Rinaldo Frignani per il Corriere della Sera
Lo spiraglio si apre al termine di un confronto durato quasi otto ore: la missione Triton sarà rivista, ci sarà un nuovo piano operativo. E magari si potrà affrontare il discorso dell' apertura di nuovi porti in altri Paesi europei dove far sbarcare i migranti. Alla fine del vertice di Varsavia nel quartier generale dell' Agenzia per la difesa dei confini Ue, l' impressione della delegazione italiana, guidata dal prefetto Giovanni Pinto, è che «i colleghi europei e di Frontex stiano cominciando a rendersi conto delle difficoltà che affrontiamo ogni giorno». Una buona notizia in vista delle prossime settimane.
Il ministro dell' Interno Marco Minniti e i suoi più stretti collaboratori sono soddisfatti: «Le cose sono andate come speravamo, siamo abbastanza contenti: è un passo avanti. Il clima è stato buono e collaborativo. È solo l' inizio di una trattativa, c' è un nocciolo duro, ma c' è stata un' apertura. Una disponibilità a portare avanti regole nuove». Che saranno discusse da un gruppo di lavoro composto dalle polizie di frontiera, che poi sottoporranno le loro conclusioni ai Paesi Ue. Gli esperti cominceranno subito, anche se al pool non è stato dato un limite di tempo per elaborare le modifiche a Triton.
La questione-chiave rimane la richiesta dell' Italia, ribadita ieri, di consentire gli sbarchi in altri Stati membri in caso di «massiccio afflusso di migranti». Come è accaduto giorni fa con 12 mila persone soccorse in un giorno solo. Ma il gruppo di lavoro dovrà anche valutare l' impatto che avrà il Codice di condotta per le Ong sviluppato dalle autorità italiane. Altri punti fondamentali il sostegno di Frontex all' Italia in materia di rimpatri e contro i trafficanti, nonché il rafforzamento della sua presenza nei nostri hotspot.
Ma se da un lato l' Agenzia si dice pronta ad aumentare le missioni di sorveglianza aerea sul Mediterraneo centrale, dall' altro fa anche notare che, pur avendo l' intenzione di supportare l' Italia nelle aree di rimpatrio dei migranti, «servono comunque altre strutture di detenzione in attesa delle decisioni su chi rimpatriare e dei voli dedicati a questo scopo».
Insomma una situazione in divenire, con il ministro Minniti che oggi volerà a Berlino e poi domani in Libia per trattare con i sindaci e i governatori delle città costiere. Una strategia che ieri ha già incassato l' appoggio del ministro greco per le Migrazioni Ioannis Mouzalas. Tensione invece con la Repubblica Ceca che rimprovera all' Italia di non aver permesso i colloqui di sicurezza con dieci possibili candidati alla relocation e di non aver risposto ai tentativi di contatto.
Ma le polemiche ci sono anche sul fronte interno. Il segretario del Pd Matteo Renzi rivendica la firma su Triton nel 2015 e sui migranti avverte: «Se la Ue non interviene, stop quattrini dall' Italia». «Difficile credergli quando fa la voce grossa in Europa - replica Deborah Bergamini, responsabile Comunicazione di Forza Italia -, da premier votò sì alle decisioni del Consiglio Ue 148 volte su 148». E per il capogruppo di FI alla Camera Renato Brunetta quello di ieri «è solo un altro rinvio».