Roberto D’Agostino per “Vanity Fair”
Giorgia Meloni piace per quella vaga aria da "ma vattela a pià in der culo", per dirla alla Ferilli. Con i suoi quarti di faccia tosta in primissima fila, la leader di Fratelli d’Italia ha sempre quell'espressione "impunita", a mandibola sciolta, tendenza pitbull, di chi, alla domanda: ti va di leggere un bel libro?, risponde: no, grazie, ce n'ho già uno. E se qualcuno osa dirle che è indisponente, ribatte pronta: “Ahò, se volevo essere simpatica a tutti nascevo cocaina!”.
GIORGIA MELONI CON LA MAGLIETTA IO SONO GIORGIA
Protagonista dell'immagine vincente e fiammeggiante della "prolo-star" ruspante, apertamente vitalistica, destrorsa senza infingimenti - dice cose estreme come “Affondiamo i barconi”, “Costruiamo i muri, se servono”, “Cacceremo i rom, uno a uno” -, Giorgia ha sdoganato in politica l'immagine della gioventù "impresentabile", della periferia sommersa, telefiglia di Italia Uno e nemica di Italia Nostra, facendo naufragare le mammolette intellettuali, borghesi psicologicamente abbacchiati dal proprio benessere, insignificanti e insapori come una pastina glutinata, eccitanti come una ninna-nanna della Mannoia.
Attenzione, però: coatta non per sfiga ma per sfida. E mentre a sinistra impera il fighettismo del politicamente corretto - vedi “Basta!”, l’ultimo libro della sua antagonista femminista Lilli-Botox Gruber che asfalta il potere del testosterone - ma non si vede traccia di una leader in gonnella, il paradosso vuole che nella destra conservatrice e maschilista, tutta “cazzi & cazzotti” per antonomasia, ha preso il comando di una partito questa vispa 42enne nata e (poco) cresciuta nel quartiere romano della Garbatella. E lo ha fatto spostandosi più a destra di quanto già non fosse: è infatti contraria più o meno a tutto, ai diritti degli ‘’orchi omosessuali che rubano le identità" e a “Genitore uno-Genitore due”, all'Europa e all'euro, all'accoglienza e all'integrazione dei migranti.
giorgia meloni manifestazione contro il governo conte bis 1
La forza dell'intestino meloniano ha recentemente raggiunto il suo climax con il caso “Io sono Giorgia”. Tutto ha inizio quando l’influencer Tommaso Zorzi lancia una stories su Instagram con le parole omofobe urlate dalla Meloni, in Piazza San Giovanni lo scorso 19 ottobre (“Io sono Giorgia!!! Sono una donna, sono una cristiana, sono una madre e non me lo toglierete!”). Su internet lo sfottò ha subito successo ma le visualizzazioni milionarie arrivano da un remix ballerino creato da MEM & J (“Musica tamarra e trash, fatta da gente che non sa cantare. Dj quando capita”). Viralissimo, da Nord a Sud, da giovani a meno giovani: oggi se cercate con #iosonogiorgia troverete centinaia di video in cui tutti - dalle ragazze di 'Non è la Rai' a Jennifer Lopez, da Malgioglio a Madonna - ballano sulle note di questo tormentone.
GIORGIA MELONI AL SALONE DEL MOBILE
Anziché "partire di testa" per la presa in giro (la "craniata" è la minaccia basica dei coatti per regolare i conti con il mondo crudele), la “ducetta” de’ noantri coglie al volo l’occasione di “sposare” lo sfottò, segnalando in un suo post l’effetto di ‘’Io sono Giorgia’’ sui sondaggi di Fratelli d'Italia. Giorno dopo giorno, il tormentone trash declinato in tutti i modi dalla fantasia degli utenti dei social passa così da essere una critica contro qualsiasi forma mal-destra di discriminazione sessuale a diventare il suo inno personale.
Convegni, feste di paese, Costanzo Show, apertura di pizzerie, ecco la Gigiona che sale sul palco gigionando il remix-contro. “Se mi piace la “canzone” ‘Io sono Giorgia’? Tantissimo, la adoro, la canticchio anche io perché ti entra in testa e non ti lascia più. Pure le mie nipoti la ballano! Diciamo che la cosa è sfuggita di mano”, ride felice. E Gigiona aggiunge: “Se finisco in un remix – anche se montato per contestare le mie idee – in fondo significa che ho qualcosa da dire, no?”. Una inversione a U di senso che ha fatto il miracolo di trasformarla in un personaggio pop e ha finito, a costo zero, per superare in notorietà Matteo Salvini. Come valutare questo grottesco fenomeno mediatico, da macchietta nera a idolo arcobaleno? Chi la fa, l’aspetti. E buonanotte ai suonatori…
GIORGIA MELONI E GIOVANNI TOTI GIORGIA MELONI MATTEO SALVINI GIORGIA MELONI GIORGIA MELONI ANDREA GIAMBRUNO GIORGIA MELONI MATTARELLA E GIORGIA MELONI