tutto questo possa irritare la presidente del consiglio, Salvini lo mette in conto. Ma non per questo intende cambiar rotta.