Estratto dell’articolo di Tommaso Ciriaco per “la Repubblica”
EMMANUEL MACRON - DONALD TUSK - OLAF SCHOLZ
A elezioni politiche appena vinte […] l’ideologo del melonismo Giovanbattista Fazzolari sognava di fare dell’Italia l’avamposto atlantico dell’Europa occidentale, la Polonia del quadrante Ovest del Continente. La foto dell’altro ieri tra Emmanuel Macron, Olaf Scholz e Donald Tusk ha restituito un progetto assai diverso: è la Polonia che prova a sostituire l’Italia, scippandole la terza poltrona del vagone di testa dell’Unione.
Da quel triangolo, d’altra parte, rischia di uscire il patto sul nuovo Presidente della Commissione. Ecco perché Giorgia Meloni, in queste ore, è in difficoltà, lacerata di fronte a un interrogativo: per quanto ancora continuare a sposare la candidatura di Ursula von der Leyen — sempre più debole, anche tra i popolari — per quanto ancora girare tra regimi e sultanati promettendo risorse in cambio di un freno ai migranti, come ieri al Cairo?
Se vuole uscire dall’angolo, deve immaginare opzioni alternative, in patria e a Bruxelles. Per questo, a Palazzo Chigi è in corso da tempo una valutazione, che sempre più frequentemente rimbalza ai massimi livelli politici e di governo. Ruota attorno all’opzione di abbandonare la “strada Ursula”, tracciando rotte alternative. Vagliando anche lo scenario più complesso, ma potenzialmente capace di ribaltare gli equilibri continentali: la candidatura di Mario Draghi ai vertici delle istituzioni europee.
mario draghi olaf scholz emmanuel macron 2
Quella foto a tre ha svelato una dinamica potenzialmente in grado di isolare Roma già da giugno. Il liberale Macron, il socialista Scholz e il popolare Tusk: rappresentano la spina dorsale della “maggioranza Ursula”, senza Ursula. L’opzione europea di fronte all’incertezza delle Presidenziali americane.
Da questo tavolo è probabile che si riparta, dopo le Europee. Somma di debolezze, certo: nessuno dei tre leader è forte in patria […]. Ma comunque rappresentanti delle famiglie europee più radicate. La Polonia, tra l’altro, è il quinto Paese per popolazione, ma la vera potenza militare emergente […]. […] Per questo Macron ha favorito il format a tre e l’Eliseo ha ormai messo in cima all’agenda la resistenza a Putin, arrivando a ipotizzare l’impiego di militari europei sul suolo ucraino.
EMMANUEL MACRON - OLAF SCHOLZ - DONALD TUSK
Meloni e von der Leyen, da settimane, spendono energie soprattutto su un altro terreno. Nelle uscite pubbliche si concentrano più sul blocco dei flussi migratori che sul nodo di Kiev, almeno rispetto al passato. Spingono sul dossier dei migranti perché lo considerano l’acceleratore di una possibile saldatura a destra tra Ppe e Conservatori.
Il problema è che alcune precondizioni necessarie per blindare questa intesa si sono progressivamente dissolte. La prima: tra gli stessi popolari, la fronda contro Ursula è palpabile […]. La seconda: Ursula è sempre meno gradita a Parigi. La terza: la sconfitta del conservatore Mateusz Morawiecki nelle elezioni politiche polacche ha privato le due leader di un asset fondamentale in Consiglio europeo.
[…] Da settimane, a Palazzo Chigi si pesano riservatamente costi e benefici dell’unica strada che appare praticabile, per rimettersi al centro della trattativa: quella che spingerebbe Draghi verso i vertici delle istituzioni europee. Avrebbe il vantaggio di essere gradita a Macron […]. E sarebbe saldamente nel solco atlantico […]. Certo, la premier dovrebbe superare resistenze politiche, essendo l’unica leader del centrodestra a non aver sostenuto il governo dell’ex banchiere. Ma sterilizzerebbe la strategia di Matteo Salvini […]. È il bivio più difficile per la presidente del Consiglio. Quella foto a tre lo ha reso ancora più stretto.
OLAF SCHOLZ - EMMANUEL MACRON - VOLODYMYR ZELENSKY - MARIO DRAGHI EMMANUEL MACRON - OLAF SCHOLZ - DONALD TUSK