DAGOREPORT
santancheComunque vada, Santanche' Daniela (in arte Santadeche', autonominatasi Pitonessa) ha già vinto. Vediamo perché, mentre la signora sta gestendo la vicenda della sua candidatura alla vicepresidenza della Camera, una roba che non ha mai dato problemi perché trattandosi di lottizzazione istituzionale pura gli accordi venivano sempre rispettati, con grande perfidia e senso dello spettacolo.
Uno. È vero che una parte consistente del Pd non la voterà mai. Del resto, come aspettarsi qualcosa di diverso se il partito di largo del Nazareno non è riuscito a tenere unito il suo gruppo parlamentare su Marini Franco e Prodi Romano nelle votazioni per eleggere il Presidente della Repubblica?
Franco MariniDue. Ma il punto vero e' che così facendo il Pd non fa altro che coprire con grande efficacia il fatto che a non volere la Pitonessa e' invece la stragrande maggioranza del Pdl. Ed i primi a saperlo sono proprio Verdini Denis e la candidata.
La quale alza i toni perché comunque porta a casa un risultato, già richiesto nell'incontro di ieri sera con Berlusconi Silvio ad Arcore: la nomina a coordinatrice organizzativa della nascente Forza Italia, unica carica prevista dallo statuto oltre a quella di presidente già occupata da Berlusconi Silvio.
È questo il risarcimento per la mancata elezioni a vicepresidente della Camera da parte dei soliti comunisti e per tutte le manifestazioni di solidarietà che ho organizzato per te, avrebbe detto la Pitonessa al Sultano di Hardcore aggiungendo che soltanto così Forza Italia diventerebbe davvero il tuo esercito a disposizione per qualunque battaglia, capeggiato da me. Mentre Verdini lo devi lasciare a capo del Pdl in modo che tiene sotto controllo quel traditore di Alfano Angelino.
ROMANO PRODI jpegCosì la Pitonessa con il minimo sforzo otterrebbe il massimo risultato in termini di controllo del campo dei moderati, dei gruppi parlamentari e soprattutto delle future nuove candidature alle elezioni europei del 2014, al rinnovo di alcune regioni e alle politiche che tutti collocano nella primavera del 2015.
Denis VerdiniIn realtà da qui al 2015 tutto può cambiare. Anzi, sarebbe auspicabile che tutto cambiasse. E' evidente che il Pd così com'è non può reggere: prima si separano (Renzi Matteo e i suoi alleati da una parte, Letta, Franceschini e Bersani dall'altra) e prima fanno chiarezza anche rispetto al governo. Più a sinistra, prima si riunificano Sel, pezzi di grillini ed eventuali fuoriusciti dal Pd meglio e'. Scelta Civica non esiste già più, Casini e Cesa in cerca di improbabili democristianerie da riproporre per l'ennesima volta, Montezemolo defilato, Monti Mario che non vede l'ora di trovare uno strapuntino in Europa.
Angelino AlfanoLa stessa diaspora Pdl e' ormai nelle cose: da un lato i filogovernativi, dall'altra gli ultras che parlano più alla pancia di Berlusconi Silvio, il quale tatticamente sostiene il governo pronto a trasformarsi in falco sul piano delle prospettive, pur sapendo che deve tener conto delle sue aziende, dei suoi figli contrari ad avventure e del fatto che non può per ovvi motivi aspirare a fare in modo credibile nemmeno il candidato premier. Infine, la diaspora della Destra si ricomporrà in qualche modo in un partitino del 3-4 per cento.
Luca Cordero di MontezemoloIn questo quadro e' realistico pensare ad una legge elettorale che da un lato rappresenti tutte le espressioni della società e dall'altro abbia dei meccanismi capaci di garantire stabilita' ed efficacia all'azione di un qualunque governo presente o prossimo venturo? Quel che è certo e' che il Pd non vuole assolutamente alcuna forma di presidenzialismo o di semipresidenzialismo e che il Pdl non vuole alcuna modifica del Porcellum che invece il Pd vorrebbe modificare a tutti i costi. Della serie, zero a zero e palla al centro mentre improbabili saggi, parlamentari, ministri dedicati e quant'altri si agitano in materia senza concludere nulla, ovviamente a nostre spese.
Ps. I nuovo capigruppo grillini al Senato e alla Camera, Morrà e Nuti, non sapendo che pesci prendere continuano ad appoggiarsi ai piu esperti capigruppo della Lega per capire come comportarsi in Aula tra norme regolamentari, espedienti, trucchi e tentativi di far politica. Spesso e volentieri corrono il rischio di fare da utili idioti nelle mani di Calderoli Roberto e degli altri leghisti che nella gestione quotidiana delle attività parlamentari finiscono per manovrarli, inducendoli a fare cose che interessano solo e soltanto ai leghisti stessi.