ORMAI CONTE NON TIENE PIU’ I SUOI  - IL MINISTRO DEL M5S D’INCÀ LE PROVA TUTTE PER SALVARE IL GOVERNO E SQUADERNA UN DOCUMENTO CON UNA SERIE DI PROVVEDIMENTI A RISCHIO SE L’ESECUTIVO CADE – TRA QUESTI ANCHE IL SALARIO MINIMO E LE MISURE DI LOTTE ALLA POVERTÀ, ARGOMENTI MOLTO SENSIBILI PER I PENTASTELLATI..

-

Condividi questo articolo


Da open.online

 

il ministro federico d'inca il ministro federico d'inca

«Le eventuali dimissioni del Governo potrebbero condurre ad uno scenario estremamente critico relativamente all’iter dei principali provvedimenti, già presentati alle Camere». Sono queste le parole che si leggono nella lettera diffusa oggi dal ministero per i Rapporti con il Parlamento guidato da Federico D’Incà, esponente del Movimento 5 Stelle. Nel documento si spiegano le numerose misure in via d’approvazione che – avverte il ministero – rischiano di incagliarsi in caso di caduta del governo Draghi. Tra queste viene menzionato il Ddl concorrenza, approvato al Senato e adesso in valutazione alla Camera, e la riforma fiscale che dopo la Camera dovrà andare al Senato per essere vagliata dalla sesta commissione.

 

 

 

Nel documento vengono anche citate diverse riforme utili al raggiungimento degli obiettivi previsti dal Pnrr, che sono già state approvate e sono in attesa della promulgazione dei decreti attuativi. Tra queste, quelle del codice degli appalti, del processo civile e penale, e dell’ordinamento giudiziario. Per le prime tre sarà necessaria l’approvazione dei decreti attuativi entro dicembre 2022. Infine, la lettera indica anche due decreti legge in attesa di conversione in scadenza ad agosto: il dl infrastrutture e mobilità e il dl semplificazioni.

 

FEDERICO D'INCA' FEDERICO D'INCA'

 

 

I tentativi di D’Incà

La lettera arriva dopo che il ministro D’Incà ha tentato fino all’ultimo di mediare ed evitare la crisi. Suo è stato il tentativo di slegare il voto di fiducia sul governo di giovedì scorso da quello sul decreto aiuti che ha rappresentato il momento di rottura definitiva tra il Movimento 5 Stelle – che ha scelto di astenersi – e il presidente del Consiglio Mario Draghi, che aveva affermato che senza l’appoggio del partito di Giuseppe Conte l’esecutivo non ha ragione di esistere. D’Incà si è anche schierato contro un eventuale ritiro dei ministri pentastellati prima di mercoledì, data in cui Draghi parlerà alle camere, per ufficializzare o smentire le sue annunciate dimissioni.

mario draghi federico d'inca' mario draghi federico d'inca'

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

DAGOREPORT – L'EFFETTO TRUMP RINGAZZULLISCE LE DESTRE EUROPEE E LA ''MAGGIORANZA URSULA'' RISCHIA DI IMPLODERE - OLTRE ALL'INETTA SCELTA DI RAFFORZARSI CONCEDENDO A GIORGIA MELONI UNA VICEPRESIDENZA ESECUTIVA (SU FITTO CONTRARI SOCIALISTI E LIBERALI), A DESTABILIZZARE LA VON DER LEYEN SONO I POPOLARI SPAGNOLI CHE MIRANO A FAR CADERE IL GOVERNO SANCHEZ BOCCIANDO IL COMMISSARIO SOCIALISTA RIBEIRA – PER URSULA SI PREFIGURANO TRE SCENARI: 1) LA CRISI RIENTRA E PASSANO LE NOMINE, FITTO COMPRESO; 2) ACCONTENTA I SOCIALISTI E RIFORMULA LE NOMINE DEI COMMISSARI; 3) SALTA LA ''MAGGIORANZA URSULA'' E SI TORNA AL VOTO (COSA MAI SUCCESSA…)

DAGOREPORT - MILANO BANCARIA IN ALLARME ROSSO PER L’ACQUISIZIONE DAL MEF DEL 15% DI MONTE DEI PASCHI, DA PARTE DI UNA CORDATA FORMATA DA CALTAGIRONE E MILLERI (DELFIN-DEL VECCHIO) IN COMUNITÀ DI AMOROSI INTENTI CON GIUSEPPE CASTAGNA, PATRON DI BPM - CON LA FUTURA FUSIONE BPM-MPS NASCERÀ IL TERZO POLO FINANZIARIO, A FIANCO DI INTESA E UNICREDIT - NON SOLO: IN UNO SCENARIO FUTURIBILE, POTREBBE ACCADERE CHE CALTA E MILLERI, UNA VOLTA CEDUTE A BPM LE LORO AZIONI (27,57%) DI MEDIOBANCA, RIESCANO A CONVINCERE CASTAGNA A PORTARE BPM-MPS ALLA CONQUISTA DI MEDIOBANCA…

FLASH – COME HANNO PRESO AL PENTAGONO LA NOMINA DI QUELLO SVALVOLATO DI PETE HEGSETH COME SEGRETARIO DELLA DIFESA? MALISSIMO! PRIMA DI TUTTO PER UNA QUESTIONE GERARCHICA: COME FA UN EX CAPITANO A COMANDARE SUI GENERALONI? CERTO, NON SAREBBE IL PRIMO: IN PASSATO ALTRI CAPOCCIONI NELLO STESSO RUOLO NON AVEVANO ALTI GRADI MILITARI (ANCHE RUMSFELD ERA "SOLO" UN CAPITANO MENTRE LLOYD AUSTIN, L’ATTUALE SEGRETARIO, È UN GENERALE A QUATTRO STELLE) - SU HEGSETH PESANO SOPRATTUTTO L’INCOMPETENZA E LA "PROMESSA" DI PURGARE I VERTICI MILITARI NON FEDELI A TRUMP...

DAGOREPORT - MELONI MUSK-ERATA - LA POLITICA DELLA PARACULAGGINE: DOPO L'INTERVENTO DI MATTARELLA, PUR DI NON DARE TORTO Ai GRAVISSIMI ATTACCHI DI ELON MUSK ALLA MAGISTRATURA ITALIANA, GIORGIA MELONI FA IL 'CAMALEONTE IN BARILE': "ASCOLTIAMO SEMPRE CON GRANDE RISPETTO LE PAROLE DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA” - ATTENZIONE! OVVIAMENTE LA STATISTA DELLA GARBATELLA NON HA IL CORAGGIO DI SOTTOSCRIVERE IN UN COMUNICATO STAMPA UFFICIALE DEL GOVERNO TALE IRRIDENTE DICHIARAZIONE NEI CONFRONTI DEL CAPO DELLO STATO. FA CIO' CHE SA FARE MEGLIO: LA DUCETTA FURBETTA. E SULLE AGENZIE STAMPA COME UN GHIGNO BEFFARDO SI LEGGE: “SI APPRENDE DA FONTI DI PALAZZO CHIGI”. MANCO FOSSE UN'INDISCREZIONE TRAPELATA CHISSA' COME - L'ULTIMO RETWEET DI MUSK: "HA RAGIONE GIORGIA MELONI"