Estratto dell’articolo di Simone Canettieri per www.ilfoglio.it
GIUSEPPE CONTE AL TEATRO MANCINELLI DI ORVIETO PER LO SPETTACOLO DI GRILLO
I neo parlamentari del M5s non hanno ancora versato un euro al partito e nemmeno la quota, sempre più piccola, destinata alla collettività. Strano, ma vero. Tutta colpa del burocratico meccanismo che regola la vita della creatura di Giuseppe Conte. Per una questione legata al rimpallo fra l’organismo di garanzia e il capo politico, il nuovo regolamento non è stato ancora applicato. E così da quando è iniziata la nuova legislatura le truppe pentastellate si godono lo stipendio per intero senza dover sottostare al cespuglioso mondo delle restituzioni. Una volta marchio di fabbrica della presunta diversità del M5s, l’unico partito che si tagliava lo stipendio per donarlo agli italiani bisognosi.
[…] Da ottobre si è deciso di nuovo di cambiare. I parlamentari sono obbligati a tagliarsi dallo stipendio tutti i mesi 2.500 euro. Tuttavia di questa cifra solo un quinto, cinquecento euro, sarà girato alla collettività. Il resto, cioè il grosso, è destinato alle casse del partito alle prese con costi fissi altissimi. Non tanto per la sede, ma soprattutto per il personale. A fronte di 52 deputati e 28 senatori, moltissimi ex non più ricandidabili per via della regola del secondo mandato sono rimasti sul groppone del M5s. Stipendiati dai gruppi parlamentari, infilati come assistenti nelle varie commissioni, negli uffici legislativi, nelle segreterie.
giuseppe conte beppe grillo meme
Tutta colpa delle percentuali raggiunte alle ultime politiche (15 per cento) e del taglio dei parlamentari […] Ricordate i flash mob con i maxi assegni e tutti i parlamentari sorridenti dietro per la foto social di rito? Altri tempi. Con il passare del tempo la “quota gentismo” si è sempre più rimpicciolita. Si è passati da 1.500 a 1.000 euro fino adesso a cinquecento. […]
Per via del cervellotico statuto contiano le nuove regole non sono state ancora applicate. E così capita di incontrare parlamentari al primo mandato abbastanza sollevati. Sanno che dovranno pagare tutti insieme gli arretrati, ma per il momento si godono lo stipendio pieno.
Altri i primi premurosi hanno accantonato i soldi che prima o poi dovranno dare indietro in un fondo quotato in borsa: bloccano lì venti o trentamila euro e intanto percepiscono gli interessi del loro investimento e quando Conte batterà cassa ci avranno comunque un po’ guadagnato.
I parlamentari alla seconda legislatura invece continuano a versare con la vecchia norma (1.500 più 1.000) e si preparano a conguagli. Anche se c’è ancora una quota furbi che è indietro. Tuttavia non essendoci più un sito dove vedere le rendicontazioni tutto è gestito con trattativa privata […]. Come si cambia. Dal pauperismo alla normalizzazione. Neanche Conte finora ha restituito un euro, racconta un collaboratore dell’ex premier. “In attesa che entri a regime il nuovo sistema”.
GIUSEPPE CONTE - TOMBUER DE GAUCHE - VIGNETTA BY ELLEKAPPA
Ma perché è tutto bloccato? Da una parte è colpa del rimpallo fra il comitato di garanzia (Roberto Fico, Laura Bottici, Virginia Raggi con l’ex sindaca che fa opposizione interna: ha votato contro le nuove regole per la restituzione e intanto è in tour per l’Italia a promuovere un progetto sulle donne) e dall’altra dalla trattativa sotterranea messa in campo da Vito Crimi.
L’ex reggente ed ex parlamentare sta trattando con i vari consigli regionali per cercare di uniformare la cifra da restituire al partito. I deputati dell’Ars per esempio danno indietro in tutto meno di mille euro a fronte di uno stipendio praticamente uguale a quello degli eletti a Montecitorio e a Palazzo Madama. Insomma, il buio oltre gli scontrini. Cosa ne pensa Beppe Grillo?
GIUSEPPE CONTE CON IL SUO CARTONATO