IL MOVIMENTO CINQUESTELLE HA I MESI CONTATI: DI MAIO LAVORA A UN NUOVO PROGETTO (CON IL RISCHIO DI UN CONFLITTO CON GRILLO E CASALEGGIO) - ORA DIVENTA PIÙ CHIARA LA FRASE PRONUNCIATA ALLA FESTA DEL M5S: “SAREMO L'AGO DELLA BILANCIA PER I GOVERNI DEI PROSSIMI QUINDICI ANNI” - IL PROBLEMA PER LUIGINO E’ GIUSEPPE CONTE, SEMPRE PIÙ LEGATO AL PD…

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Francesco Verderami per il “Corriere della sera”

 

BEPPE GRILLO DI MAIO NAPOLI BEPPE GRILLO DI MAIO NAPOLI

E se i problemi non fossero la fragilità della leadership, gli errori di governo, le divisioni interne? Se la crisi del M5S fosse piuttosto legata alla natura stessa del Movimento, che per aver mangiato la mela del potere ed essersi contaminato nelle alleanze con altri partiti si è condannato al declino? Sono interrogativi che Di Maio si pone e a cui sta cercando di dare risposta.

 

Certo non è il voto in Umbria ad averglieli sollevati. Già in estate infatti aveva esaminato lo studio scientifico di un istituto internazionale di ricerca, che indicava i Cinque Stelle ben al di sotto della quota accreditata dai sondaggi: non il 17% ma il 10% con trend negativo.

salvini conte di maio salvini conte di maio

Si tratta di un processo irreversibile? È questo il tema, ed è ovvio che il capo del Movimento lavori per scongiurarlo e tentare di invertire la tendenza.

 

Nel farlo però prende atto che un ciclo si è chiuso e bisogna inventarne un altro, che è indispensabile rigenerarsi con un nuovo corso così da tentare di restare protagonisti sulla scena politica: senza questa cruda rappresentazione - che presuppone un cambio di fase radicale - la sorte sarebbe segnata e il M5S si condannerebbe al progressivo logoramento. La convinzione è che si consumerebbe giorno dopo giorno, fino a spegnersi.

Ecco di cosa discute Di Maio con una task force composta da alcuni fedelissimi.

 

Immaginare di tornare alle percentuali di un anno fa è considerata una suggestione non realistica. Di qui la riflessione e lo studio di un nuovo progetto che - per come va maturando - potrebbe entrare in conflitto con la linea di Grillo e Casaleggio junior.

Perché il nodo non è la creazione di una struttura collegiale per la gestione del Movimento, e (per ora) non è in gioco neppure la continuazione dell' esperienza di governo con il Pd.

davide casaleggio luigi di maio davide casaleggio luigi di maio

 

Il punto è il futuro del Movimento, siccome il passato non tornerà: quella storia - è opinione comune nelle riunioni - è già finita. Per certi versi l' analisi coincide con quella svolta molto tempo addietro da Casaleggio junior, quando il M5S era ancora in spinta propulsiva e la marea grillina montava. Allora il figlio del fondatore volle confrontarsi con un protagonista della Prima Repubblica. Strano ma vero, e in quella occasione Casaleggio jr parlò dei limiti del Movimento, quasi lo considerasse un fenomeno politico con data di scadenza per una questione genetica.

 

di maio grillo casaleggio di maio grillo casaleggio

Forse per questo (o anche per questo), Di Maio avrebbe voluto andare al voto dopo la crisi del governo gialloverde, in modo da consolidare i consensi rimasti. Ma la posizione assunta da Grillo e Casaleggio jr - che consideravano la mossa una sorta di Opa sul Movimento - fu un muro invalicabile. Ora si apre un' altra partita e si intuisce quale sia la strategia del ministro degli Esteri, sta nella frase pronunciata alla festa del M5S: «Noi saremo l' ago della bilancia per i governi dei prossimi quindici anni». Più che una fase nuova, è parsa l'idea di una cosa nuova, in contrasto con la linea rappresentata in Parlamento da Fico.

Si capisce perché Di Maio non accetti l' alleanza strutturale con il Pd, e perché miri ad andare da solo alle Regionali: l'obiettivo è drenare quanto più possibile del voto identitario ed evitare di restare incastrato in una nuova formula del centrosinistra, di cui non sarebbe che una costola. Se Zingaretti denuncia che il capo dei grillini «ha cambiato idea» sull'accordo, dall' altra sponda si osservano con sospetto le manovre di avvicinamento dem al loro congresso, che sarebbe funzionale a imbrigliare il Movimento.

LUIGI DI MAIO E DAVIDE CASALEGGIO LUIGI DI MAIO E DAVIDE CASALEGGIO

 

D'altronde non è solo Salvini a scommettere su una scissione di M5S: in molti ambiscono a quel bottino. Stretto nella tenaglia, e marcato da Casaleggio jr e Grillo, Di Maio cerca la sua «terza via». Le difficoltà del progetto ancora in fase embrionale sono però acuite dalla posizione assunta da Conte.

 

Tra i due c' è un problema politico e insieme personale, legato anche al fatto che il premier si sarebbe «montato la testa». Un' affermazione nata da certe battute che Conte avrebbe fatto e che sono state riferite al capo del Movimento: «Quando si tratterà di eleggere il presidente della Repubblica e si cercherà un candidato - avrebbe detto il presidente del Consiglio - me lo verranno a chiedere».

beppe grillo davide casaleggio 9 beppe grillo davide casaleggio 9

 

Per quanto la convivenza sia diventata difficile, è certo che il governo reggerà alle tensioni della Finanziaria e anche ai test elettorali in Emilia-Romagna e Calabria, a prescindere dal loro risultato. Diverso sarà l' impatto delle Regionali di primavera, perché un esito negativo potrebbe indurre Di Maio a rompere gli indugi pur di non perdere la dote residua di consensi rimasta. In nome del «primum sopravvivere».

 

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