Marco Zonetti per Dagospia
Durante il suo intervento sul palco della convention di Fratelli d'Italia appena conclusasi a Castel Sant'Angelo, il presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha dichiarato fra le altre cose che "Atreju è un appuntamento unico nel suo genere.
È per eccellenza il luogo nel quale le idee sono protagoniste, in cui le idee si incontrano, si scontrano e possono anche mescolarsi. Il tutto grazie a un'alchimia che però è possibile soltanto a chi è puro di cuore e veloce di testa".
L'ultima frase richiama curiosamente alla memoria - come una madeleine proustiana - un altro discorso, pronunciato alla Camera dei Deputati il 16 novembre 1922, il primo pronunciato in veste di Presidente del Consiglio dei ministri del Regno d'Italia da... Benito Mussolini.
BENITO MUSSOLINI ALLA CAMERA - 16 NOVEMBRE 1922 - DISCORSO DEL BIVACCO
Il cosiddetto "discorso del bivacco", quello in cui il Duce solennemente intimava: "Con trecentomila giovani armati di tutto punto, decisi a tutto e quasi misticamente pronti ad un mio ordine, io potevo castigare tutti coloro che hanno diffamato e tentato di infangare il Fascismo. Potevo fare di questa Aula sorda e grigia un bivacco di manipoli… potevo sprangare il Parlamento e costituire un Governo esclusivamente di fascisti. Potevo: ma non ho, almeno in questo primo tempo, voluto". E così via.
Il "discorso del bivacco" si concludeva con questa frase: "Lavoriamo piuttosto con cuore puro e con mente alacre per assicurare la prosperità e la grandezza della Patria". Parole non molto dissimili a quelle usate da Giorgia Meloni. Una suggestiva coincidenza dettata dalla solennità del momento? Chissà.
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