Stefano Cappellini per “la Repubblica”
DAVIDE CRIPPA E GIUSEPPE CONTE
La prima volta che Davide Crippa incontrò Mario Draghi era il febbraio 2021. Draghi stava svolgendo le consultazioni per il governo di unità nazionale e Crippa rubò per pochi secondi la scena al capodelegazione del M5S Beppe Grillo: "Presidente, sa, se potesse dire due parole chiare sul Mes per noi sarebbe rassicurante...". Draghi prese l'appunto. Il Movimento si rassicurò.
Da allora Crippa, capogruppo alla Camera in carica dal dicembre 2019, un vero record per un partito che all'inizio eleggeva il ruolo a rotazione, pochi mesi e via, uno vale uno, è rimasto un governista di ferro, come ha ribadito anche ieri durante l'ennesima fluviale assemblea congiunta dei parlamentari grillini: "Perché non dovremmo votare una fiducia che abbiamo già votato alla Camera? Non abbiamo detto che l'astensione sul decreto Aiuti non era un voto di sfiducia?".
Ma Crippa non ne fa solo una questione di logica. "Fuori dal governo, per il M5S non c'è vita", è il suo mantra in queste ore. La metà dei deputati la pensa come lui sulla fiducia, circa 20 sono anche pronti a seguirlo se uscirà dal M5S.
Lo si potrebbe definire l'anti-Di Battista, per questa convinzione che finire all'opposizione sia un po' morire. Un anti-Conte lo è invece diventato strada facendo, detto che i due non si sono mai piaciuti granché.
Crippa non è mai stato nemmeno tra gli estimatori di Rocco Casalino, che già non voleva assumere e al quale non ha rinnovato la consulenza in scadenza - l'ex portavoce di Conte, dopo l'uscita da Palazzo Chigi ha un contratto sia con il gruppo alla Camera che con quello al Senato. La motivazione formale: "Abbiamo poche risorse". La motivazione informale: perché dobbiamo pagare uno che non lavora per il gruppo e tra sei mesi sarà parlamentare?
Schivo, diffidente, pignolo - sull'ultimo bilancio del Movimento ha chiesto e ottenuto che si mettese in calce a verbale: "Serve più impegno sui territori" - questo ingegnere ambientale quarantatreenne di Novara non si è fatto amare da tutti. Quando era in auge la "graticola", l'esame cui i parlamentari 5S sottoponevano gli esponenti del M5S con incarichi di governo, la sua pagella fu una delle più sanguinose. Alla voce "disponibilità all'ascolto" molti grillini barrarono la casella: "bassa".
Testardo è testardo, appunto. E fin qui gli è riuscito di restare in maggioranza tra i suoi a Montecitorio nonostante i ripetuti tentativi di metterlo a riposo, l'ultima volta nel dicembre scorso proprio per volere di Conte che, neo-capo del M5S, sperava in un ricambio alla vigilia del voto sul Quirinale.
Sarà che, come si vede, l'ex premier non gode di grande popolarità tra i suoi deputati, fatto sta che Crippa si mise di traverso e 131 colleghi lo confermarono. Fu d'aiuto anche Grillo, con il quale Crippa ha costruito negli anni un rapporto personale solido, almeno fino a qualche settimana fa era tra i pochi a sentirlo con una certa frequenza.
Il Garante lanciò un segnale chiaro rilanciando un post di Crippa sulla "pandemia energetica", il suo cavallo di battaglia, l'ambientalismo. Nel governo gialloverde, da sottosegretario al ministero dello Sviluppo economico, aveva infatti la delega al mercato energetico ("Ci ha fatto perdere i voti di tutti gli artigiani", la carezza di Gianluigi Paragone, ex compagno di Movimento) e il ministro era Luigi Di Maio che, nonostante la sintonia attuale, non è mai stato amico o riferimento.
Né destro né sinistro, come quasi tutti i 5S ha le sue gaffe in archivio, l'ultima recentissima parlando alla Camera, dove ha invitato a essere "onestamente intellettuali", ma a differenza di molti colleghi grillini coltiva una frequentazione con il principio di realtà.
Un anno fa, dopo l'approvazione della riforma Cartabia sul processo penale, disse: "Abbiamo raggiunto il miglior risultato possibile". Tanto bastò perché Antonio Polito sul Corsera lo definisse primo grillino "migliorista", con riferimento alla corrente riformista del Partito comunista che era di Giorgio Napolitano. Troppa grazia? Di certo è sempre stato un 5S anomalo per condotta e stile.
riccardo ricciardi giuseppe conte
Quando l'ex M5S Nicola Morra insolentì la defunta presidente della Calabria Jole Santelli fu lui a chiedere che si scusasse pubblicamente.
Dopo che Riccardo Ricciardi, oggi vicepresidente 5S e suo antagonista, attaccò in aula Giancarlo Giorgetti sulla sanità lombarda e il Covid, il leghista spiegò che a Ricciardi non aveva nulla da dire: "Mi sono chiarito con Crippa". A molti grillini, al Pd e a Di Maio piacerebbe molto potesse pensare una cosa simile anche Draghi.
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