1 - RIFORME: BERLUSCONI DA RENZI A PALAZZO CHIGI
Da Ansa.it
Il leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi è arrivato insieme a Gianni Letta a Palazzo Chigi per incontrare il premier Matteo Renzi. Al centro del faccia a faccia i nodi ancora aperti della riforma del Senato e la legge elettorale.
2 - SILVIO CHIAMA MATTEO: PATTO SU RIFORME E GALAN
Fosca Bincher per “Libero Quotidiano”
La telefonata è prevista questa mattina presto, ed è più probabile di un incontro diretto. Silvio Berlusconi parlerà con il premier Matteo Renzi prima di affrontare i suoi gruppi parlamentari cui farà sfogare gli evidenti mal di pancia esistenti sul patto di riforme del Nazareno. Con Renzi il Cavaliere cercherà di definire un possibile confine per gli emendamenti alla riforma del Senato e del titolo V della Costituzione per concedere qualche freccia all’arco degli azzurri più riottosi a votare il patto così come è.
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Ma secondo quanto risulta a Libero nella telefonata verrà affrontato anche un altro caso che sta a cuore al Cav: quello della sorte giudiziaria dell’ex governatore del Veneto, Giancarlo Galan. Berlusconi chiederà a Renzi se esistono margini per evitare che il Pd dica ai suoi deputati di votare per l’arresto del politico veneto, lasciando invece libertà di coscienza.
Non sarà una vera e propria condizione posta al premier per legare le sorti di Galan a quelle delle riforme, ma una sorta di richiesta accorata di ciambella di salvataggio. È difficile che Renzi conceda spazi di trattativa. Su sua richiesta e con più di un maldipancia il Pd ha votato sì all’arresto di un proprio deputato come Francantonio Genovese, che il 15maggio scorso in seguito a quel voto è stato tradotto nel carcere di Messina (da cui peraltro è uscito sei giorni dopo per concessione dei domiciliari).
Però qualche spiraglio potrebbe aprirsi con la decisione della giunta per le autorizzazioni a procedere. Nel caso di Genovese il relatore fu Ncd (Antonio Leone), che propose di non concedere l’autorizzazione all’arresto. La giunta bocciò la sua relazione e a maggioranza propose all’aula di concedere la custodia cautelare in carcere. In quel caso per Renzi dire sì o no significava anche approvare o bocciare una decisione della giunta.
Nel caso Galan i giochi sono più aperti. Ieri era attesa la discussione e forse anche la decisione sull’arresto, e invece la giunta ha rinviato tutto all’11 luglio. A spiegare quella scelta è una visita fatta di primo mattino al presidente della giunta, Ignazio La Russa (Fdi) e al relatore Mariano Rabino (Scelta civica) da Nicolò Ghedini, senatore azzurro e legale di fama.
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L’avvocato ha fatto presente che dal momento della richiesta di arresto di Galan presentata dalla procura di Venezia ad ora è intervenuta una nuova norma: il decreto legge carceri firmato proprio da Renzi che stabilisce l’impossibilità di applicare la custodia cautelare in carcere nel caso in cui il giudice o ritenga che con sentenza possa essere concessa la sospensione condizionale della pena o che all’esito del giudizio la pena da eseguire non sia superiore a tre anni.
IGNAZIO LA RUSSA MENTRE MANGIA LARAGOSTA
In effetti il decreto è in vigore, ed è già stato ribattezzato il «salva-Galan». La giunta si è presa tempo per valutare cosa fare. Prima ipotesi: restituire gli atti al giudice di Venezia per consentire una eventuale nuova richiesta cautelare sulla base delle nuove norme che vanno applicate secondo il principio del favor rei. Seconda ipotesi: la relazione stessa della giunta darà parere favorevole alle richieste degli uffici di Venezia vincolandole però alle nuove norme in vigore, e quindi invitando alla custodia cautelare ai domiciliari. Condizioni che creano spazio di trattativa. Oggi si saprà la reazione di Renzi.