Francesco Moscatelli per “La Stampa”
Ci saranno ben tre ministre uscenti del governo Draghi, ma non ci saranno quegli «innesti civici» che avrebbero dovuto qualificare sui territori il progetto del Terzo Polo.
Dopo l'ex sindaco di Milano Gabriele Albertini la creatura centrista di Carlo Calenda e Matteo Renzi perde infatti anche l'ex primo cittadino di Parma ed ex grillino Federico Pizzarotti.
Pizzarotti - autopesce d'aprile
Ad annunciarlo, poche ore prima del gong finale per la consegna delle liste nelle Corti d'Appello, è lo stesso Pizzarotti, da tempo considerato vicino al presidente dell'Emilia Romagna Stefano Bonaccini: «La mia partecipazione alle elezioni politiche del 25 settembre finisce qui, cioè non inizia. Non sarò candidato, non ci sono stati spazi seri nel progetto del Terzo Polo per candidature non direttamente collegate ad Azione e Italia Viva».
IL SIMBOLO DELLA LISTA UNICA AZIONE ITALIA VIVA
Pizzarotti, la cui corsa era stata prevista al Senato nelle circoscrizioni Lombardia e Veneto, oltre che nella sua Regione, chiarisce di non aver chiesto una candidatura blindata «ma solo di essere messo nelle condizioni di poter gareggiare seriamente e di poter concretizzare una rappresentanza adeguata della lista civica nazionale».
Un epilogo non troppo felice per nessuno dei protagonisti. Con l'aggravante, rispetto al caso milanese, che mentre Albertini ha lasciato Palazzo Marino nel 2006, la lista civica di Pizzarotti due mesi fa è riuscita a raggiungere l'8% a Parma e a far eleggere come sindaco l'ex assessore alla Cultura Michele Guerra.
E così, nelle liste di Azione-Italia Viva, ci saranno soprattutto i fedelissimi dei due leader. Oltre, ovviamente, agli stessi Carlo Calenda e Matteo Renzi, entrambi candidati al Senato. L'ex ministro dello Sviluppo economico sarà capolista dei listini proporzionali nel Lazio e se la vedrà anche all'uninominale nel collegio di Roma centro contro l'«alleata mancata» Emma Bonino, l'ex premier sarà capolista a Milano (dove Forza Italia schiera Silvio Berlusconi), nel Lombardia 3 (Brescia-Bergamo-Mantova e Cremona) e in Toscana.
mariastella gelmini carlo calenda mara carfagna
Azione conferma un ruolo di primo piano per le ministre Mara Carfagna e Mariastella Gelmini, uscite da Forza Italia dopo la caduta del governo Draghi. La Carfagna, è lei stessa ad annunciarlo con un post su Facebook, sarà capolista alla Camera nei quattro listini proporzionali della Puglia e nel collegio di Salerno-Avellino, ma correrà anche all'uninominale per il seggio di Napoli-Fuorigrotta. La Gelmini farà l'uninominale al Senato a Treviglio e sarà poi al secondo posto dei listini in Campania, in Toscana e nel Lombardia 3 dietro a Matteo Renzi.
In campo con buoni posti in lista anche Giusy Versace, altra neo-fuoriuscita eccellente di Forza Italia, e il vice-coordinatore nazionale di Azione ed ex ministro Enrico Costa (capolista per Montecitorio al proporzionale in due circoscrizioni lombarde, nella posizione che interessava anche a Gabriele Albertini). Pluricandidature da capilista nei proporzionali anche per tutti i renziani Docg: per la Camera la ministra Elena Bonetti (Lazio e Sardegna), Francesco Bonifazi (Toscana), Maria Elena Boschi (a Roma seguita da Roberto Giachetti e in Calabria), Davide Faraone (Sicilia) e Lucia Annibali (Toscana). L'ex ministra Maria Teresa Bellanova, invece, correrà per il Senato in Salento. Sarà della partita anche Ettore Rosato, ideatore dell'attuale legge elettorale, soprannominata «Rosatellum»: guiderà i listini dei deputati in Campania e in Friuli.
BOSCHI - BONETTI - GELMINI - CALENDA - CARFAGNA – MARATTIN PIZZAROTTI